Si protrarrà per 8 giorni e quindi si intersecherà con la Pasqua Cristiana (ma quella cristiana ortodossa cadrà il 5 maggio) : non si segnalano in questo periodo feste islamiche.
COMUNITANDO-www.livornoebraica.org augura pertanto a ciascuno buona Pasqua secondo la propria Pasqua e a tutti gli altri credenti che non hanno festività nel periodo, unitamente ai non credenti, ottime cose comunque.
Gadi Polacco
Comunitando - www.livornoebraica.org
Pesach,la Pasqua Ebraica, ovvero la "festa delle azzime"
Pesach, la pasqua, è la prima delle tre grandi ricorrenze liete della tradizione ebraica. La festa commemora la liberazione dalla schiavitù d'Egitto, evento che diede origine alla vita indipendente del popolo d'Israele e che fu il primo passo verso la promulgazione della Legge divina.
Inizia il 15 del mese ebraico di Nissàn, nella stagione nella quale, in terra d'Israele, maturano i primi cereali; segna quindi l'inizio del raccolto dei principali prodotti agricoli. è anche nota col nome Hag hamatzot, festa delle azzime. In terra d'Israele Pesach dura sette giorni dei quali il primo e l'ultimo di festa solenne, gli altri di mezza festa. Fuori d'Israele - nella Diaspora - la durata di Pesach è di otto giorni, dei quali i primi e gli ultimi due sono di festa solenne. In ricordo del fatto che quando furono liberati dalla schiavitù gli Ebrei lasciarono l'Egitto tanto in fretta da non avere il tempo di far lievitare il pane, per tutta la durata della ricorrenza è assolutamente vietato cibarsi di qualsiasi alimento lievitato o anche solo di possederlo. Si deve invece far uso di matzà, il pane azzimo, un pane non lievitato e scondito, che è anche un simbolo della durezza della schiavitù.
I giorni precedenti la festa di Pesach sono dedicati a una scrupolosa e radicale pulizia di ogni più riposto angolo della casa per eliminare anche i piccoli residui di sostanze lievitate. Usanza mutuata anche dalla lingua italiana nella quale ricorre spesso l'espressione "pulizie di Pasqua" - sinonimo anche delle "pulizie di primavera".
La prima sera ( fuori da Israele anche la seconda) viene celebrato il Seder, in ebraico "ordine", suggestiva cena nel corso della quale vengono rievocate e discusse secondo un ordine prestabilito le fasi dell'Esodo, rileggendo l'antico testo della Haggadah. Si consumano vino, azzime ed erba amara in ricordo dei dolori e delle gioie degli Ebrei liberati dalla schiavitù. Si inizia con l'invito ai bisognosi ad entrare e a partecipare alla cena e si prosegue con le tradizionali domande rivolte al padre di famiglia dal più piccolo dei commensali; la prima di queste è volta a sapere "in che cosa si distingue questa notte dalle altre?". Tali quesiti consentono a tutti i presenti di spiegare, commentare, analizzare i significati dell'esodo e della miracolosa liberazione dall'Egitto, le implicazioni di ogni schiavitù e di ogni redenzione.
I simboli della festa, la scrupolosa pulizia che la precede, il pane azzimo vale a dire il "misero pane che i nostri padri mangiarono" - il Seder, la lettura della Haggadah, fanno sì che ben pochi bambini arrivino all'adolescenza senza conoscere la storia dell'uscita dell'Egitto e senza avvertire che questa è una parte essenziale della loro storia.
La matzà, il duro alimento che sostituisce il morbido e saporito pane di tutti i giorni, sta anche ad indicare il contrasto tra l'opulenza dell'antico Egitto, l'oppressore, e le miserie di chi, schiavo, si accinge a ritrovare appieno la propria identità.
Può anche ricordare che la libertà è un duro pane, così come l'eliminazione dei lieviti può rappresentare la necessità di liberarsi dalla corruzione della vita servile e anche dalle passioni che covano nell'intimo dell'animo umano.
(testo adattato dal sito www.ucei.it)
Ricetta per 10 scodelline, tipica della tradizione ebraica livornese (in particolare per Pesach)
In un recipiente si porta a ebollizione un dito di bicchiere d'acqua
con gr. 150 di zucchero, si unisce poi gr. 150 di mandorle spellate e
finemente tritate. Intanto si sbattono a lungo 7 rossi d'uovo. Quando
le uova saranno ben amalgamate e leggermente indurite si versa a poco
a poco al composto delle mandorle, avendo cura di togliere il
recipiente dal fuoco, e la buccia grattata di mezzo limone. Si
rimette a cuocere a fuoco bassissimo sempre mescolando, fino a giusta
consistenza. Con questa crema si riempiono delle piccole tazze (come
quelle turche, senza manico, in alternativa le tazzine da caffè) e si
spolverizzano con la cannella.
(Si ringrazia la Signora Ornella Levi Cabib per questa ricetta)
Foto : Haggadah di Pesach (Ordine delle preghiere per la cena del Seder della Pasqua) edita da Belforte di Livorno, forse del 1904.Le illustrazioni richiamano le varie fasi rituali della cerimonia. Particolarità di questa edizione è che,sempre in caratteri ebraici, le note sono in spagnolo (ne esiste anche una versione,sempre in caratteri ebraici,con note in arabo).
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