Comprensibilmente sono molti i commenti alla lettera che la
Comunità Ebraica di Livorno ha inviato,nei giorni scorsi, al
Sindaco Nogarin : molti di questi, però e come si suol dire,
"ciurlano nel manico".
Andando al concreto,la Comunità non ha chiesto ad alcuno di
"convertirsi" a qualsivoglia propria visione ma ha messo il dito
nella piaga ponendo due chiare questioni di principio
all'Amministrazione Comunale livornese e,nel primo punto,anche a
gran parte del mondo politico labronico:
- possibile che nessuno (rilevo tranne la Massoneria e i
Liberali) abbia trovato niente da ridire circa il fatto che il
Consigliere Comunale Valiani abbia utilizzato, in un proprio
commento ampiamente circolato e attingendolo da un sito senza
prenderne però le distanze (neanche dinanzi a commenti nella sua
pagina che andavano ben oltre ), il concetto antisemita caro
anche al fascismo del "complotto demo-pluto-giudaico-massonico"
per l'occasione sintetizzato in "giudeo-massoneria italica"
della quale Livorno sarebbe "capitale" ?
- possibile che, dal suo insediamento, questa Amministrazione si
sia particolarmente distinta per accanita unilateralità nei
confronti del cosiddetto conflitto israelo-palestinese ,ammesso
che sia proprio di enti locali occuparsi di politica estera?
Questioni chiare intorno alle quali, però, molti appunto
"ciurlano nel manico" non replicando sulla sostanza ma
riproponendo, in modo automatico, slogan che niente hanno a che
vedere con i rilievi mossi.
Ne esce un quadro di Livorno, al netto dei numerosi messaggi di
condivisione, nel quale pregiudizio antisemita e viscerale odio
verso Israele, cosa assai diversa dalla legittima critica per
azioni del governo di turno, trovano ampio posto e
ridimensionano assai quell'idilliaca descrizione della città
"senza ghetto,tollerante e liberale" che tanto si usa decantare.
Il richiamo a pregiudizi razzisti fatti propri dal fascismo,
nella città che vide la cacciata del legittimo Sindaco Mondolfi
e dei suoi amministratori da parte dei fascisti, avrebbe dovuto
suscitare ben più numerose reazioni, silenti invece anche quei
settori politici che pur usano richiamarsi spesso e volentieri
all' "antifascismo".
La città che, pur governata dal PCI già non più vicino a
Israele, volle istituire il primo gemellaggio tra una città
italiana e una israeliana,ancora nel 1961, di fronte a quegli
avvenimenti oggi avrebbe dovuto saper e voler agire, cosa
peraltro doverosa per un'Amministrazione che in quanto tale deve
rappresentare tutti i cittadini e non solo i propri elettori
(peraltro divisi anche su questo tema), offrendo ai cittadini
opportunità di assistere a dibattiti equilibrati, presenti
quindi le varie posizioni, e non a iniziative d'indottrinamento
unaliterale, in questo caso filopalestinesi.
"Livorno delle genti" si chiama il percorso culturale comunale
che,ad oggi,ci ha offerto un paio di militanti iniziative di
propaganda filopalestinese ma, per ora, andrebbe aggiornato in
"Livorno di alcune genti", con tanti saluti alla città delle
Nazioni che seppe crescere con esse.
Gadi Polacco
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