Caro Direttore,
se fossi cristiano non sarei francamente lieto, lo affermo senza intento
strumentale o polemico, di quello che mi pare un tentativo trasversale
di appropriazione di questo importante simbolo religioso da parte di
molti partiti.
Da liberale credo poi "semplicemente" che una società democratica debba
essere laicamente neutrale,in tema religioso,preoccupandosi di garantire
a tutte le espressioni di fede la libertà di esprimersi,naturalmente nel
rispetto delle leggi che regolano la comune convivenza civile, tutte
uguali all'occhio dello Stato come sancito dalla Costituzione.
Ciò premesso nel pezzo "Avanti così sul crocifisso" pubblicato da La
Nazione (4.3.10) e firmato da Maurizio Zingoni rilevo la totale
assenza,in verità assai poco laica,della considerazione dell'esistenza
di altre fedi ma anche di chi non crede.
La "nostra tradizione", da liberale sono allergico alle espressioni che
si arrogano il diritto di rappresentare "tutti", non può essere
ricondotta ad una fede seppur ritenuta "maggioritaria" ,per quanto non
si possano applicare alle religioni parametri "partitico-statistici",
ed appare quindi altamente illiberale voler stabilire "erga omnes" quale
simbolo religioso rappresenti la nazione : peraltro non appare questa
una priorità per uno stato,anzi.
A tradire una visione assai ristretta, penso mutuata da quelle che ormai
appaiono delle parole d'ordine ad alto livello politico,vi è infine la
tendenza ad individuare quali protagonisti di questo dibattito" laici e
cattolici" , dando quindi per scontato che tutti i credenti acattolici
siano laici (cosa peraltro assai probabile non essendo la laicità
negatrice dei valori religiosi) mentre invece non lo possono essere in
questa visione i cattolici, cosa assai opinabile.
Non vedo in corso un "attacco al crocifisso" ed agitare questo spettro
penso anche che non sia utile e rispettoso proprio nei confronti di
questo simbolo : la questione, in un'ottica da società aperta, dovrebbe
semmai essere salvaguardare il crocifisso dando uguale valore agli altri
simboli (se proprio non si vuole sposare l'idea della neutralità della
sfera pubblica) : visione però da liberale non necessariamente
condivisibile da chi liberale non è.
Cordiali saluti,
Gadi Polacco
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