nel commento di Giorgio Israel sulla questione "ora di religione"
(ricordiamo però che si parla,nella scuola pubblica e quindi a carico
del pubblico bilancio,della sola religione cattolica) manca un'opzione
liberale : non vi è bisogno di insegnare una qualsivoglia religione
nella scuola pubblica perchè, in democrazia, ciascuno può praticare ed
approfondire il proprio credo in scuole confessionali e luoghi di culto.
Ciò accennato,venendo comunque e concretamente all'attuale situazione
italiana, mi sembra che si confondano le acque nel parlare di attacco
all'ora di religione cattolica nel pubblico insegnamento : non vedo
infatti chi la voglia snaturare o trasformare in altro, sperando che sia
concesso contestare alcuni effetti lesivi di terzi derivanti
dall'impostazione vigente.
Il dibattito,in verità,è assai più "semplice" di quanto si dica : cosa
facciamo con gli altri credenti ed anche, mi sia consentito ricordarlo
proprio da credente, con i "senza fede" ?
Cavarsela con una lunga serie di problematiche e difficoltà operative,
per giungere ad una sorta di soddisfatta rassegnazione nell'accettare
l'attuale quadro, non mi pare proprio corretto (al pari del pararsi
dietro alla figura del Rabbino di Roma strumentalmente,a mio
parere,richiamata) : non si possono liquidare così principi
costituzionali come quello della pari dignità delle varie fedi e della
libertà di non credere.
Che la partita, come sicuramente è noto a Giorgio Israel, si giochi su
un piano diverso lo testimoniano le ormai numerose dichiarazioni di
ambienti della Chiesa e collaterali anche nel mondo politico,tendenti a
rimarcare la presunta "superiorità" del credo cattolico sugli altri.
E a questo punto,inutile girare intorno al problema, siamo alla
predicazione di una società suddivisa tra "tolleranti" e "tollerati" che
non può essere archiviata in nome di difficoltà burocratiche o
"pigrizia" nel mettere mano a misure che concedano agli altri, senza
quindi dover intaccare l'ora di religione cattolica, pari dignità .
La ringrazio per l'attenzione e La saluto distintamente,
Gadi Polacco
Livorno
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