Il 25 aprile il mondo ebraico celebrerà solennemente il settimo giorno del Pesach,la Pasqua Ebraica ,il penultimo della festività: è questo il giorno in cui avvenne l’apertura del Mar Rosso e nel quale il popolo d’Israele guidato da Mosè, libero finalmente dall’oppressione egiziana,iniziò a dirigersi verso il Monte Sinai per ricevere la Torà (Legge).
L’uscita dall’Egitto rappresenta quindi il concetto stesso di libertà. e,commentano i Maestri, è questo il vero fatto rilevante,ancor più del pur celebrato miracolo dell'apertura delle acque: libertà che,quale concetto universale,vede il popolo ebraico uscire dalla schiavitù egiziana unitamente ad un folto gruppo di genti varie ,anche in cerca di libertà.
Il ricordo dell'uscita dall'Egitto che ogni ebreo deve cercare di rivivere,durante il Pesach,come se egli stesso vi avesse partecipato,in ossequio alla concezione attiva della storia secondo l'ebraismo che Dante Lattes (z.l.) ben ha descritto nei suoi scritti,si unirà quest'anno anche al ricordo della Liberazione che ci ripropone il 25 Aprile,ancora vivo in tanti che lo vissero direttamente e che ne tramandano il significato.
Se come ebrei fummo liberati una volta dall'Egitto,tappa fondamentale ed ineludibile della storia ebraica,quali ebrei ed italiani viviamo doppiamente la Liberazione dal nazifascismo nel ricordo di quanti (Alleati,Partigiani e Giusti che non si piegarono agli ordini) si opposero alla barbarie.
La solennità del Pesach non ci consentirà ,come ormai tradizione,di sfilare con lo striscione della Brigara Ebraica che combattè per liberare l'Italia ma ci donerà,invece,una triplice motivazione per festeggiare la libertà ritrovata.
Buon Pesach, buona Pasqua e buon 25 Aprile.
Gadi Polacco
www.livornoebraica.org
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