28.05.2020
Il mondo ebraico si appresta a celebrare, da questa sera a
sabato sera, la solennità di Shavuoth dell'anno 5780, la
Pentecoste 2020 .
Con questo appuntamento riparte l'attività anche delle
Sinagoghe toscane, con applicazione dell'apposito protocollo
anti Covid19 che prevede, tra le varie cose, numero ridotto di
posti, uso delle mascherine e se necessario dei guanti, verifica
della temperatura corporea, igienizzazione delle mani ,entrando,
per ciascuno e poi, dopo ogni liturgia, igienizzazione della
Sinagoga, distanza di sicurezza,ecc.
Un primo segnale di ritorno verso una vita normale ma
obbiettivo,evidentemente, ancora da perseguire : analogamente
avviene,in pratica, in ogni paese ove sia presente una Comunità
ebraica e unanime e pressante è l'invito, anche da parte delle
autorità religiose ebraiche, alla massima cautela e attenzione
da parte di ciascuno, dovesse ciò anche comportare l'assenza
dalle liturgie comunitarie.
Primaria è infatti la salvaguardia della propria salute e
della vita , pregando affinchè l'intera società possa tornare
presto alla normalità, magari facendo tesoro della tremenda
lezione che questo drammatico periodo storico impartisce
all'umanità intera.
COMUNITANDO Blog
www.livornoebraica.org
( a cura di Gadi Polacco)
SULLA FESTA DI SHAVUOTH:
https://comunitando-blog.blogspot.com/2017/05/il-mondo-ebraico-si-appresta.html?m=0
giovedì 28 maggio 2020
venerdì 22 maggio 2020
Yom Yerushalaim 5780 / Giorno di Gerusalemme 2020,Quando da Livorno si pensò di acquistare Gerusalemme (articolo pubblicato da Il Tirreno nel 2018)
Nonostante le alterne vicende occorse nei millenni mai è cessata la presenza ebraica in quello che oggi è lo Stato d'Israele e sempre vigoroso è stato il contatto tra quegli ebrei e quelli della Diaspora.
Se il Sionismo,dal suo primo Congresso mondiale del 1897, è stato indubbiamente il movimento politico "motore" della ricostituzione dell'entità statale, il legame è continuo ed evidente nei secoli a chiunque approcci la liturgia ebraica : ecco perchè, a mio modesto parere (in verità confortato da ben più alte opinioni) il voler attribuire , da parte di alcuni ,alla tragedia della Shoà la nascita di quello Stato, in procinto di compiere 70 anni, non è corretto.
Il rapporto continuo tra il nucleo ebraico della terra d'Israele e la Diaspora è peraltro attestato anche da innumerevoli documenti, specialmente legati agli "inviati" che dalle quella sponda del Mediteranneo viaggiavano nel mondo alla ricerca di sostegno per le scuole ebraiche, non mancando comunque anche i viaggiatori che facevano il percorso inverso.
L'Archivio della Comunità Ebraica di Livorno, per la rivelanza storica di questa presenza, offre diversi spunti ma il riferimento più curioso, del quale come vedremo non rimangono documenti probabilmente non a caso,viene descritto dal Rabbino Alfredo Sabato Toaff ( 1880-1963), sia il Suo ricordo per benedizione,in un breve scritto pubblicato nel 1948 (Rassegna Mensile Israel) dal significativo titolo "Sionismo a Livorno nel 700".
La vicenda esaminata concerne la proposta fatta agli ebrei livornesi,da Alì Bey che l'aveva conquistata ai Turchi,di acquistare Gerusalemme, pare per una somma ingente che non spaventò comunque i livornesi che contavano di raccogliere l'importo coinvolgendo le altre importanti comunità ebraiche sefardite,specialmente di Londra e Amsterdam.
Le ricerche svolte dal Rabbino Toaff,come egli stesso scrive,non portarono a ritrovare documenti nell'archivio della Comunità labronica : "assai probabilmente", è la sua ipotesi,"non ci furono trattative ufficiali con la Comunità, ma l'offerta venne fatta in via privata ai maggiorenti di essa".
Vi è però risonanza della singolare proposta, prosegue l'autore,anche esternamente al mondo ebraico : venne infatti trattata anche dallo storico prussiano Archenholz e pure "Il Monitore Fiorentino", giornale uscito all'inizio dell'occupazione francese in Toscana, nel 1799 (anno VII della Repubblica Francese) se ne occupa nell'ambito di un lungo articolo,intitolato "Riflessioni sugli Ebrei",volto a tessere ovviamente "l'apologia della politica saggia e lungimirante del generale Bonaparte" che invitava , annota Toaff, "gli Ebrei di Asia e di Africa ad aiutarlo a togliere la Palestina ai Turchi e ricostituirvi lo Stato Ebraico", probabilmente riferendosi all'appello del Bonaparte dopo che "ebbe preso Gaza e Giaffa".
L'articolo, sottolineando come ricorda sempre lo studioso, "l'attaccamento sincero (degli ebrei - nda) alla causa della libertà e alla loro antica Terra ove sperano un giorno ritornare", cita appunto l'episodio di Ali Bey e attribuisce a "uffiziali tedeschi impiegati sulla flotta russa" di aver fatto da tramite per questo tentato acquisto che sarebbe partito, quindi, non dallo stesso Ali Bey ma da ambienti ebraici livornesi.
Questa inversione d'ordine, commenta l'autore, "ha un'importanza notevole. Se l'iniziativa fosse partita dai ricchi commercianti livornesi i quali non si sarebbero limitati ad accettare, sia pure con entusiamo,l'offerta proveniente da altri, avremmo qui una nuova dimostrazione dei loro sentimenti ebraici che li farebbe considerare veri precursori del sionismo".
E poichè "nel porto di Livorno", conclude il Rabbino , "facevano scalo allora navi di tutte le nazionalità, niente di più facile che,per evitare passi ufficiali,la proposta venisse trasmessa ad Alì Bey a mezzo di ufficiali tedeschi che approdarono qui con la flotta russa".
L'acquisto, come sappiamo, non si perfezionò probabilmente anche a causa della scarsa durata del regno di Alì Bey , ma il legame tra il mondo ebraico livornese e, direi, anche della città con quello che sarebbe poi divenuto, nel 1948, il moderno Stato d'Israele mai è cessato.
Gadi Polacco