martedì 20 dicembre 2016

DICEMBRE INTERRELIGIOSO : IL 24 SERA L'INIZIO DELLA FESTA EBRAICA DI HANUCCHA' CHE SI "INCONTRERA' " POI CON IL NATALE

Il mondo ebraico festeggia, per otto giorni a partire dal 24 dicembre sera, la festa di Hanucchà ( Chanukka') , nota anche come "festa delle luci". Nel suo percorso incontrerà quindi anche il Natale cattolico, in questo mese che ha visto pure importanti ricorrenze islamiche. Come spesso accade, non sempre uguale a causa dell'interazione tra i vari calendari di riferimento, dicembre si presenta dunque come un mese assai "interreligioso".
COMUNITANDO- www.livornoebraica.org , rivolge quindi a tutti i credenti interessati,a ciascuno secondo la propria fede, i migliori auguri per le festività e a tutti per il nuovo anno civile.
COMUNITANDO, blog ebraico a cura di Gadi Polacco



Il sito www.ucei.it annota a riguardo della festività:

Chanukkà nel calendario autunnale è preceduta da circa due mesi in cui non c'è alcuna ricorrenza, a parte il sabato e i capomese. Probabilmente anche per questo l'atmosfera è particolarmente allegra e i bambini la aspettano con ansia.
La festa di Chanukkà, tra tutte le antiche ricorrenze ebraiche, è l'unica che non affondi in qualche modo le sue radici nella Bibbia e nei suoi racconti; è una festa stabilita dai Maestri del Talmud e ricorda un avvenimento accaduto in terra di Israele, nel 168 a.e.v.
Antioco Epifane di Siria – ottavo re della dinastia seleucide, erede di una piccola parte dell'Impero appartenuto ad Alessandro Magno – voleva imporre la religione greca alla Giudea. Le mire di ellenizzazione furono contrastate e impedite da Mattatià, un sacerdote di Modiin della famiglia degli Asmonei che insieme ai suoi sette figli, diedero avvio alla rivolta.
Chanukkà è conosciuta anche come la festa del miracolo dell'olio: quando dopo una strenua battaglia, il 25 di Kislev di tre anni dopo (165 a.e.v.), il Tempio fu riconquistato, si doveva procedere alla riconsacrazione. Nel Tempio però fu trovata una sola ampolla di olio puro recante il sigillo del Sommo Sacerdote. Per la preparazione di olio puro (viene considerato olio puro quello raccolto dalle prime gocce della spremitura delle olive) occorrevano otto giorni. Nel trattato talmudico di Shabbat (21b) leggiamo del grande miracolo che occorse: l'olio che poteva bastare per un solo giorno, fu sufficiente per otto giorni, dando così la possibilità ai Sacerdoti di prepararne dell'altro nuovo. In ricordo di quel miracolo, i Saggi del Talmud istituirono una festa di lode e di ringraziamento al Signore che dura appunto 8 giorni: Chanukkà che letteralmente, significa "inaugurazione".
La prima sera della festa si accende un lume su un candelabro speciale a nove bracci, e ogni sera, per otto giorni, se ne aggiunge uno in più, fino a che l'ottava sera si accendono 8 lumi. Questo candelabro si chiama Chanukkià e può avere diverse forme. L'indicazione è che gli otto contenitori per le candele siano tutti allineati alla stessa altezza e che il nono – lo shammash, il servitore, quello che serve per accendere gli altri lumi – sia in una posizione diversa.
I bambini ricevono regali e in particolare delle trottoline su cui compaiono le iniziali delle parole "Un grande miracolo è avvenuto lì".
Uno dei precetti relativi alla festa è quello di "rendere pubblico il miracolo", per questo si usa accendere i lumi al tramonto o più tardi, quando c'è ancora gente nelle vie, vicino alla finestra che si affaccia sulla strada, al fine di rendere pubblico il miracolo che avvenne a quel tempo. Negli ultimi anni nelle grandi piazze di alcune città italiane, si issa un'enorme Chanukkià i cui lumi vengono accesi in presenza di numerosi intervenuti.







lunedì 19 dicembre 2016

E' scomparsa Matilde Beniacar ,ultima testimone della Comunità sopravvissuta ai campi di sterminio

E' scomparsa stamani a Cecina Matilde Beniacar (z.l,) , ultima testimone della Comunità Ebraica livornese ,soppravvisuta alla deportazione nazifascista nei campi di sterminio.
Nel 1996 lo storico Marcello Pezzetti, per conto del CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea) l'aveva intervistata : il materiale relativo a questo incontro è visibile al link
http://digital-library.cdec.it/cdec-web/audiovideo/detail/IT-CDEC-AV0001-000017/matilde-beniacar.html
Nata a Smirne (Turchia) il 18 gennaio 1926, era figlia  di Moise Beniacar e Estrea Levi.  Come ricorda la scheda biografica curata da Pezzetti "ha due sorelle e un fratello più giovani: Perla, Bulissa e Giacomo. La famiglia di origini italiane conduce in Turchia  una vita agiata grazie al lavoro del padre, proprietario di una fabbrica di mobili. Nel 1933 lo Stato turco li costringe a rimpatriare in Italia a Livorno. Il padre trova lavoro alla raffineria Anic, ma nel 1938, a causa della legislazione antiebraica, viene licenziato."
"Matilde Beniacar è costretta a cercarsi un lavoro. Trova così un impiego in una fornace per la lavorazione del vetro.", prosegue la scheda ,"per sfuggire ai bombardamenti sulla città  sfollano a Borgo a Buggiano, sulle colline intorno a Livorno ( in realtà provincia di Pistoia - NDR). Qui Il 25 gennaio 1944 sono arrestati e portati al carcere di Pistoia. Da lì tradotti al carcere di Santa Verdiana di Firenze e in seguito trasferiti al campo di Fossoli. Dopo quindici giorni di permanenza sono caricati sui vagoni per Auschwitz dove approderanno nella notte del 27 febbraio 1944. All'arrivo è separata dal resto della famiglia (padre, madre, sorelle e fratello) che finirà nelle camere a gas. Matilde è assegnata ai lavori forzati nel campo di Birkenau, per la costruzione di fortificazioni. Gira diversi campi di concentramento: Gusen, Bergen Belsen, Dachau, Buchenwald e infine Mauthausen. Finalmente Il 5 maggio 1945 l'esercito americano entra a Mauthausen. Lei insieme agli altri prigionieri è libera, ma il suo stato di salute è molto compromesso. Immediatamente viene ricoverata in un ospedale e curata adeguatamente. Torna in Italia con la Croce Rossa italiana, passando per il campo profughi di Pescantina.".
Nel novembre 2014 aveva potuto incontrare nuovamente, dai tempi della deportazione, un'amica livornese, Sol Citone, trasferitasi dopo varie peripezie a Haifa,in Israele ( http://moked.it/blog/2014/11/25/livorno-sol-e-matilde-70-anni-per-un-nuovo-abbraccio/ ).

I funerali averanno luogo domani, 20 dicembre 2016, alle 14.30 presso il Cimitero Ebraico, come annunciato dalla Comunità Ebraica che invita a " rendere il dovuto omaggio ad una sopravvissuta e testimone della Shoà".
Sia il suo ricordo per benedizione e che la sua testimonianza sia di monito per noi e per le generazioni future.


COMUNITANDO
www.livornoebraica.org
(a cura di Gadi Polacco)



mercoledì 26 ottobre 2016

NUOVA INIZIATIVA DELL'ON STEFANO MAULLU (PARLAMENTO EUROPEO),INSIEME ALL'ON FULVIO MARTUSCIELLO, CONTRO LE PREGIUDIZIALI POSIZIONI UNESCO

All'email di questo blog è pervenuta la corrispondenza riportata. Un
grazie all'On Stefano Maullu (Parlamento Europeo) e al suo collega On.
Fulvio Martusciello per l'attenzione dimostrata.

lunedì 10 ottobre 2016

IL MONDO EBRAICO CELEBRA IL SOLENNE GIORNO DEL KIPPUR 5777


Kippur 5777. Da domani sera sino a mercoledi sera il mondo ebraico osserverà il solenne giorno del Kippur. A tutti l'auspicio di ottenere una benevola "firma" per un buon anno,
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Lo faccio con le parole finali del discorso per Kippur 5714 (1953) pronunciate in vista di Neilà (la preghiera finale del Kippur) nel Tempio di Ferrara da mio padre, Rav Bruno G.Polacco (zl), del quale a breve ricorrerano cinquanta anni dalla scomparsa terrena e cento dalla nascita :
"Anche noi, Signori, siamo quasi giunti alla vetta di quell'alto monte su cui sventola il vessillo della purezza e della remissione e, dalla profondità dell'indagine introspettiva nel nostro animo, dall'accurato spoglio delle nostre azioni passate, dipende il superamento delle ultime scoscese rampe che da noi lo dividono.

Ascoltiamo quindi , perchè siamo ancora in tempo per farlo,dalla voce del Veggente l'invito di Colui che regge l'Universo e appoggiati,a destra dall'arcangelo Mihaele e a sinistra dall'arcangelo Gabriele e da tutte le celesti schiere di Nomi angelici che si formeranno con le lettere che compongono le parole delle nostre preci, eleviamoci alla divina Misericordia.

Sia ascoltata la preghiera dei mandatari pubblici, sia accetta la nostra e quella dei nostri cari materialmente o spiritualmente lontani, e col Suo perdono ci iscriva Iddio nel Libro della buona vita. Amèn"

​ (Livorno,1966 : il Rabbino Capo d'Israele Rav Nissim, Rav Bruno G. Polacco e il Presidente della Comunità di Livorno,Prof. Renzo I. Cabib, zz.ll)



Gadi Polacco


Dal sito UCEI.IT
Il dieci del mese di Tishrì cade lo Yom Kippur, giorno considerato come il più sacro e solenne del calendario ebraico.
E' un giorno totalmente dedicato alla preghiera e alla penitenza e vuole l'ebreo consapevole dei propri peccati, chiedere perdono al Signore. E' il giorno in cui secondo la tradizione Dio suggella il suo giudizio verso il singolo.

Se tutti i primi dieci giorni di questo mese sono caratterizzati dall'introspezione e dalla preghiera, questo è un giorno di afflizione, infatti in Levitico 23:32 è scritto "voi affliggerete le vostre persone". E' un giorno di digiuno totale, in cui ci si astiene dal mangiare, dal bere e da qualsiasi lavoro o divertimento e ci si dedica solo al raccoglimento e alla preghiera; il digiuno che affligge il corpo ha lo scopo di rendere la mente libera da pensieri e di indicare la strada della meditazione e della preghiera.
Prima di Kippur si devono essere saldati i debiti morali e materiali che si hanno verso gli altri uomini. Si deve chiedere personalmente perdono a coloro che si è offesi: a Dio per le trasgressioni compiute verso di Lui, mentre quelle compiute verso gli altri uomini vanno personalmente risarcite e sanate.

Ci si deve avvicinare a questo giorno con animo sereno e fiduciosi che la richiesta di essere iscritti da Dio nel "Libro della vita", sarà esaudita. La purezza con cui ci si avvicina a questa giornata da alcuni è sottolineata dall'uso di vestire di bianco.

E' chiamato anche "Sabato dei sabati", ed è l'unico tra i digiuni a non essere posticipato se cade di sabato.

Kippur è forse la più sentita tra le ricorrenze e anche gli ebrei meno osservanti in questo giorno sentono con più forza il loro legame con l'ebraismo. Un tempo, gli ebrei più lontani venivano detti "ebrei del Kippur" perché si avvicinavano all'ebraismo solo in questo giorno.

L'assunzione della responsabilità collettiva è un altra delle caratteristiche di questo giorno: in uno dei passi più importanti della liturgia si chiede perdono dicendo "abbiamo peccato, abbiamo trasgredito….". La liturgia è molto particolare e inizia con la commovente preghiera di Kol Nidrè, nella quale si chiede che vengano sciolti tutti i voti e le promesse che non possono essere state mantenute durante l'anno.

Questa lunga giornata di 25 ore viene conclusa dal suono dello Shofàr, il corno di montone, che invita di nuovo al raccoglimento, e subito dopo dalla cerimonia di "separazione" dalla giornata con cui si inizia il giorno comune.


sabato 1 ottobre 2016

Il mondo ebraico si appresta ad entrare nell'anno 5777 : quest'anno coincidenza con il Capodanno Islamico.

Con l'imminente Capodanno (Rosh Hashanà) il mondo ebraico si appresta ad entrare nell'anno 5777.
Il 3 ottobre anche il calendario islamico prevede l'inizio del nuovo anno.
COMUNITANDO-www.livornoebraica.org, blog a cura di Gadi Polacco, rivolge il proprio augurio alle comunità in festa e auspica quanto di meglio anche per tutti gli altri.
תכלה שנה וקללותיה
תחל שנה וברכותיה

"Termini l'anno con tutte le sue maledizioni e inizi l'anno con tutte le sue benedizioni"



Rosh Ha-Shanah, il capodanno ebraico, cade i primi due giorni del mese di Tishrì ed è il capo d'anno per la numerazione degli anni, per il computo dei giubilei e per la validità dei documenti.
(da www.ucei.it)

Ha un carattere e un'atmosfera assai diversi da quella normalmente vigente nel capo d'anno "civile" in Italia. Infatti è considerato giorno di riflessione, di introspezione, di auto esame e di rinnovamento spirituale. E' il giorno in cui, secondo la tradizione, il Signore esamina tutti gli uomini e tiene conto delle azioni buone o malvagie che hanno compiuto nel corso dell'anno precedente. Nel Talmud infatti è scritto "A Rosh Ha-Shanah tutte le creature sono esaminate davanti al Signore". Non a caso tale giorno nella tradizione ebraica è chiamato anche "Yom Ha Din", il giorno del giudizio. Il giudizio divino verrà sigillato nel giorno di Kippur, il giorno dell'espiazione. Tra queste due date corrono sette giorni che sommati ai due di Rosh Ha-Shanà e a quello di Kippur vengono detti i "dieci giorni penitenziali".

Rosh Ha-Shanah riguarda il singolo individuo, il rapporto che ha con il suo prossimo e con Dio, le sue intenzioni di miglioramento.

Nella Torà, (Levitico 23:23,24) il primo giorno del mese di Tishrì è designato come "giorno di astensione dal lavoro, ricordo del suono, sacra convocazione", e nuovamente in Numeri (29:1,6) è ripetuto che è "un giorno di suono strepitoso": un altro dei nomi di questa festa è "Yom Teru'a", giorno del suono dello Shofar, il grande corno. In ottemperanza al comando biblico in questo giorno viene suonato lo Shofar, simbolo del richiamo all'uomo verso il Signore. Questo suono serve a suscitare una rinascita spirituale e a portare verso la teshuvà, il pentimento, il ritorno verso la giusta via. Lo Shofar, oltre a chiamare a raduno, ricorda l'episodio biblico del "sacrificio" di Isacco, sacrificio in realtà mai avvenuto in quanto fu sacrificato un montone al posto del ragazzo. Il corno deve essere di un animale ovino o caprino in ricordo di questo episodio. Inoltre lo shofar ricorda il dono della Torà nel Sinai che era accompagnato da questo suono e allude anche al Grande Shofar citato in Isaia (27:13) "E in quel giorno suonerà un grande shofar", annunciatore dei tempi messianici.

I suoni che vengono emessi da questo strumento sono di diverso tipo: note brevi, lunghe e interrotte; secondo una interpretazione esse sono emesse in onore dei patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe.

Rosh Ha-Shanah è chiamato anche Giorno del Ricordo, infatti la tradizione vuole che Dio proprio in questa data abbia finito la Sua opera di creazione e sarebbe stato creato Adamo, il primo uomo.

Un uso legato a questa giornata vede l'ebreo recarsi verso un corso d'acqua o verso il mare e lì recitare delle preghiere e svuotarsi le tasche, atto che rappresenta simbolicamente il disfarsi delle colpe commesse e un impegno simbolico a rigettare ogni cattivo comportamento, come scritto nel libro biblico di Michà : "Getterai i nostri peccati nelle profondità del mare".

Gli ebrei azkenaziti in questo giorno vestono di bianco, simbolo di purezza e rinnovamento spirituale. Anche i rotoli della Torà e l'Arca vengono vestiti di questo colore. Quest'usanza può essere ricondotta al verso di Isaia (1:18) in cui è scritto: "quand'anche i vostri peccati fossero come lo scarlatto, diverranno bianchi come la neve".

A Rosh Ha-Shanah si usa mangiare cibi il cui nome o la cui dolcezza possa essere ben augurante per l'anno a venire. Il pane tipico della festa assume una forma rotonda, a simbolo della corona di Dio e anche della ciclicità dell'anno. Con l'augurio che l'anno nuovo sia dolce, si usa mangiare uno spicchio di mela intinta nel miele. Si usa anche piantare dei semini di grano e di granturco che germoglieranno in questo periodo, in segno di prosperità.


Immagine : antica riproduzione della cerimonia del Capodanno,con il pubblico assorto,in piedi,ad ascoltare il suono dello Shofar.





venerdì 30 settembre 2016

COMINCI L'ANNO COLLE SUE BENEDIZIONI! - Un discorso per Rosh Hashanà,il Capodanno Ebraico, del Rabbino Samuele Colombo (zl)

Il Capodanno del 5673, la sera dell'11 settembre 1912, nel suo consueto discorso al Tempio di Livorno, il Rabbino Colombo riflette' sul senso del piut (componimento poetico)  אחות קטנה (Achot Chetana'), che si legge nelle sere di Rosh Ha-Shana', il Capodanno Ebraico.
Come puo' essere, si chiese, che ogni anno benediciamo l'anno nuovo con "Cominci l'anno con tutti i suoi beni" e ci congediamo dall'uscente con "Termini l'anno con tutte le sue maledizioni"? Come puo' essere che ogni anno le benedizioni annunciate si trasformino in maledizioni? 
La risposta, come leggerete nel discorso allegato, sta nel punto di vista da cui si considerano le cose: non sempre, scrive il Rabbino Colombo, quello che noi chiamiamo male e' veramente e propriamente un male.
Come da Sua conclusione: Sia dunque benvenuto il nuovo anno con tutte le infinite e misteriose sue benedizioni!
(Si ringrazia Ariel Viterbo per il materiale)

mercoledì 28 settembre 2016

CORDOGLIO DEL MONDO EBRAICO LIVORNESE PER LA SCOMPARSA DI SHIMON PERES

La scomparsa dello statista israeliano Shimon Peres riscontra sincero cordoglio anche all'interno del mondo ebraico livornese,come testimoniano i messaggi e i commenti proposti nei social.
Indipendentemente,infatti,dalle visioni o dalle simpatie politiche si tratta indubbiamente di un personaggio che ha attraversato l'intera storia dello Stato d'Israele,dove vivono anche molti livornesi, dalla sua fondazione ad oggi : con lui si chiude un'era.
I suoi numerosi impegni lo avevano portato spesso anche in Italia , dove era stato anche assai di recente.
Questa la nota diffusa dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane :  "Con Shimon Peres - afferma Noemi Di Segni, presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane - scompare uno degli uomini che più ha segnato la storia del ventesimo e del ventunesimo secolo. Del moderno Stato di Israele è stato uno dei padri fondatori, una delle figure che maggiormente ne ha plasmato la storia, l'identità e la visione. Ma globali, nel solco di quell'impegno, sono stati il suo coraggio e il suo messaggio di fratellanza e amicizia tra i popoli. Un messaggio veicolato universalmente grazie a qualità e sensibilità fuori dal comune".
"La testimonianza tangibile dell'incisività del suo lavoro - aggiunge la presidente UCEI - nelle parole e nelle testimonianze di cordoglio che stanno arrivando da tutto il mondo e che descrivono l'intero arco di una vita straordinaria, segnata da grandi incontri ma anche da grandi complessità, e giustamente premiata con il Nobel per la Pace".
Nel giorno in cui molti fanno necessariamente riferimento alla sua figura di leader mondiale e al suo impegno per la pace fra i popoli, osserva ancora, "è giusto ricordare anche la sua maniera di intendere l'alto incarico di Presidente dello Stato di Israele". Essere Presidente, disse già al momento del suo insediamento nel più alto incarico dello Stato, significa infatti "essere il riferimento di un'intera società e impegnarsi nel difficile compito di ascoltare tutti, di rappresentare tutti, nessuno escluso". Un impegno sempre difficile, ma ancora più arduo se si tratta di rappresentare una società tanto complessa e ricca di idee e di umanità come è la società di Israele. "Gli ebrei italiani e l'umanità intera - si conclude la nota - piangono Shimon Peres: uomo di cultura, dialogo, coraggio, larga visione. Sia il suo insegnamento tramandato di generazione in generazione e il suo ricordo di benedizione per noi tutti".

COMUNITANDO
www.livornoebraica.org
(a cura di Gadi Polacco)






venerdì 16 settembre 2016

SHALOM PRESIDENTE EMERITO CIAMPI

Il Presidente Emerito Ciampi con un altro grande livornese, il Rabbino
Elio Toaff scomparso nel 2015. Un'amicizia consolidata sin dalla gioventù.

(foto da ww.moked.it )

venerdì 15 luglio 2016

SOLIDARIETA' PER L'ECCIDIO DI NIZZA

COMUNITANDO condivide e diffonde questa nota dell'Associazione Ebraica "Benè Berith",unendosi al cordoglio per le vittime dell'attacco terroristico avvenuto ieri a Nizza.

VICINI ALLA FRANCIA COLPITA NUOVAMENTE



Ai Consolati Onorari di Francia di Firenze e Livorno
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Ancora una volta la tragica realtà dei fatti, con l'orribile eccidio occorso a Nizza, ci porta ad esprimere solidarietà e vicinanza alla Francia e al suo popolo.

Quanto accaduto, per giunta nel giorno che richiama valori cari alla Francia ma condivisi da tutto il mondo libero, colpisce tutti coloro che hanno a cuore la convivenza civile che non può che realizzarsi nel rispetto dei valori dell'uomo..

Nel pregarVi di far pervenire alle Autorità francesi la nostra vicinanza,facciamo proprio il messaggio, di seguito riportato, del Benè Berith di Francia.

Sia il ricordo delle vittime di Nizza per benedizione.

Associazione ebraica
Benè Berith "Isidoro Kahn"


 

Nouvelle attaque du terrorisme au cœur de la France le jour de la célébration des valeurs républicaines de Liberté et de Fraternité

 

Huit mois à peine après les attentats de Paris une terrible attaque meurtrière à Nice le jour de la Fête Nationale. Alors que le feu d'artifice du 14 Juillet touchait à sa fin, un camion a foncé dans la foule sur plus de deux kilomètres le long de la Promenade des Anglais

Ce carnage horrible nous plonge tous dans la douleur et l'effroi. Le terrorisme attaque la France partout, tuant hommes, femmes et enfants sauvagement et aveuglement.

Le Bnai Brith uni et solidaire avec le peuple de France pleure aujourd'hui ces innocentes victimes assassinées par un terrorisme barbare et prie pour que les blessés se rétablissent au plus vite

 Le B'nai B' rith  France par la voix de son Président exprime son total soutien au Gouvernement de la France dans son combat difficile pour la défense de nos valeurs judéo-chrétiennes, pour la liberté et la fraternité

Le B' nai B ' rith France partage ce deuil national, exprime sa solidarité avec les victimes et adresse à leurs familles ses fraternelles condoléances

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New attack of terrorism in the heart of France on the day of the celebration of the republican values ​​of liberty and fraternity

 

Eight months after the attacks in Paris a terrible murderous attack in Nice the day of the National Day. At the end of fireworks of July 14 a truck had crashed into the crowd over two kilometers along the Promenade des Anglais

We are all in pain and terror after this horrible carnage . Terrorism killed men, women and children brutally

The Bnai Brith united in the solidarity with the people of France mourns the innocent victims murdered by barbaric terrorism and prays that the injured will recover as soon as possible

B'nai B'rith France through the voice of its President expresses its full support to the Government of France in its difficult struggle for the defence of our Judeo-Christian values of freedom and brotherhood

The B'nai B'rith France shares this national mourning, expresses its solidarity with the victims and their families address its fraternal condolences

martedì 5 luglio 2016

COMUNITA' EBRAICA DI LIVORNO : ELEZIONE DELLE CARICHE

Qui Livorno – Mosseri, un nuovo mandato

“Sono onorato per questo nuova sfida, che intendo svolgere con il massimo impegno lavorando per dare una continuità ebraica a questa Comunità, per implementarne i servizi e per avvicinare chi oggi è lontano. Servono unione e collaborazione, anche tra anime diverse”. 

Conferma alla presidenza della Comunità ebraica di Livorno per Vittorio Mosseri, cui il Consiglio eletto nelle scorse settimane dagli iscritti ha conferito ieri sera un secondo mandato al vertice.

Mosseri, dirigente di una multinazionale e neo Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha voluto per sé la delega al bilancio.
Alla vicepresidenza Gianfranco Giachetti, con delega al patrimonio mobiliare e immobiliare.
Completano l’organico consiliare Franco Levi, che si occuperà di servizi sociali e contabilità, oltre a Silvia Ottolenghi e Gadiel Polacco.
La nomina di Mosseri arriva a pochi giorni da quella di Dario Bedarida, livornese anche lui, che guiderà per il prossimo quadriennio la Comunità ebraica di Firenze.
(5 luglio 2016) dal sito www.moked.it

Buon lavoro quindi al nuovo Consiglio che ha eletto a maggioranza (3 voti a Mosseri, 2 a Giachetti) la nuova presidenza, appoggiata da Giachetti stesso.
Alcune deleghe sono state assegnate,come riporta l'articolo di Moked.it, mentre Ottolenghi e Polacco hanno ritenuto,al momento,di non assumerne. (ndr)

domenica 19 giugno 2016

Elezioni alla Comunità Ebraica di Livorno

Terminate le operazioni di voto, alle 17.00, è seguito lo spoglio delle
schede.

Eletti nel Consiglio della Comunità Ebraica di Livorno :
S.O.Bedarida,G.Giachetti, F.Levi,V.Mosseri e G.Polacco


Per il posto livornese al Consiglio Nazionale dell'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane è stato invece eletto V. Mosseri.

Nei prossimi giorni il nuovo Consiglio dovrà riunirsi per definire il
proprio assetto ed entrare in carica.

Buon lavoro.

COMUNITANDO

www.livornoebraica.org


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venerdì 17 giugno 2016

Mondo ebraico italiano alle urne domenica 19 giugno 2016

Non solo ballottaggi,domenica 19 giugno, ma anche Italia ebraica al voto
per il rinnovo del Consiglio dell'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane (Ucei), composto da 52 consiglieri.

A Livorno si rinnoverà anche il Consiglio d'Amministrazione della locale
Comunità Ebraica per il quale sono in lizza nove candidati ( Silvia
Ottolenghi Bedarida,Arnoldo Cassuto,Gianfranco Giachetti,Guido
Guastalla,Franco Levi,Roberto Menasci,Vittorio Mosseri e Gadi Polacco.

Nella città labronica si vota anche per eleggere il consigliere che
rappresenterà Livorno nel Consiglio UCEI, con una "corsa" a tre che vede
in lizza Daniela Sarfatti Mosseri, ancora Vittorio Mosseri e Daniele
Polacco.

Il blog COMUNITANDO ( www.livornoebraica.org) ha chiesto a tutti i
candidati un sunto programmatico e propone quindi le risppste pervenute
: una Comunità che torni "punto di riferimento per tutti" è
l'obbiettivo di SILVIA OTTOLENGHI BEDARIDA, da perseguire anche tramite
la creazione di specifici gruppi di lavoro,anche con l'ausilio di
professionisti, e coinvolgendo maggiormente volontari specialmente per
rafforzare le attività sociali.

ARNOLDO CASSUTO,pensando anche a collaborazioni con istituzioni
nazionali e internazionali,pensa a "un programma di sviluppo che
comprenda un maggiore studio della Torah (il testo fondamentale
dell'ebraismo -ndr) con un inserimento di forze nuove e giovani che
possano, insieme alla nostra Comunità, organizzare un percorso di studio
che usufruisca dei testi antichi esistenti nel nostro patrimonio".
Questi progetti potrebbero anche tramutarsi in opportunità di lavoro e
devono comunque essere accompagnati da un'opera per "riavvicinare coloro
che si sono allontanati".

Incentivare il sociale, incrementandone anche le risorse, e avviare una
capillare, umile, azione di contatto con tutti gli iscritti, per
cercare di riportare nella vita comunitaria chi adesso si trova ai
margini, è l'intendimento di GADI POLACCO che vede in questi due aspetti
le linee d'azione essenziali del prossimo mandato locale.

Converge sulle indicazioni dei tre candidati al Consiglio livornese
anche DANIELE POLACCO, candidato per rappresentare Livorno nel Consiglio
nazionale UCEI, il quale si propone di lavorare per implementare " con
investimenti da parte dell'Ucei le iniziative sociali a livello
nazionale,che permettano alle comunità locali di essere sempre più
vicine alle persone in difficoltà,possibilmente creando opportunità
d'impiego invece di semplici sussidi".

Per fare questo, chiosa il candidato, occorre rappresentare Livorno in
maniera decisa all'interno dell'assise nazionale.


Duole non poter riportare,non essendo pervenute, indicazioni da parte di
altri candidati che, comunque, hanno avuto modo di esprimersi in
un'assemblea tenutasi in maggio e in altre occasione e modalità.

I risultati delle consultazioni sono attesi nella serata inoltrata di
domenica.

I componenti del seggio elettorale raccomandano agli iscritti di
presentarsi alle urne muniti di un valido documento di riconoscimento.

martedì 14 giugno 2016

E' ON LINE IL RICETTARIO EBRAICO CURATO DA ORNELLA LEVI

Frutto di un lungo lavoro di ricerca e sperimentazione, è ora disponibile on line il ricco ricettario ebraico curato da Ornella Levi.

Hazak, complimenti, alla Signora Levi, unitamente al ringraziamento per aver posto a disposizione di tutti gli interessati questo prezioso lavoro.

Il ricettario è consultabile al link :

http://www.ricettariodiornella.altervista.org/

domenica 29 maggio 2016

La scomparsa di Bruno Debatte

‎Apprendo a Venezia della scomparsa terrena di Bruno Debatte e il pensiero corre a quando,da allora noi ragazzini,sopportava con grande senso ironico, pazienza e citazioni liriche. (comune grande passione) le nostre incursioni in tipografia.
Da allora stima e simpatia sono per me legate al suo nome. 
Un pensiero affettuoso alla famiglia e la certezza che il Suo ricordo sara' per  benedizione a tutti coloro che lo hanno conosciuto.
Gadi Polacco
Comunitando
www.livornoebraica.org

Invio eseguito dallo smartphone BlackBerry 10.

sabato 21 maggio 2016

La scomparsa di Nella Fortis Polacco (zl), vedova del Rabbino Bruno G. Polacco (zl)

Nel corso del Sabato ebraico è scomparsa,presso l'Ospedale di Livorno,
Nella Fortis vedova del già Rabbino Capo di Livorno Bruno G. Polacco, il
loro ricordo sia per benedizione.

Pluridecennale la sua attività nel mondo delle Comunità Ebraiche nelle
quali ha vissuto e operato : Venezia, Ferrara e Livorno.

Forte il suo impegno , anche con incarichi di presidenza, nell'ADEI (
Associazione Donne Ebree d'Italia) che in una nota diffusa oggi la ricorda
"valorosa e assidua componente della nostra associazione, anzi una delle
sue colonne portanti per molti decenni, oltre che maestra di
numerosissime generazioni di giovani ebrei livornesi che la ricordano
con grande nostalgia e affetto"

Prima che la notizia venisse diffusa,al termine del riposo sabbatico,
già molte sono state le persone che si sono recate presso la Camera
Mortuaria di Livorno o che hanno inviato messaggi nelle pagine social
ebraiche di cordoglio.

Classe 1931, giunse a Livorno nel 1960 quando il marito venne chiamato
dal Rabbino Alfredo Shabbetai Toaff (zl) per affiancarlo nella
conduzione religiosa della Comunità labronica (diverrà poi Rabbino Capo
nel 1963,dopo la scomparsa del primo).

Tra le sue attività anche molti anni di direzione di colonie per la
gioventù dell'Organizzazione Sanitaria Ebraica (OSE).

Il figlio maggiore, Daniele, è attualmente Consigliere della Comunità
Ebraica di Livorno, mentre il secondogenito Gadi è ora alla guida del
Benè Berith toscano nonchè esponente liberale.

Riposerà nel Cimitero Ebraico di Venezia, al Lido, accanto al marito
prematuramente scomparso nel 1967.

Nella foto del 1962 Bruno Polacco e Nella Fortis durante una festa per
la ricorrenza ebraica del Purim


(m.r.)



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giovedì 19 maggio 2016

La scomparsa di Marco Pannella : sia il suo ricordo per benedizione.

‎Con Marco Pannella, interprete imprevedibile e talvolta contraddittorio della politica vissuta con vera passione ,non scompare '"solo" un personaggio  storico e carismatico ma anche un amico d'Israele e del mondo ebraico.
Che il suo ricordo ‎ sia per benedizione ed esempio per tutti noi.

Gadi Polacco
Comunitando
www.livornoebraica.org 

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venerdì 22 aprile 2016

PESACH 5776/2016 (PASQUA EBRAICA) E LIBERAZIONE : UN COLLEGAMENTO ALL'INSEGNA DELLA LIBERTA' RITROVATA. STRISCIONE DELLA BRIGATA EBRAICA ALLE MANIFESTAZIONI DEL 25 APRILE

Il calendario ebraico del corrente anno 5776, con un mese aggiuntivo,ha fatto si che la Pasqua ebraica (Pesach) andasse ad incontrarsi con il 25 Aprile, anniversario della Liberazione d'Italia.
I due avvenimenti sono direttamente e profondamente legati dal comune concetto della libertà : il popolo ebraico si libera dalla schiavitù d'Egitto e avvia il proprio percorso di popolo libero e il popolo italiano ritrova, dopo la tragedia del nazifascismo,la propria dignità e appunto libertà.
Alla Liberazione d'Italia,altro elemento che segna lo stretto rapporto tra le due festività,partecipò anche la Brigata Ebraica : migliaia di soldati, sionisti,  provenienti da quella terra che nel 1948 sarebbe finalmente divenuta lo Stato d'Israele vollero unirsi agli Alleati, all'interno dei quali vi erano già ovviamente soldati ebrei,e vennero inviati in Italia.
Il loro contributo alla  liberazione del suolo italiano è testimoniato, insieme ai fatti e ai documenti, dalle decine di tombe dei Caduti della Brigata Ebraica che si trovano a Frangipane di Ravenna.
Ecco perchè a pieno diritto la Brigata Ebraica,ormai da anni, è presente in tante nostre città durante le celebrazioni della Liberazione e così,anche quest'anno,sarà a Livorno .
Pesach sameach (felice Pasqua Ebraica) e buon anniversario della Liberazione,

Gadi Polacco
CCOMUNITANDO
www.livornoebraica.org

PESACH 5725 (Pasqua Ebraica 1965)

Trascrizione di un testo redatto da Rav Bruno G. Polacco (z.l.), Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Livorno, presumibilmente per un intervento al Tempio Maggiore in occasione di Pesach.

Non sono state riportate le citazioni in ebraico, comunque riprese anche in italiano.

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Nessun avvenimento storico-religioso, fra i molti che arricchiscono la nostra storia, ha mai influenzato la vita sociale religiosa, morale e giuridica d'Israele, quanto l'evento che da millenni indichiamo col nome di Pesach (Pasqua), o con le espressioni di "uscita dall'Egitto","festa delle azzime", oppure "epoca della nostra indipendenza".

Nella Torà, in cui ha pieno valore di "precetto affermativo", il dovere di rimembrare oltreché di celebrare di anno in anno in forma degna i fatti che,nel loro complesso,resero possibile l'esodo di un intero popolo dal paese in cui aveva trascorso 430 anni di durissima schiavitù, è più volte enunciato e ciò prova  in modo probante l'importanza e l'influenza che l'evento ha esercitato in ogni settore del pensiero ebraico.

Non poche sono infatti le mitzvot (precetti ,ndr) che ad esso esplicitamente si ispiranoo addirittura da esso traggono origine.

 

Vedasi ad esempio, tanto per citarne alcune : in Shemoth (Esodo-ndr), agli effetti dell'enunciazione e della prescrizione del monoteismo assoluto che dovranno praticare gli Ebrei,nel comandamento, Dio collega questo tipo di culto che esige dal suo popolo con l'Uscita dall'Egitto; e in Devarim (Deuteronomio-ndr), dove il Decalogo è ripetuto con lievi varianti, il ricordo dell'epico evento è strettamente connesso al precetto dell'osservanza del sabato; le stesse festività di Shavuoth e di Succot – che con Pesach formano il trio delle ricorrenze gioiose dette i "tre pellegrinaggi" perché in esse ogni ebreo aveva l'obbligo di presentarsi al Tempio di Gerusalemme ed ivi esternare la sua letizia – e le mitzvot (precetti – ndr) dei tefillin (filatteri) e dello zizit (al plurale ziziot ,le quattro frange che si trovano agli angoli del talit,il "manto da preghiera" – ndr), tutte si richiamano al "ricordo dell'esodo dall'Egitto" ; un'ultima ne citiamo,il cui elevatissimo valore morale, e sociale, non ha bisogno di commento tanto è evidente : la prescrizione di rispettare il forestiero che viva im ambiente ebraico,perché, dice la Torà "voi che siete stati forestieri in terra d'Egitto,conoscete lo stato d'animo del forestiero".

 

E come un eco fedele, ininterrotto e concorde, alle norme della Legge, il pensiero dei Maestri che ricevettero la Torà dai successori di Mosè e gelosamente la conservarono immutata nella lettera e nello spirito, sottolinea l'importanza dell'evento pasquale e la influenza da esso esercitata su tutto lo svolgimento della vita ebraica nel decorso dei secoli,caldamente perorandone il perenne ricordo.

Dice la Torà (Deuteronomio XVI°,3) : Affinchè tu ricordi il giorno della tua uscita dal paese d'Egitto, tutti i giorni della tua vita", ed essi, i Dottori della Legge, gli interpreti per antonomasia  del Verbo divino, i minuziosi indagatori del testo biblico perennemente intenti ad acquistarne una sempre più vasta cognizione,accademicamente osservano : - Nel versetto in esame la parola "tutti", appare superflua  in quanto anche se omessa dal contesto, il senso della frase non ne verrebbe minimamente a risentire; ma poiché la Torà non indulge al pleonasmo e in essa nemmeno una sola lettera è ridondante, l'inserimento di questa parola deve avere un ben determinato fine, Un fine ovviamente educativo, visto che la Torà ha funzione eminentemente educativa : quindi, un insegnamento; implicito, perché espresso tramite un "remez", cioè a dire un accenno fugace, diretto a coloro che essendo colti , sono in grado di afferrarlo e di illustrarlo a chi sia meno edotto di loro. E quale è,dunque,questo insegnamento? L'insegnamento è questo, chiosano i Dottori - : "Se la Torà avesse detto semplicemente "i giorni della tua vita",il significato del versetto sarebbe stato quello "che il ricordo dell'Uscita dall'Egitto deve accompagnare l'uomo ebreo per il corso completo della sua vita terrena", ma avendo aggiunto quel "tutti", essa ha voluto specificare "tutti i cicli di tua vita", tutti cioè quei periodi di tempo in cui avrai la vita.

In altre parole, "ogni qualvolta l'ebreo trascorra quel periodo di tempo che in termini umani è detto vita", egli è tenuto a ricordare il suo esodo dal paese del Nilo, "perfino nel corso di quella vita che gli è riservata nei tempi messianici".

Ciò premesso, è ben naturale ricercare, a titolo di "derash" festivo (tipo di lezione-ndr),quale sia il motivo che ha dato all'Uscita dall'Egitto tanta importanza e la ragione per cui esercitare un'influenza tale da compenetrare di sé l'Ebraismo in ogni sua mani9festazione.

 

Scontato il valore del fatto storico-politico in sé stesso, e cioè che Pesach ha dato al popolo ebraico quella libertà che gli ha consentito  di divenire quello che è divenuto; ammesso l'incontrovertibile  asserto che, senza Pesach, non avrebbero potuto aver luogo quegli eventi che le furono conseguenti  e che originarono le altre ricorrenze che li celebrano, l'elemento unico cui trarre la risposta al quesito  nostro è il concetto di indipendenza, libertà, nella sua più ampia accezione  e autonomo da ogni e qualsiasi ragione pertinente  alla religione e alla storia di Israele, elevato al grado di principio fondamentale dell'etica sociale.

Israele che, memore della promessa che Dio aveva fatto agli antichi Padri di liberare i loro discendenti dalla schiavitù che avrebbero sofferto in Egitto, Israele che aveva sopportato  per secoli pene materiali e morali in attesa dell'evento che gli avrebbe consentito di godere, meritatamente, il bene inestimabile della libertà e che, a prezzo di una durissima prova protrattasi per generazioni era pervenuto all'acquisizione dell'esperienza necessaria a comprenderne l'incomparabile valore, non avrebbe potuto intendere il senso e il fine di una legge che non fosse pervasa – nella lettera e nello spirito, nella teoria e nella prassi-di libertà.

Ciò, a nostro avviso,spiega anche il perché dinanzi al Sinai, all'atto solenne della promulgazione della Torà, Israele disse a Mosè "eseguiremo e poi ascolteremo", come a dire : "le spiegazioni atte ad illustrarci questa Legge ce le darai in seguito", ben sapendo che una legislazione generata dalla libertà non poteva contenere che norme fondate sulla libertà e accettabili in piena libertà di coscienza.

 

Giusto appunto quanto Dio gli aveva detto tramite il Legislatore : "Questa legge che io oggi ti prescrivo di osservare non è da te disgiunta o lontana; anzi, ti è molto vicina: è nella tua mente e nella tua bocca,perché tu la possa eseguire."

Ecco perché la Torà, fondendo indissolubilmente i concetti di "libertà" e di "giustizia" in quanto dove non c'è libertà non c'è nemmeno giustizia, richiama incessantemente alla mente dell'uomo ebreo e al suo cuore l'idea della "libertà" e, in nome di essa, tutela l'orfano, la vedova, l'indigente,lo schiavo e il forestiero.

Se così non fosse, se l'ideale della libertà non impregnasse di sé la Torà, la Legge che con commovente, indefettibile, fedeltà i nostri padri ci hanno conservato e trasmesso come il nostro supremo bene, non avrebbe carattere d'eternità né potrebbe sopravvivere, intangibile, ai periodi in cui la libertà sia politica,sia sociale che religiosa si riduce a pura espressione verbale quando addirittura non viene soppressa.

E noi, ahi noi,di simili periodi, a tutt'oggi,ne abbiamo conosciuti anche troppi!

Di ciò perfettamente edotti,i nostro venerati Maestri, non solo non hanno trascurato occasione per sottolineare questo peculiare concetto della Torà, ma altresì ne hanno tratto il monito implicito che, ogni qualvolta ci si allontani da esso,si verifica "la negazione del principio fondamentale e basilare" della libertà e, in conseguenza,della Torà stessa che su di esso verte.

Monito grave per chi come noi è così sensibile alla libertà di coscienza,di fede e di ideali, ma nello stesso tempo, fervida esortazione alla fiducia in Colui che alla prima liberazione farà seguire quella finale preconizzata dai Profeti, se sapremo rimanere fedeli al principio millenario della libertà e vorremo mantenerlo vivo ed operante in noi.

Voglia Iddio concederci per molti anni di mostrarci come se fossimo usciti dall'Egitto, e nei nostri giorni si avveri il detto midrashico : "in Nissan furono redenti e in Nissan lo risaranno ancora"

venerdì 18 marzo 2016

Onorificenza "La Canaviglia" alla memoria di Frida Misul (zl)

‎L'onorificenza labronica "La Canaviglia",istituita nel 2006 e correlata all'elevazione a citta' di Livorno,e' stata conferita quest'anno alla memoria di Frida Misul (zl), deportata e poi instancabile testimone,per tutto il resto della sua vita,dell'orrore della Shoa'.
‎A ritirare l'onorificenza,dalle mani del Sindaco Nogarin,il figlio dii Frida, Roberto il quale ha annunciato che i diari della madre verranno donati alla Comunita' Ebraica.


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lunedì 18 gennaio 2016

INVITO 31 GENNAIO 2016


martedì 5 gennaio 2016

Nella città israeliana di Bat Yam, nel 1961 gemellatasi con Livorno,arrivano i lampioni Wi Fi.

Il sito Notizie su Israele ( www.ilvangelo-israele.it ) riporta la notizia che segue, riguardante la città costiera israeliana Bat-Yam.
E' questa la prima cittadina israeliana a essersi gemellata (luglio 1961) con una città italiana,ovvero Livorno.
In verità questo gemellaggio è dormiente da lungo tempo ed è stato riesumato, solo a parole e ipocritamente (infatti niente è stato fatto) dall'attuale Amministrazione labronica quando, approvando il progetto di un gemellaggio con Gaza ovvero Hamas, ha votato anche una mozioncina farsa riguardante appunto Bat Yam  e già scomparsa nei cassetti comunali.

Il "lampione intelligente Apollo" potrebbe essere utile anche da noi ma, alla luce del pregiudizio antisraeliano che pervade il nostro Comune, c'è da temere che sia minato in partenza......


Bat Yam: prima città israeliana con lampioni Wi Fi


 
Nuovi lampioni intelligenti dotati di Wi Fi. Si tratta di un progetto ambizioso della Global Light Challenge che vuole installare non meno di 10 miliardi di lampioni a LED in tutto il mondo entro la fine del prossimo decennio.
  In tal senso, la città israeliana di Bat Yam si appresta a diventare futuristica. Infatti la società israeliana di illuminazione Ga'ash, specializzata in tecnologie per lampioni a LED, sta sviluppando lampioni intelligenti che comprendono ripetitori Wi Fi, telecamere, sensori meteorologici, sensori per valutare la qualità dell'aria e sistemi per misurare la congestione del traffico.
  Il sistema si chiama Apollo e non solo aiuterà le città a risparmiare denaro utilizzando l'energia in modo più efficiente, consentirà anche una raccolta dati più accurata al fine di una gestione più oculata della città (ad esempio: dove poter raccogliere la spazzatura, come prevenire gli ingorghi ecc.).
  Secondo la società in molte città i sistemi di illuminazione utilizzano ancora gas, influendo negativamente sulla qualità dell'aria e di conseguenza sulla salute di centinaia di milioni di cittadini.
  Il lampione intelligente Apollo darà alla città maggior controllo sul sistema di illuminazione. Ogni lampione avrà un proprio indirizzo IP, che permetterà al tecnico di impostare l'illuminazione alla giusta intensità, a seconda delle necessità.
Grazie ad internet, i lampioni possono essere utilizzati per molto altro oltre l'illuminazione.
  • Hotspot Wi Fi;
  • Gestione della circolazione;
  • Gestione dei rifiuti.
Mentre le aziende di tutto il mondo, in particolare negli Usa e Cina, stanno lavorando allo sviluppo di lampioni intelligenti, la società Ga'ash è già un passo avanti a tutti, iniziando un progetto pilota nella città di Bat Yam. Il progetto prevede la sostituzione di 7.000 lampioni, compresi quelli situati nelle strade principali e laterali, nei parchi, nelle aree pubbliche e nei parcheggi.
  Il sistema Apollo vuole tagliare le attuali bollette di illuminazione elettrica del 60%.

(SiliconWadi, 4 gennaio 2016)