giovedì 20 novembre 2008

L'intervento di Nedo Fiano a Radio 24, i video nazisti, le canzoni naziste , il vino con le etichette naziste o fasciste che siano ed il vuoto legislativo italiano.

E' sempre emozionante ed utile sentire le testimonianze dei
sopravvissuti ai campi di sterminio, come oggi è avvenuto a Radio 24 che
ospitava Nedo Fiano prendendo spunto dall'anniversario delle leggi
razziali/razziste : anche per noi figli o nipoti della Shoà credo,
infatti, che sia impossibile riuscire non dico ad immedesimarsi ma
almeno a penetrare a sufficienza i termini di quella terribile esperienza.
Eppure ce la portiamo dietro quella esperienza, come ho provato ad
esempio con l'enorme disagio che caratterizzò la mia prima visita per
lavoro a Norimberga, bellissima città dove però è assai facile
"percepire" l'oppressiva atmosfera dell'esperienza nazista. : devo in
buona parte ad un collega romano ("...però voi mette ,alla faccia de sti
..... ,che tu oggi stai qui e loro nun ce stanno più...") se oggi torno
in quella città più disinvoltamente...
Il toccante intervento di Fiano è comunque venuto a coincidere con la
notizia degli squallidi video nazisti e delle altrettanto squallide
canzoni naziste reperite in internet.
Giorni or sono, un turista israeliano si è trovato dinanzi alle
bottiglie ed agli accendini con la faccia di Hitler ben esposti in uno
spaccio, a sporcare la bellezza di una nota località alpina italiana,
senza contare il professore negazionista e così via dicendo.
Ulteriore coincidenza, mi è pervenuta in questi giorni da parte della
direttrice dell'Istituto di cultura italo-tedesco di Livorno, alla quale
invio il mio ringraziamento, la copia con traduzione della legge che
ormai da anni vieta in Germania,in ossequio al diritto delle vittime a
non essere ulteriormente offese, l'esposizione di simboli che richiamino
il nazismo ed analogamente l'uso di termini, canzoni,
videogiochi,immagini ,slogan ed espressioni che a quel regime si
ricolleghino (croce celtica compresa).
Materiale questo che pongo a disposizione di quanti ,in questi giorni,
rilevano la necessità di colmare il vuoto legislativo italiano in
proposito.
Ed a chi invoca ,magari a "corrente alternata", l'esempio americano che
non vieta l'uso di certi simboli, anche se sarebbe il caso di
approfondire complessivamente quella legislazione, ricordo che a
differenza nostra, come della Germania, certi paesi hanno avuto la
fortuna o l'intelligenza di evitare certe esperienze.
E ciò non è poco,anche per un liberale.

Gadi Polacco

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