domenica 13 febbraio 2011

Riflessioni a margine della manifestazione "antisraeliana" di sabato 12 febbraio 2010 a Livorno


Sabato 12 Febbraio 2011 a Livorno si è tenuta, come ogni anno, una manifestazione antisraeliana-antisionista, talvolta carica di rigurgiti antisemiti, che aveva come scopo il boicottaggio di aziende e di prodotti israeliani. In questa occasione il bersaglio è stata la” Zim”, colpevole di essere una compagnia appartenente allo Stato di Israele.

Ho assistito al corteo dei soliti portatori di odio e pregiudizio, non volenterosi di esporre critiche ai governi di destra o di sinistra israeliani bensì di demonizzare sotto ogni profilo lo Stato di Israele e la sua popolazione.

Mi ha colpito particolarmente vedere fra le tante bandiere palestinesi anche una bandiera del movimento terroristico di Hezbollah, carico di odio antisemita tanto che, in diverse foto sul web, è possibile vedere i terroristi di questo movimento fare il saluto nazista.

Ho colto quindi l'occasione di agire a modo mio, sono andato ad acquistare degli ottimi avocados e dei meravigliosi melograni Made in Israel; mancavano i pompelmi sennò avrei comprato anche quelli!

Volevo cogliere l'occasione per ringraziare i boicottatori che con la loro propaganda di odio, ogni anno riescono a farmi ricordare quali prodotti acquistare: quelli con codice a barre 729.

Credo pertanto che ci si concentri eccessivamente sul conflitto israelo-palestinese, perdendo di vista gli altri innumerevoli conflitti che ancora oggi devastano il mondo .

Vorrei farvi riflettere su alcuni punti che delineano la vera essenza dello Stato di Israele:

  1. 1 milione e mezzo di Arabi-Israeliani vivono in Israele.

  2. La lingua araba in Israele è riconosciuta come lingua ufficiale insieme a quella ebraica.

  3. Dimensioni: Israele è 1/6 del 1 % del mondo arabo.

  4. Israele ha costruito 6 università, 20 college, e 166 cliniche per i palestinesi tra il 1967 e il 1995.

  5. 19 di 21 nazioni arabe non hanno mai riconosciuto il diritto all'esistenza di Israele.

  6. Israele è l'unico paese nel Medioriente dove vi è protezione legale dalla discriminazione e dai conseguenti crimini di odio nei confronti degli omosessuali.

  7. Israele riconosce ufficialmente 15 religioni.

  8. Israele è all'avanguardia nelle innovazioni mediche, qua è stata inventata una pillola con una videocamera in grado di diagnosticare i problemi intestinali.

  9. Israele è all'avanguardia nelle innovazioni amiche dell'ambiente: per chi non lo sapesse ha sviluppato una nuova tecnologia che elimina la necessità di usare i pesticidi nelle coltivazioni idroponica.

  10. Fin dalla sua fondazione, Israele è stata all'avanguardia nei programmi umanitari nel mondo:

conduce circa 300 corsi annuali per le nazioni emergenti e ha allenato più di 200000 partecipanti in 130 paesi, dall'Albania allo Zimbabwe, sull'agricoltura nei deserti, sulla gestione delle acque, sulla prevenzione della desertificazione, sulle medicine, sull'assorbimento dei rifugiati e sui programmi di lavoro.

 

Le missioni israeliane di soccorso includono quelle come in Turchia nel 1999 e in Grecia, così come in Ruanda, dove Israele ha tempestivamente mandato aiuti medici, di salvataggio e di cibo. Non meno importante è stato l'aiuto di questo stato durante la tragedia di Haiti, dove in un video su Youtube è possibile vedere la folla haitiana urlare: ” Israel good job!” poiché gli Israeliani erano riusciti a salvare una vittima dopo parecchie ore di scavi.

 

Il programma Israel's Save A Child's Heart (SACH) è il più grande programma del mondo per i bambini delle nazioni povere che necessitano di interventi al cuore. Senza alcuna spesa per i propri pazienti, SACH ha aiutato più di 700 bambini del Congo, Cina, Autorità Nazionale Palestinese,Nigeria e altri paesi.

 

Nell'anno 2000 solo Israele ha finanziato la costruzione di ospedali in diverse aree come in Mauritania, Gaza, Ucraina e Turchia.

 

11)Israele è l'unica democrazia del Medioriente dove tutti i cittadini hanno diritto di voto, di protesta, di manifestazione, di riunione.

 

12)Apartheid: Sistema in Sud Africa dove una piccola minoranza di bianchi comandavano sulla maggioranza della popolazione nera che subiva discriminazioni politiche,economiche,sociali e di segregazione. Infatti i neri nel Sud Africa dell'apartheid non potevano essere cittadini,votare,partecipare nel governo e fraternizzare con i bianchi.

 

Israele, una democrazia come gli Stati Uniti, dà uguali diritti,libertà e protezione a tutti i suoi cittadini.

Gli Arabi-Israeliani partecipano in pieno e in ugual modo nella società israeliana.

Mentre Israele, come tutte le democrazie multietniche, lotta contro gli svantaggi che le sue minoranze sperimentano, le sue leggi provano sradicare e non a diffondere il fenomeno della discriminazione.

Israele non ha mai formalmente annesso il West Bank o Gaza(quest'ultima ricordo è stata completamente lasciata ai Palestinesi da Israele), e i Palestinesi non sono cittadini israeliani e sperano di avere il proprio stato.

Oggi i palestinesi hanno il proprio governo, l'autorità nazionale palestinese.

Gavriel Zarruk

 


Livorno "complice del regime sionista"

I livornesi l'hanno saputo sabato 13 febbraio quando,nel pomeriggio, uno
sparuto e stanco corteo dei "boicottatori" vari antisraeliani,per lo più
giunti appositamente da foravia, ha attraversato le vie del centro per
sua sfortuna incrociando "Choccolandia 2011", kermesse dei Maestri
cioccolatai : "Livorno è complice del regime sionista", recitava un
volantino in nostalgico stile retrò.
Da tempo immemorabile,infatti,il porto labronico è reo, per i
"boicottatori", di lavorare con la compagnia israeliana ZIM,leader nel
settore del trasporto marittimo che scalerebbe le banchine livornesi con
"decine" di navi al mese ("magari", si commentava in ambito portuale,,,).
Se è indubbiamente vero che ZIM sia fortunatamente uno dei principali
clienti del porto di Livorno,seppur con molte meno navi di quelle
contate con grande fantasia dagli estensori del volantino,addirittura
Rifondazione Comunista spiega in un suo comunicato propedeutico al
corteo che la storia della compagnia di navigazione "è all'origine
stessa dello Stato di Israele",archiviando quindi fatti e personaggi ai
quali,parrebbe di capire,incautamente viene attribuita l'impresa.
A completare il materiale (dis)informativo anche un'ardita analisi delle
colpe del sionismo e d'Israele,in sintesi tutte quelle immaginabili (a
parte il maltempo,non citato forse per mancanza di spazio) : tra le
varie,il sionismo "è insieme una potente arma culturale,una lobbie
economico finanziaria,un centro di potere politico militare" che crea
dittature, "opera in tutto il mondo ,coi suoi servizi
segreti,affiancando la CIA..", "ha appoggiato i regimi fascisti del
Centro America",e così via farneticando.
Potrebbe esserci però del vero, ovviamente ironizzando,circa la
recidività di Livorno nell'essere complice del sionismo : anche le
autorità fasciste,sulla base della stessa teoria del "complotto" che ha
prodotto nei secoli i peggiori libelli antisemiti,teneva d'occhio i
pericolosi sionisti che si riunivano in città e,addirittura dietro
sollecitazione diretta del PNF centrale, incaricò tre imbarazzati
poliziotti (lo si evince dal rapporto stilato) di indagare
sull'attività eversiva che veniva compiuta (la fantasia sembra essere
caratteristica delle visioni estremistiche) nei sotterranei del
Tempio,ove si sospettava fortemente che venisse battuta moneta falsa a
scopo di colpire il regime e così via dicendo.
Anche sabato,riferiscono alcuni osservatori,un drappellino di
"boicottatori" avrebbe espresso delusione per il fatto che la Sinagoga
apparisse chiusa e,più che altro,fosse invece evidente una discreta ma
concretamente dissuasiva presenza delle forze dell'ordine (forse
volevano raccogliersi in preghiera...).
E pensare che nel corteo vi erano,probabilmente, iscritti o discendenti
di iscritti del PCI imperante a Livorno per decenni,ben viva l'URSS,
partito che nei primi anni Sessanta del secolo scorso dette vita al
primo gamellaggio tra una città italiana,Livorno appunto,ed una dell'
"entità sionista" (Bat Yam) : potenza del complotto sionista.....

martedì 8 febbraio 2011

Al Consiglio Comunale di Rosignano intervento del Consigliere Di Quattro per commemorare Tullia Zevi (z.l.)

Il Consigliere Giuseppe Di Quattro è intervenuto oggi,in sede di Consiglio Comunale di Rosignano M.mo (LI), con la seguente comunicazione in ricordo di Tulli Zevi (z.l.):

AL SINDACO

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE

Tullia Zevi, tra gli esponenti più autorevoli e rispettati del mondo ebraico Italiano, è scomparsa sul finire di sabato 22 gennaio,all'età di 92 anni.

Hanno reso omaggio alla sua figura molti esponenti del mondo politico italiano e non solo, mentre i sentimenti di tutto il Paese sono stati ben interpretati dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha lasciato il Quirinale per unirsi ai famigliari colpiti dal lutto.

A Tullia Zevi ,unica donna eletta ad oggi Presidente dell’Unione della Comunità Ebraiche Italiane (UCEI) oggi il Comune di Rosignano rende omaggio.

Fu l’artefice dell’Intesa tra lo Stato Italiano e l'ebriaismo del nostro paese :donna dotata di grande sensibilità e relazioni internazionali,seppe interagire con intelligenza tra le diverse sensibilità politiche e religiose, spesso opposte: ha contribuito,insieme all'operato del Rabbino Elio Toaff,a spiegare all’Italia cosa sia l’ebraismo contemporaneo,seppur dalla sua posizione laica, contribuendo alle istanze antifasciste ed antirazziste.

Donna colta e raffinata, giornalista internazionale e musicista, la chiamavano la "Signora del messaggio", per le realazioni che seppe trattenere,anche in favore del nostro paese,con i circoli americani,molto seguita dalla stampa liberale americana.

Credo che questi pochi cenni sulla sua vita già bastino perassicurarle un posto nella nostra storia e non è un caso che Indro Montanelli dicesse che sarebbe stata la sua candidata ideale alla Presidenza della Repubblica.


GIUSEPPE DI QUATTRO

GRUPPO P D L

venerdì 4 febbraio 2011

Medio Oriente,due fatti e la pace in pericolo

Egregio Direttorede "Il Tirreno",
nel suo articolo del 4 febbraio 2011 Giorgio Gallo,opportunamente dinanzi all'evidenza della nuova incandescente situazione in gran parte del Medio Oriente,si interroga circa i pericoli che corre il già difficile ed estenuante percorso verso la pace in quell'area.
Il quadro che delinea non mi pare però completo e qualche affermazione è partigiana, nel guardare ad Israele sempre con sospetto e pregiudizio.
Secondo Gallo,infatti,Israele vuole espandere gli insediamenti "...fino al punto di rendere impossibile la costituzione di uno stato palestinese" e ancora "Israele ha finora fidato sull'isolamento sostanziale dei palestinesi per mantenere e rafforzare il controllo su tutta la Palestina..." : a parte la opinabile e pregiudiziale presunzione di fondo che si evince ,in base alla quale Israele non sarebbe interessato a vivere in pace ma solo a "controllare", di quale "tutta" Palestina stiamo parlando?!
E' noto che dal 2005 gli israeliani hanno lasciato Gaza ed altrettanto noto è che,dal 2007, Hamas detiene tirranicamente il potere nella striscia dopo aver estromesso l'Autorità Palestinese : analogamente è risaputo che l'Autorità Palestinese amministra la cosiddetta "West Bank".
A seconda dei punti di vista ,nel caso, la questione è relegata a pochi chilometri quadrati relativi a Gerusalemme Est ed a qualche "insediamento" : se il continuare a parlare o scrivere di controllo su "tutta" la Palestina non è quindi mera operazione nostalgica, temo che si metta in discussione il diritto all'esistenza d'Israele su quello che, visioni estremistiche ed integraliste a parte, è il suo legittimo territorio.
Ingannevole è anche il riferimento ai giacimenti di gas "al largo di Gaza" ,nel presupposto evidentemente che non vi sia un "largo" d'Israele: senza voler entrare in pedanti questioni geografiche o relative alle acque territoriali basti ricordare che "Leviatan", l'ingente giacimento scoperto e di gran lunga assai più importante degli altri,si trova al largo di Haifa,quindi ben lontano dalla striscia e dall'Egitto.
Accanto al giusto anelito a libertà,democrazia ,lavoro e dignità che Gallo riconosce ad egiziani e palestinesi,manca un pensiero per la sicurezza ed il diritto all'esistenza per Israele e ci si dimentica anche di completare il quadro di una situazione che,inevitabilmente e comprensibilmente,non può non allarmare assai Gerusalemme : la situazione in Libano è ancora traballante e l'influenza di Hezbollah (non proprio  esempio di democrazia e pacifismo) aumenta parallelamente a quella dei suoi padrini iraniani ,guidati da quel bravo ragazzo che vuole cancellare Israele,ma non solo,dalla faccia della terra. Scossoni si registrano anche in Siria (altra dittatura) ed in Giordania,mentre in Egitto accade quello che sappiamo,a Gaza vige la dittatura dei terroristi di Hamas (quelli dei razzi,dei terroristi suicidi e che tengono da anni un innocuo ragazzo prigioniero chissà dove anche loro sponsorizzati dal brav'uomo di Teheran) e l'Autorità Palestinese vacilla pericolosamente.
Direi che a guardare il quadro per intero,quindi non solo ai particolari che fanno comodo,emerga chiaramente come le preoccupazioni israeliane siano ampiamente giustificate e come l'impasse del processo di pace appaia conseguenza elementare di tutto ciò.
Certo anche Israele non è immune da errori (non basta la democrazia ad evitare sbagli) ma quello che colpisce in certe visioni,come quella che ci prospetta nell'articolo citato Giorgio Gallo, è l'incapacità di superare il pregiudizio antisraeliano per prendere atto che il maggior problema dei palestinesi,i quali a ben diritto aspirano ad una vita normale, non è Israele ma si trova altrove,in particolare in chi quella popolazione amministra con incapacità oppure con tirranica prepotenza (le agenzie di stampa hanno riferito in questi giorni di migliaia di adesioni,su Facebook,ad un gruppo che invita a scendere in strada per protestare contro l' "amministrazione" di Hamas)
Se proprio non si vuole guardare anche ai diritti d'Israele,almeno si cerchi di aiutare veramente i palestinesi ad uscire dalla propria tragica situazione,invece di buttarli sempre più nelle mani,seppur "fraterne",di chi ha dimostrato ampiamente di essere interessato a tutto meno che al benessere dei propri cittadini : questo si che aiuterebbe la pace in quelle zone.
Grazie e cordiali saluti,
Gadi Polacco