Citazioni come "stella gialla virtuale", richiami al periodo nazista e all'URSS, letture dagli scritti di Primo Levi e Martin Niemöller e così via, sono i paragoni emersi durante l'ultima manifestazione livornese dei "No Green Pass", a monito di quanto,secondo chi segue questa linea di pensiero, potrebbe accadere oggi attraverso il contestato documento tanto in discussione in questa fase della pandemia.
Come la si pensi al riguardo, dando atto che visivamente a Livorno non sembra siano stati usati simboli che richiamano alle persecuzioni razziali come accaduto altrove, la prova evidente di quanto simili paragoni siano improponibili viene dagli stessi "No Green Pass" che,liberamente e ripresi da media nonchè diffusi in rete, possono manifestare le proprie idee come non potevano certamente fare gli ebrei nel periodo delle "leggi razziali", al pari di quanti altri invisi ai regimi fascista e nazista, o i perseguitati del regime comunista dell'Unione Sovietica.
Se ciò non bastasse , è banale ma quindi vero ricordare come alla base delle persecuzioni razziali ci fosse un perverso progetto (razzista) di distruzione di un popolo e,per rimanere tra gli esempi emersi nella manifestazione,nel caso dell'URSS una persecuzione politica tipica di un regime che respinge la democrazia e vuole tutelarsi quale dittatura.
Viene da chiedersi quale senso abbia ,se non forse quello della provocazione cercata per audience, intestardirsi su simili assurdi paragoni che,alla fine, in realtà mi pare vadano ad inficiare le considerazioni del popolo
"No Green Pass" che, come consono ad una democrazia, devono trovare rispetto e attenzione.
Rispetto che però deve essere portato dagli anti Green Pass anche alla Storia e a quanti hanno subìto o ancora oggi subiscono persecuzioni e vessazioni.
Gadi Polacco
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