INDRO MONTANELLI
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"Le assicuro che non leggo la sua lettera con gli occhi iniettati dal
sangue degli ebrei massacrati in questi ultimi giorni. E nemmeno e' quel
sangue che mi detta la risposta che le avrei comunque dato anche un mese
o un anno o dieci anni fa; ma solo l' impulso di reagire alla palese
confusione tra causa ed effetti che sta alla base di tutto l'
antisemitismo ed in cui mi sembra che anche lei supinamente cada. Il
ghetto, caro Milani, non e' un' invenzione degli ebrei per isolarsi da
noi cristiani (con tante scuse a Cristo per l' uso che facciamo del Suo
nome); e' un' invenzione cristiana per isolare gli ebrei che hanno
sempre lottato per uscirne ed inserirsi nelle nostre societa' . Certo
volevano farlo restando fedeli ai loro costumi, tradizioni e cultura, e
soprattutto senza rinnegare la loro religione che oltre tutto era e
resta la madre di quella nostra. Ci siamo dimenticati che Gesu' era
ebreo ed ebrei erano i suoi Apostoli, compresi quelli . Pietro e Paolo .
che vennero a Roma non per richiudersi nel ghetto . che ancora non era
stato inventato ., ma a rivelare il Verbo di Cristo a noi che non lo
conoscevamo? Ma lasciamo pur andare questi precedenti che tuttavia
dovrebbero insegnarci qualcosa. E veniamo ai giorni nostri. Se c' era un
Paese in cui una questione ebraica non esisteva perche' gli ebrei vi si
erano perfettamente inseriti era l' Italia, almeno da quando si era
sottratta al potere della Chiesa. Io ho conosciuto e tuttora conosco
molti ebrei molto piu' italiani di molti italiani: generali, ammiragli,
ambasciatori, volontari della prima guerra medaglie d' oro, perfino
ardenti fascisti perche' convinti che il fascismo fosse un movimento di
riscossa nazionale. E questa condizione di privilegio non soltanto
politica ma anche morale, in quanto riprova di un' altissima civilta' ,
noi ce la giocammo nel ' 37 non sotto la spinta di un' ondata
antisemita, che in Italia non c' era ne' poteva, per le suddette
ragioni, esserci, ma solo per fare un omaggio al signor Hitler. Ecco
come siamo diventati complici di Auschwitz. E mi dispiace di doverglielo
dire, caro Milani. Ma e' il complesso di colpa che ci deriva da questa
complicita' ad alimentare l' antisemitismo italiano. Che e' , grazie a
Dio, poca cosa. Ma particolarmente vergognoso perche' non attinge ai
sottofondi dell' animo popolare; e' soltanto il "colpa tua" del bulletto
che col motorino ha investito il passante. Io non sono ebreo. Ma lo dico
con rincrescimento. Almeno un po' , vorrei esserlo. Una volta mi ci
provai chiedendo a Golda Meir, la Thatcher "avanti lettera" d' Israele,
di sposarmi. Mi rispose con suprema modestia: "Non mi meriti". Ma forse,
se insistevo un po' ...."/
Indro Montanelli - Corriere della Sera - 6 marzo 1996
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