Egregio Direttore,
si dice che Napoleone, entrando in una Sinagoga nel corso del digiuno del 9 di Av,giorno di lutto che ricorda la distruzione del Tempio di Salomone ,abbia chiesto a quando risalivano i fatti per i quali gli ebrei ancora portavano il lutto cosi' intensamente.
Alla risposta che cio' era accaduto più' di duemila anni prima,avrebbe commentato asserendo ,prevedendo cio' che sarebbe successo ben dopo la sua scomparsa,che un popolo che da duemila anni piange la propria terra un giorno vi avrebbe sicuramente fatto ritorno.
In realta' gli ebrei,nonostante periodi avversi ripetutisi nella storia tragicamente,non hanno mai smesso di abitare l'odierna terra d'israele e la sua capitale, Gerusalemme.
Indubbiamente,pero', la "profezia" napoleonica si e' concretizzata in due passaggi,la nascita di Israele nel 1948 e la riunificazione di Gerusalemme avvenuta il 7 giugno di 45 anni or sono.
Citta' particolare per le tre religioni monoteistiche,per quella ebraica riveste pero' un ruolo centrale ed insostituibile.
Non e' quindi un caso che,sino all'entrata delle emozionate e commosse truppe israeliane nella Citta' Vecchia (dove ha sede il cosiddetto Muro del Pianto) ,agli ebrei fosse impedito dalle autorita' giordane che detenevano la citta' l'accesso ai luoghi ebraici (in violazione all'armistizio del 1948).
Anzi agli israeliani di qualsiasi fede era impedito di accedere ai rispettivi significativi luoghi.
In seguito alla riunificazione avvenuta con la Guerra dei Sei Giorni , Israele emano' una legge che ad oggi garantisce il libero culto per tutti.
Quale sia la visione che si ha della questione mediorientale ,anche questo e' un aspetto che marca la differenza tra le parti in causa.
Cordialmente
Gadi Polacco
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