Iniziando il proprio intervento nella sala Vespucci del Cinema Grande di Livorno,davanti a un pubblico stimato dall'organizzazione in 600 persone circa,il leader di "Fare per Fermare il declino", Oscar Giannino,ha stigmatizzato come significativamente infelice ,per giunta nel Giorno della Memoria,l'affermazione di Silvio Berlusconi sulle cose buone che il regime avrebbe comunque fatto accanto ai tragici errori commessi.
Ha poi ricordato, menzionando le proprie radici torinesi e le amicizie d'infanzia, il suo primo viaggio in Israele,in kibbutz (seguito poi da numerose altre visite) ,riaffermando la propria convinta vicinanza (non necessariamente aderendo asetticamente a tutte le decisioni politiche israeliane) alle ragioni dello Stato d'Israele. Sul palco i candidati livornesi Odello e Luzzi. Conduttore il giornalista Mascanbruno.
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mercoledì 30 gennaio 2013
lunedì 28 gennaio 2013
FALSARI IN SINAGOGA A LIVORNO (BUFALA DEL 1942) : ECCO I DOCUMENTI CITATI OGGI DA "IL TIRRENO"
Ringraziando IL TIRRENO per l'articolo odierno, ecco i documenti
originali della vicenda, tragicomica visto il contesto persecutorio
dell'epoca.
Giusto in questi giorni nei quali si ripete il non nuovo ed insulso
ritornello secondo il quale il fascismo fece "anche cose buone" (cosa
peraltro comune ad ogni dittatura o governo democratico che però non
annulla e nemmeno attutisce aberrazioni ed errori) la minuziosa
pedanteria con la quale si applicarono le leggi razziali, purtroppo
utilmente propedeutiche alle deportazioni alle quali non mancarono di
collaborare spesso (direttamente o tramite delazione) cittadini italiani
ed autorità del nostro paese, si evince anche da questo episodio che
giustamente il cronista annota come non "cruento" e, per questo,
significativo di quale fosse il clima "normale".
Sono tanti gli esempi burocratici che testimoniano della precisa
applicazione delle norme razziali : basti pensare alla minuziosa
applicazione della dicitura "razza ebraica" sui certificati anagrafici.
Senza ausilio di computer la macchina funzionò talmente bene che tale
dicitura,ad esempio, la si ritrova anche sul certificato di nascita di
mio padre, per caso partorito a Cesenatico nel 1917 , località nella
quale mia nonna transitava, proveniente da Venezia, in fuga a causa
degli eventi bellici : 21 anni dopo l'apparato giunse anche a segnalare
al solerte funzionario di Cesenatico la necessità di apporre quella
dicitura, scritta a penna mentre altri comuni, compreso quello di
Livorno città della "tolleranza" a volte ostentata oltre misura, videro
bene di dotarsidi un bel timbro per facilitare il lavoro e rendere la
cosa più "elegante".
Scriveva Montanelli, rispondendo ancora oggi a quanti cercano di
sminuire quanto accadde, che già nel primo fascismo erano chiare le
radici razzistiche e che l'assunzione di leggi razziali, con tutta la
pomposa farsa (visto che si era in dittatura) dell'iter parlamentare
con tanto di firma di quel monarca nel nome del quale molti ebrei
combatterono e morirono nella prima guerra mondiale, furono scelta
autonoma e non imposta da alcuno.
Ecco perchè è importante contestualizzare quanto avvenne e cercare di
immergersi in quel clima, per capirlo (non certo per
giustificarlo,anzi) e per apprezzare ancora di più quanti si opposero,
nella cittadinanza come tra le forze armate e dell'ordine, a quanto
stava accadendo rischiando concretamente e di persona.
Gadi Polacco
Comunitando
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originali della vicenda, tragicomica visto il contesto persecutorio
dell'epoca.
Giusto in questi giorni nei quali si ripete il non nuovo ed insulso
ritornello secondo il quale il fascismo fece "anche cose buone" (cosa
peraltro comune ad ogni dittatura o governo democratico che però non
annulla e nemmeno attutisce aberrazioni ed errori) la minuziosa
pedanteria con la quale si applicarono le leggi razziali, purtroppo
utilmente propedeutiche alle deportazioni alle quali non mancarono di
collaborare spesso (direttamente o tramite delazione) cittadini italiani
ed autorità del nostro paese, si evince anche da questo episodio che
giustamente il cronista annota come non "cruento" e, per questo,
significativo di quale fosse il clima "normale".
Sono tanti gli esempi burocratici che testimoniano della precisa
applicazione delle norme razziali : basti pensare alla minuziosa
applicazione della dicitura "razza ebraica" sui certificati anagrafici.
Senza ausilio di computer la macchina funzionò talmente bene che tale
dicitura,ad esempio, la si ritrova anche sul certificato di nascita di
mio padre, per caso partorito a Cesenatico nel 1917 , località nella
quale mia nonna transitava, proveniente da Venezia, in fuga a causa
degli eventi bellici : 21 anni dopo l'apparato giunse anche a segnalare
al solerte funzionario di Cesenatico la necessità di apporre quella
dicitura, scritta a penna mentre altri comuni, compreso quello di
Livorno città della "tolleranza" a volte ostentata oltre misura, videro
bene di dotarsidi un bel timbro per facilitare il lavoro e rendere la
cosa più "elegante".
Scriveva Montanelli, rispondendo ancora oggi a quanti cercano di
sminuire quanto accadde, che già nel primo fascismo erano chiare le
radici razzistiche e che l'assunzione di leggi razziali, con tutta la
pomposa farsa (visto che si era in dittatura) dell'iter parlamentare
con tanto di firma di quel monarca nel nome del quale molti ebrei
combatterono e morirono nella prima guerra mondiale, furono scelta
autonoma e non imposta da alcuno.
Ecco perchè è importante contestualizzare quanto avvenne e cercare di
immergersi in quel clima, per capirlo (non certo per
giustificarlo,anzi) e per apprezzare ancora di più quanti si opposero,
nella cittadinanza come tra le forze armate e dell'ordine, a quanto
stava accadendo rischiando concretamente e di persona.
Gadi Polacco
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domenica 27 gennaio 2013
Centro Gheser : backstage Coro Ventura prima del concerto per il Giorno della Memoria
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Giorno della Memoria a Livorno : piantati tre ulivi in ricordo degli ultimi tre Giusti riconosciuti.Intervento del Coro Ventura.
Tre ulivi piantati dinanzi al Tempio di piazza Benamozegh, vicino al
melograno innestato nel 2010 in occasione di Livorno capofila per la
Giornata della Cultura ebraica : dopo la deposizione di una corona alla
Lapide dei Deportati presso il cimitero ebraico labronico,e' stata
questa semplice ma sentita cerimonia ad avviare le iniziative della
giornata che prevede poi anche l'inaugurazione in Prefettura (dove il
Prefetto conferira' alcuni riconoscimenti) , della mostra sulla scuola
ebraica livornese durante le leggi razziali. Presenti i famigliari, i
tre ulivi piantati ricordano gli ultimi tre Giusti livornesi
riconosciuti come tali,ovvero Mario Canessa e i coniugi Lidia e Giovanni
Gelati. Tre brani cantati dal Coro Ventura,diretto dal Maestro Filidei
(il coro e' atteso nel pomeriggio a Ponte a Egola per un concerto),hanno
chiuso la cerimonia..
Nelle foto: il Coro Ventura,un momento della cerimonia e Pietro Cannavo'
e Massimo Brogna che hanno scelto e preparato gli ulivi da piantare.
www.livornoebraica.org Comunitando Blog di cose ebraiche livornesi e non
solo,con un occhio ad Israele
melograno innestato nel 2010 in occasione di Livorno capofila per la
Giornata della Cultura ebraica : dopo la deposizione di una corona alla
Lapide dei Deportati presso il cimitero ebraico labronico,e' stata
questa semplice ma sentita cerimonia ad avviare le iniziative della
giornata che prevede poi anche l'inaugurazione in Prefettura (dove il
Prefetto conferira' alcuni riconoscimenti) , della mostra sulla scuola
ebraica livornese durante le leggi razziali. Presenti i famigliari, i
tre ulivi piantati ricordano gli ultimi tre Giusti livornesi
riconosciuti come tali,ovvero Mario Canessa e i coniugi Lidia e Giovanni
Gelati. Tre brani cantati dal Coro Ventura,diretto dal Maestro Filidei
(il coro e' atteso nel pomeriggio a Ponte a Egola per un concerto),hanno
chiuso la cerimonia..
Nelle foto: il Coro Ventura,un momento della cerimonia e Pietro Cannavo'
e Massimo Brogna che hanno scelto e preparato gli ulivi da piantare.
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venerdì 25 gennaio 2013
Cordoglio per la tragedia di Salviano
Non si può essere insensibili dinanzi alla tragedia occorsa oggi a Salviano e che, alla luce dei particolari che emergono, assume connotati di carattere sociale che non possono non scuotere criticamente l'intera società cittadina e spingerla, nel ricordo della piccola vittima, ad interrogarsi circa il cosa fare per cercare di evitare simili terribili accadimenti. Sincere condoglianze alla famiglia del piccolo Angelo Di Alessandro ed a tutti coloro che sono stati colpiti da quanto accaduto, unitamente ad un profondo augurio di pronta e completa guarigione per i feriti. Comunitando www.livornoebraica.org
sabato 19 gennaio 2013
Leggi razziali : "è superfluo raccomandare che richiesta di cui sopra ha carattere strettamente riservato"
Non è per niente raro sentire dire che "tutto sommato","in fin dei conti" e così via, le leggi razziali italiane siano state in qualche modo più scena che sostanza, venendo in pratica eluse. Sono invece convinto del contrario,ovvero che furono applicate con pedante meticolosità e costituirono, oltre agli immediati enormi danni arrecati a cittadini divenuti per legge di seconda categoria (se par poco perdere in molti casi il lavoro,essere espulsi dalle scuole pubbliche e dalla vita sociale,e così via...), un purtroppo prezioso lavoro propedeutico agli arresti e alle deportazioni, non di rado atti ostili posti in essere con la compartecipazione e/o la delazione di italiani.
Sminuire le leggi razziali non è solo offensivo nei confronti di quanti le subirono ma anche verso chi, rischiando pur non essendone coinvolto,non accettò questa vergogna di stato e si ribellò.
Visto che ci avviciniamo al Giorno della Memoria, penso che sia utile vedere, tramite l'assetticità burocratica dell'apparato statale del tempo,un semplice esempio dell'ipocrita meticolosità con la quale ci si preparava alla raccolta degli elenchi degli ebrei , "rei" per il fascismo di essere tali.
L'apparato non cambia mai : "è superfluo raccomandare che richiesta di cui sopra ha carattere strettamente riservato"
Gadi Polacco
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Sminuire le leggi razziali non è solo offensivo nei confronti di quanti le subirono ma anche verso chi, rischiando pur non essendone coinvolto,non accettò questa vergogna di stato e si ribellò.
Visto che ci avviciniamo al Giorno della Memoria, penso che sia utile vedere, tramite l'assetticità burocratica dell'apparato statale del tempo,un semplice esempio dell'ipocrita meticolosità con la quale ci si preparava alla raccolta degli elenchi degli ebrei , "rei" per il fascismo di essere tali.
L'apparato non cambia mai : "è superfluo raccomandare che richiesta di cui sopra ha carattere strettamente riservato"
Gadi Polacco
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giovedì 17 gennaio 2013
Anche a Livorno le "pietre d'inciampo" in memoria dei Deportati ebrei livornesi.
Palpabile la presenza nel pensiero dei molti intervenuti,al corteo snodatosi per le vie del centro cittadino,del ricordo di Isacco Bayona (z.l.) scomparso pochi giorni or sono,ultimo dei Deportati labronici sopravvissuti ai campi di sterminio.
Con la Comunita' di S.Egidio, vero e proprio motore dell'iniziativa,hanno collaborato l'Amministrazione Comunale,la Chiesa Valdese,la Chiesa Cattolica,naturalmente la Comunita' Ebraica e tanti volontari.
Era presente anche Gunter Demnig, l'artista tedesco ideatore delle "stolpersteine" (le pietre d'inciampo) nelle due foto che lo ritraggono, a sinistra, insieme al pastore Valdese Klaus Langeneck intervenuto all'iniziativa e che ha anche tradotto l'intervento di Demnig.
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lunedì 14 gennaio 2013
Con Isacco Bayona scompare l'ultimo testimone diretto livornese della Shoa.
Isacco Bayona ci ha lasciato oggi : scompare con lui l'ultimo testimone diretto , livornese, della Shoa.
Figura popolare in citta' e naturalmente nella Comunita' Ebraica si era speso con tenacia nel ruolo di testimone della deportazione nazifascista che con estrema durezza aveva colpito la sua famiglia, partendo dall'arresto suo e dei suoi cari avvenuto al Gabbro.
Anche dopo il rientro dall"orrore dei campi di concentramento la vita gli ha riservato altre prove assai dure che ha sempre affrontato con riservata tenacia e forza.
Alla famiglia le più' sincere condoglianze per un lutto che e' condiviso certamente da tutti coloro che lo hanno conosciuto e a lui si sono affezionati.
Il suo ricordo sia di esempio e benedizione per tutti noi.
Gadi Polacco
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www.menaboni.com
Figura popolare in citta' e naturalmente nella Comunita' Ebraica si era speso con tenacia nel ruolo di testimone della deportazione nazifascista che con estrema durezza aveva colpito la sua famiglia, partendo dall'arresto suo e dei suoi cari avvenuto al Gabbro.
Anche dopo il rientro dall"orrore dei campi di concentramento la vita gli ha riservato altre prove assai dure che ha sempre affrontato con riservata tenacia e forza.
Alla famiglia le più' sincere condoglianze per un lutto che e' condiviso certamente da tutti coloro che lo hanno conosciuto e a lui si sono affezionati.
Il suo ricordo sia di esempio e benedizione per tutti noi.
Gadi Polacco
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