E' scomparsa stamani a Cecina Matilde Beniacar (z.l,) , ultima testimone della Comunità Ebraica livornese ,soppravvisuta alla deportazione nazifascista nei campi di sterminio.
Nel 1996 lo storico Marcello Pezzetti, per conto del CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea) l'aveva intervistata : il materiale relativo a questo incontro è visibile al link
http://digital-library.cdec.it/cdec-web/audiovideo/detail/IT-CDEC-AV0001-000017/matilde-beniacar.html
Nata a Smirne (Turchia) il 18 gennaio 1926, era figlia di Moise Beniacar e Estrea Levi. Come ricorda la scheda biografica curata da Pezzetti "ha due sorelle e un fratello più giovani: Perla, Bulissa e Giacomo. La famiglia di origini italiane conduce in Turchia una vita agiata grazie al lavoro del padre, proprietario di una fabbrica di mobili. Nel 1933 lo Stato turco li costringe a rimpatriare in Italia a Livorno. Il padre trova lavoro alla raffineria Anic, ma nel 1938, a causa della legislazione antiebraica, viene licenziato."
"Matilde Beniacar è costretta a cercarsi un lavoro. Trova così un impiego in una fornace per la lavorazione del vetro.", prosegue la scheda ,"per sfuggire ai bombardamenti sulla città sfollano a Borgo a Buggiano, sulle colline intorno a Livorno ( in realtà provincia di Pistoia - NDR). Qui Il 25 gennaio 1944 sono arrestati e portati al carcere di Pistoia. Da lì tradotti al carcere di Santa Verdiana di Firenze e in seguito trasferiti al campo di Fossoli. Dopo quindici giorni di permanenza sono caricati sui vagoni per Auschwitz dove approderanno nella notte del 27 febbraio 1944. All'arrivo è separata dal resto della famiglia (padre, madre, sorelle e fratello) che finirà nelle camere a gas. Matilde è assegnata ai lavori forzati nel campo di Birkenau, per la costruzione di fortificazioni. Gira diversi campi di concentramento: Gusen, Bergen Belsen, Dachau, Buchenwald e infine Mauthausen. Finalmente Il 5 maggio 1945 l'esercito americano entra a Mauthausen. Lei insieme agli altri prigionieri è libera, ma il suo stato di salute è molto compromesso. Immediatamente viene ricoverata in un ospedale e curata adeguatamente. Torna in Italia con la Croce Rossa italiana, passando per il campo profughi di Pescantina.".
Nel novembre 2014 aveva potuto incontrare nuovamente, dai tempi della deportazione, un'amica livornese, Sol Citone, trasferitasi dopo varie peripezie a Haifa,in Israele ( http://moked.it/blog/2014/11/25/livorno-sol-e-matilde-70-anni-per-un-nuovo-abbraccio/ ).
I funerali averanno luogo domani, 20 dicembre 2016, alle 14.30 presso il Cimitero Ebraico, come annunciato dalla Comunità Ebraica che invita a " rendere il dovuto omaggio ad una sopravvissuta e testimone della Shoà".
Sia il suo ricordo per benedizione e che la sua testimonianza sia di monito per noi e per le generazioni future.
COMUNITANDO
www.livornoebraica.org
(a cura di Gadi Polacco)
Nel 1996 lo storico Marcello Pezzetti, per conto del CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea) l'aveva intervistata : il materiale relativo a questo incontro è visibile al link
http://digital-library.cdec.it/cdec-web/audiovideo/detail/IT-CDEC-AV0001-000017/matilde-beniacar.html
Nata a Smirne (Turchia) il 18 gennaio 1926, era figlia di Moise Beniacar e Estrea Levi. Come ricorda la scheda biografica curata da Pezzetti "ha due sorelle e un fratello più giovani: Perla, Bulissa e Giacomo. La famiglia di origini italiane conduce in Turchia una vita agiata grazie al lavoro del padre, proprietario di una fabbrica di mobili. Nel 1933 lo Stato turco li costringe a rimpatriare in Italia a Livorno. Il padre trova lavoro alla raffineria Anic, ma nel 1938, a causa della legislazione antiebraica, viene licenziato."
"Matilde Beniacar è costretta a cercarsi un lavoro. Trova così un impiego in una fornace per la lavorazione del vetro.", prosegue la scheda ,"per sfuggire ai bombardamenti sulla città sfollano a Borgo a Buggiano, sulle colline intorno a Livorno ( in realtà provincia di Pistoia - NDR). Qui Il 25 gennaio 1944 sono arrestati e portati al carcere di Pistoia. Da lì tradotti al carcere di Santa Verdiana di Firenze e in seguito trasferiti al campo di Fossoli. Dopo quindici giorni di permanenza sono caricati sui vagoni per Auschwitz dove approderanno nella notte del 27 febbraio 1944. All'arrivo è separata dal resto della famiglia (padre, madre, sorelle e fratello) che finirà nelle camere a gas. Matilde è assegnata ai lavori forzati nel campo di Birkenau, per la costruzione di fortificazioni. Gira diversi campi di concentramento: Gusen, Bergen Belsen, Dachau, Buchenwald e infine Mauthausen. Finalmente Il 5 maggio 1945 l'esercito americano entra a Mauthausen. Lei insieme agli altri prigionieri è libera, ma il suo stato di salute è molto compromesso. Immediatamente viene ricoverata in un ospedale e curata adeguatamente. Torna in Italia con la Croce Rossa italiana, passando per il campo profughi di Pescantina.".
Nel novembre 2014 aveva potuto incontrare nuovamente, dai tempi della deportazione, un'amica livornese, Sol Citone, trasferitasi dopo varie peripezie a Haifa,in Israele ( http://moked.it/blog/2014/11/25/livorno-sol-e-matilde-70-anni-per-un-nuovo-abbraccio/ ).
I funerali averanno luogo domani, 20 dicembre 2016, alle 14.30 presso il Cimitero Ebraico, come annunciato dalla Comunità Ebraica che invita a " rendere il dovuto omaggio ad una sopravvissuta e testimone della Shoà".
Sia il suo ricordo per benedizione e che la sua testimonianza sia di monito per noi e per le generazioni future.
COMUNITANDO
www.livornoebraica.org
(a cura di Gadi Polacco)
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