giovedì 29 novembre 2012

Consegnato l'attestato di Giusti tra le Nazioni ,alla memoria,a Giovanni e Lidia Gelati


Nel Tempio Ebraico di Livorno e' avvenuta oggi la consegna dell'attestato di Giusto tra le Nazioni,alla memoria, a Giovanni e Lidia Gelati.
La vicenda che vede protagonisti i Gelati e' narrata nel "Diario di un podesta' antifascista",edito da Belforte,ed e' stata ripresa ieri sera dalla trasmissione 'Nautilus' di Telecentro1,condotta da Gadi Polacco che, in apertura, ha commemorato Piero Cassuto (z.l.) scomparso il giorno prima.
Gelati,insigne avvocato penalista a Livorno, antifascista, venne chiamato a seguito di una roccanbolesca vicenda a ricoprire,nonostante le sue posizioni politiche,il ruolo di podesta' nel comune lucchese di Coreglia .
Lo fara' , per servire la comunita' civile, senza prestare alcun giuramento e pretendendo,come avverra' una volta ripristinata la democrazia, di essere un giorno ratificato nel ruolo dal consenso popolare.
Testimoni grazie ai quali si e' potuto procedere al riconoscimento quali Giusti dei Gelati, Armoldo e Piera Rossi,ai tempi delle persecuzioni bambini che i Gelati "assorbirono" nell'ambito familiare ponendoli in salvo.
A Telecentro1, tramite un collegamento telefonico con Adam Smulevich di "Pagine Ebraiche',si e' parlato anche dei numerosi altri Giusti toscani e del recentissimo riconoscimento per l'Arcivescovo Dalla Costa che,tra l'altro,dovrebbe spianare la strada alla ratifica quale Giusto di Gino Bartali,attivo nella rete clandestina coordinata da Dalla Costa.
Nella foto, di Nedo Piperno, Piera Rossi, Giovanna Gelati e Arnoldo Rossi
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Blog di cose ebraiche livornesi e non solo,con un occhio ad Israele

domenica 18 novembre 2012

MARIO PLATERO (IL SOLE 24 ORE - RADIO 24) E' STATO OSPITE DEL BENE' BERITH LIVORNO. VISITA AL MUSEO FATTORI

Un excursus abilmente condotto, tra storia autobiografica , personaggi e
fatti salienti degli ultimi decenni, attualità e futuro, quello condotto
da Mario Platero a Livorno, ospite del Benè Berith "Isidoro Kahn", nella
splendida e piena Sala degli Specchi di Villa Mimbelli, sede del Museo
Fattori, gentilmente concessa dal Comune di Livorno (rappresentato
dall'Assessore Nebbiai che ha portato il saluto dell'Amministrazione).

Con l'abile ed efficace oratoria di chi è abituato non solo a scrivere
ma a "far radio", dovendo quindi far "vedere" agli ascoltatori ciò di
cui parla via etere, Mario Platero ha parlato,con grande affetto, della
Libia nella quale è nato e delle sue trasformazioni nel tempo con la
dittatura di Gheddafi e l'incerto avvenire odierno.

Storia comune a tanti italiani, non esclusiva quindi del mondo ebraico,
la vicenda narrata da Platero con attento uso di immagini scelte ha
portato poi i presenti, passando dall'Italia, negli Stati Uniti (meta
desiderata sin da piccolo) dove si svilupperà l'attività professionale
che lo porterà ad incontrare ed intervistare grandi personaggi di questi
anni di storia, compresi numerosi Presidenti degli Stati Uniti.

Inevitabili ed accolte sempre con la sincera disponibilità di chi ama il
contatto con il pubblico, molte le osservazioni e le domande dei
presenti, alcuni dei quali si sono sentiti particolarmente coinvolti,
per legami affettivi con la ex colonia italiana, dalla vicenda narrata.

C'è stato quindi spazio per il nuovo mandato di Obama, per le vicende
che vedono in questi giorni Israele esercitare il proprio diritto alla
difesa contro chi lo attacca, per i rapporti tra politica ed economia
italiana e la Libia di Gheddafi ed altri punti.

Gradita ulteriore cortesia da parte del personale del Museo è stata la
visita alla splendida collezione di dipinti guidata personalmente dalla
direttrice del Museo, D.ssa Federica Giampaolo.

Foto : Mario Platero durante il suo intervento, scorcio del pubblico in
sala, con la D.ssa Giampaolo in visita al Museo

sabato 17 novembre 2012

CON ISRAELE CHE HA TUTTO IL DIRITTO , E IL DOVERE NEI CONFRONTI DEI PROPRI CITTADINI E RESIDENTI,DI DIFENDERSI!

Auguri alla Comunita' islamica che inaugura un proprio luogo di preghiera.

Nel visitare la Moschea di Roma, nel 2006, il Rabbino Capo di Roma ,Riccardo Di Segni, sottolineo' come a precede la visita fosse "una
storia molto antica, di almeno 35 secoli fa, quella di una vicenda
familiare che
ha visto divisi due fratelli, figli dello stesso padre Avrahàm, Ibrahim. La
vicenda dei due fratelli, Ishmaèl-Ismail, e Izchaq, padre di Yaaqov, è
narrata
in modo diverso nei libri a ciascuno di noi sacri. Il rapporto tra i
discendenti
dei due fratelli in tante parti del mondo è stato continuo, spesso
tormentato,
altre volte pacifico e fecondo. Ciò che è importante riconoscere, come
premessa di ogni incontro, è che nessuno di noi dimentica questa ascendenza,
la comune discendenza da Abramo, e che il nostro quindi non è un rapporto
qualsiasi, ma un rapporto tra figli di fratelli"
Sulla base di questa premessa, nel corso della storia purtroppo non sempre realizzatasi in positivo, vadano alla Comunita' islamica livornese gli auguri per la lieta evenienza , nell'auspicio di un comune contributo delle religioni,nel rispetto reciproco e nel rispetto delle comuni leggi dello Stato, all'evolversi della societa' civile ed all'esclusione di ogni forma di fanatismo religioso.

Gadi Polacco
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INDIRIZZO DI SALUTO DEL RABBINO CAPO DI ROMA
Grande Moschea di Roma, 13 Marzo 2006
1. Desidero prima di tutto ringraziare il dott. Abdelah Redouane, segretario
generale del Centro Islamico Culturale d'Italia, l'ambasciatore Mario
Scialoia
direttore per l'Italia della Lega Musulmana Mondiale e tutti coloro che
hanno
reso possibile questa visita nella Grande Moschea di Roma, il luogo dove i
fedeli dell'Islam venerano il D. unico, rachùm wechanùn, clemente e
misericordioso. A voi tutti il saluto shalòm 'alekhem, la pace sia su di
voi.
2. Un saluto particolare all'imam Mahmoud Sheweita che non può essere
presente con noi in questo speciale momento.
3. La data di questo incontro è stata fissata da poco, ma ciò che lo
precede è una
storia molto antica, di almeno 35 secoli fa, quella di una vicenda
familiare che
ha visto divisi due fratelli, figli dello stesso padre Avrahàm, Ibrahim. La
vicenda dei due fratelli, Ishmaèl-Ismail, e Izchaq, padre di Yaaqov, è
narrata
in modo diverso nei libri a ciascuno di noi sacri. Il rapporto tra i
discendenti
dei due fratelli in tante parti del mondo è stato continuo, spesso
tormentato,
altre volte pacifico e fecondo. Ciò che è importante riconoscere, come
premessa di ogni incontro, è che nessuno di noi dimentica questa ascendenza,
la comune discendenza da Abramo, e che il nostro quindi non è un rapporto
qualsiasi, ma un rapporto tra figli di fratelli.
4. Una strana contingenza storica, segno dei nuovi tempi che stiamo
vivendo in
questa generazione, ha posto improvvisamente la nostra comunità ebraica di
Roma, che è la più antica nel mondo cristiano per presenza ininterrotta,
davanti a un mondo -quello dell'Islam- finora sconosciuto agli ebrei
locali, ma
d'altra parte ben noto al folto gruppo di ebrei che dalla Libia è venuto
in Italia
nel 1967. L'antico fratello che ora si affaccia a Roma non può essere
ignorato
ed è ora per guardarsi in faccia, parlarsi ed aprirsi le porte.
5. L'afflusso in massa in Europa di fedeli dell'Islam in brevissimo tempo ha
posto problemi di integrazione sui quali si dibatte continuamente. I
problemi
di integrazione non sono per noi una novità, ma rappresentano una costante
della nostra esperienza comunitaria, spesso dolorosa. Quando ad esempio si
parla del rischio attuale di "ghettizzazione" delle nuove comunità
immigrate,
non si può ignorare che il ghetto era il luogo di residenza coatta degli
ebrei e
che in questa città è finito solo nel 1870. Conosciamo i problemi che vi
preoccupano: la trasmissione dell'identità, l'educazione scolastica in
rapporto
con il sistema pubblico, l'insegnamento della religione e della lingua
araba, la
formazione delle guide spirituali, la tutela delle norme religiose:
dalla giornate
festive alla preghiera alle regole alimentari. Su questi temi,
ovviamente nelle
reciproche differenze, come ebrei italiani qui presenti da 20 secoli abbiamo
avuto un lungo rapporto con la realtà circostante e siamo riusciti
faticosamente
ad elaborare delle soluzioni e dei modelli di convivenza. Per questi motivi
riteniamo che la nostra esperienza possa esservi quanto mai utile in questo
processo difficile di integrazione e siamo pronti a comunicarvela.
6. In altri momenti della storia, seppure in condizioni molto diverse da
quelle
attuali, le comunità ebraiche disperse nel mondo islamico sono riuscite a
stabilire con questo un sapiente rapporto di rispetto reciproco. Dobbiamo
preservare la coscienza che la differenza di religione non debba mai
tradursi
come tale in ostilità. Per noi ebrei è stato scontato –anche in questa
cittàreagire
e protestare contro le vignette satiriche nei confronti di ciò che è sacro
all'Islam, e manifestarvi la nostra solidarietà. La lotta contro
l'Islamofobia e
l'antisemitismo devono procedere parallele.
7. Con lo stesso spirito di rispetto dobbiamo vigilare per impedire che
la violenza
e l'odio, da qualsiasi parte provengano non si alimentino con la
religione; il
terrorismo in nome di D. è una bestemmia. Il Talmud, come il Corano
affermano il principio per cui "chi salva una vita umana è come se
salvasse un
mondo intero e chi la distrugge è come se distruggesse un mondo intero":
8. Nel processo di pace in Medio Oriente il nostro dovere come esponenti
religiosi è di accompagnare israeliani e palestinesi nel cammino fino ad
oggi
difficile nella ricerca della pace, per il bene delle due parti e del
mondo intero,
tramite il dialogo e il negoziato.
9. Il dialogo tra fedi differenti è una realtà consolidata e degna di
rispetto a
Roma. Il rapporto tra cristiani ed ebrei ha raggiunto obiettivi
significativi. Ma
anche il dialogo tra noi è da tempo iniziato anche in questa città. Con
alcuni di
Voi abbiamo lavorato su obiettivi di comune interesse, come la tutela delle
regole alimentari, insieme abbiamo dato prova della nostra volontà di
collaborazione e confronto amichevole in un numero considerevole di
manifestazioni su temi religiosi, sulla bioetica e di testimonianza nel
dibattito
civile. Dobbiamo fare in modo che questo lavoro non rimanga isolato, che non
venga soffocato da esempi e ondate di intolleranza, che la
collaborazione e la
comunicazione crescano. Dobbiamo riuscire a dimostrare, che in questa città,
come in tante altre parti del mondo, la fedeltà di ognuno ad una religione
diversa non è causa di odio ma apporta pace e ricchezza spirituale al mondo.
10. Concludo estendendo un cordiale invito al Segretario Generale, al
Direttore
della Lega Musulmana e all'Imam a visitare presto in modo ufficiale la
nostra
Sinagoga.



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martedì 13 novembre 2012

INCONTRO CON MARIO PLATERO (IL SOLE 24 ORE - RADIO 24 ) - LIVORNO, 18.11.12 ORE 10.30

COMUNICATO AI MEZZI D'INFORMAZIONE
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ASSOCIAZIONE "BENE' BERITH ISIDORO KAHN" LIVORNO 3498

Livorno, 13 novembre 2012

L'Associazione ebraica Benè Berith Livorno "Isidoro Kahn",in
collaborazione con il Comune di Livorno, è lieta di comunicare
l'incontro (aperto al pubblico) con MARIO PLATERO,
Capo redazione USA de Il Sole 24 Ore e conduttore di "America 24" su
Radio 24,che tratterà il tema:

"Italia, Libia, America : un triangolo continuo di ricordi e realismo
di cronaca"

L'iniziativa avrà luogo in data 18 novembre 2012 ,ore 10.30 , presso
il Museo Civico "G.Fattori" di Villa Mimbelli (Sala degli Specchi -
Via S. Jacopo in Acquaviva Livorno).

Nato e vissuto a Tripoli fino al 1967, Mario Calvo-Platero è il capo
della redazione americana de Il Sole 24 Ore da dove segue i maggiori
eventi politici, finanziari ed economici americani e internazionali.
Nel 1982 ha costituito la EMC Inc che fornisce servizi giornalistici
in tempo reale. Ha intervistato alla Casa Bianca i Presidente Ronald
Reagan, George Bush Sr. e George W. Bush e Bill Clinton. Inviato di
guerra durante il conflitto del Golfo del 1991, ha seguito in presa
diretta l'attacco alle due torri dell'11 settembre. E' membro di varie
associazioni tra cui l'Institute for International and Strategic
Studies (IISS) di Londra e la New York Financial Writers Association.

L'incontro con il prestigioso ospite muoverà pertanto dal filo dei
ricordi personali per giungere alla cronaca di questi giorni, reduce
il giornalista dall'aver seguito,oltre all'ordinaria attività,
l'uragano abbattutosi sull'area di New York e le elezioni che hanno
visto riconfermato il Presidente Obama.

Una grande occasione, per la nostra città, di incontrare un
giornalista testimone diretto di randi avvenimenti ai quali non siamo
estranei per quanto geograficamente distanti.

Si ringrazia per la diffusione dell'iniziativa, cogliendo l'occasione
per inviare cordiali saluti,

Benè Berith Livorno

Gadi Polacco, Segretario


www.beneberithlivorno.blogspot.com
Info : beneberithlivorno@gmail.com

Organizzazione umanitaria presente in più di 50 paesi, il Benè Berith
(la più antica associazione ebraica) si batte per i diritti dell'Uomo,
di qualunque etnia e colore. Dai suoi inizi il Benè Berith si è
prefisso lo scopo di difendere i diritti dell'uomo, di lottare contro
le discriminazioni razziali, di intervenire in favore delle vittime e
di perseguitati politici. Interviene ugualmente come altri organismi
non governativi nei grandi movimenti internazionali a favore delle
vittime di catastrofi naturali e di guerre di "pulizia etnica". Il
Benè Berith ha sempre lottato per un vero avvicinamento tra popoli e
culture, anche con la Chiesa cattolica, durante il concilio Vaticano
II e durante le polemiche sul Carmel ad Auschwitz. Oggi il Benè Berith
fa parte di molti comitati interconfessionali a livello nazionale ed
internazionale. (Vaticano, consiglio ecumenico delle chiese ecc.) ed
ha stabilito da anni relazioni importanti con il mondo non ebraico.
Nelmondo anglosassone è noto con la denominazione, secondo
l'inflessione in uso in quei paese, B'nai B'rith International (
www.bnaibrith.org )


























il Presidente
(Piero Cassuto)

Contatti ed info : beneberithlivorno@gmail.com - tel. 3355475325 - fax
0586892595