lunedì 29 settembre 2008

Gli auguri al mondo ebraico per il Rosh Hashanà (Capodanno) del Card. Tettamanzi


COMUNITANDO
www.livornoebraica.org
(a cura di Gadi Polacco)

GLI AUGURI DEL CARDINALE TETTAMANZI AL MONDO EBRAICO,IN OCCASIONE DI ROSH HASHANA' (Capodanno)


Milano, il 26 settembre 2008

A Rav Giuseppe LARAS

Presidente dell’Assemblea Rabbinica Italiana

e Rabbino Capo emerito di Milano

 

A Rav Alfonso ARBIB

Rabbino Capo di Milano

 

A Rav David SCIUNNACH

Assistente del Rabbino Capo

 

 

 

 

Desidero formulare a Voi personalmente e, vostro tramite, alla Comunità ebraica di Milano l’augurio della Chiesa Ambrosiana per la festa di Rosh HaShanà, all’inizio del nuovo anno 5769: un augurio innanzitutto di pace per Gerusalemme e di serenità per tutte le vostre famiglie che vivono in questa nostra città.

            È anche l’augurio che nel Paese e nelle nostre stesse comunità cresca sempre più una responsabile vigilanza religiosa e civile sul rispetto dei diritti fondamentali della persona umana, sui valori etici che plasmano una società libera e democratica, sulla ricerca partecipata e dialogata del bene comune per una convivenza pacifica e solidale al riparo dalle ricorrenti tentazioni di antisemitismo, razzismo e fondamentalismo.

            Siamo a 60 anni da tre eventi storici a cui la nostra coscienza di credenti e di cittadini ha guardato e guarda con favore e attenzione: l’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica Italiana, la nascita dello Stato di Israele, l’approvazione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Tuttavia sappiamo che, senza un rinnovato e concorde impegno formativo, nessuna acquisizione del passato può essere considerata definitivamente acquisita alla coscienza pubblica e sociale soprattutto nelle nuove generazioni. Per questo il compito educativo deve ricominciare sempre daccapo. Il mio augurio è che, per l’adempimento di questo comune compito educativo, nel nuovo anno possano tra noi intensificarsi dialogo e collaborazione.

Anche eventuali ostacoli nel cammino delle relazioni ebraico-cristiane è importante che non raffreddino l’amicizia e, tra le nostre Comunità, non rallentino le forme di collaborazione che ormai da parecchi anni abbiamo avuto con indubbio profitto. L’anno che si conclude ha visto insorgere difficoltà, che non sono certamente da attribuire né ad alcuna intenzione di raffreddare il dialogo tra Chiesa cattolica e Popolo ebraico, né ad una vostra reazione di profondo disagio. Mi auguro pertanto che possano essere definitivamente superate.

A questo proposito faccio mie le parole del Cardinale Walter Kasper. Egli afferma che le formule cristiane di preghiera di intercessione “non sono un appello rivolto alla Chiesa a compiere un’azione missionaria verso gli ebrei. (…) Con la sua preghiera la Chiesa non assume la regia della realizzazione del mistero imperscrutabile. Non lo può affatto. Piuttosto mette il tutto e il quando e il come nelle mani di Dio…”(L’Osservatore Romano, 10 aprile 2008).

A queste precisazioni del Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e della Commissione per i Rapporti religiosi con l’Ebraismo, ha fatto esplicito e positivo riferimento il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano, nella sua Lettera di chiarificazione inviata in data 14 maggio 2008 al Direttore Generale del Gran Rabbinato di Israele, in merito alla questione sorta sulla preghiera “per gli ebrei” del Venerdì Santo. La volontà ufficiale della Santa Sede a proseguire il dialogo cristiano-ebraico iniziato con il concilio Vaticano II è certamente fuori discussione.

Sono certo che i rapporti di profonda stima e fraterna amicizia continueranno a svilupparsi qui a Milano, ove sono ben radicati, e auguro che si estendano sempre di più anche in altre città italiane. Prego Dio perché i fecondi frutti suscitati per anni in Italia dall’azione intelligente e instancabile di Rav Laras restino duraturi.

Il Dio Uno e Unico ci tenga fianco a fianco, spalla contro spalla, nel portare con fraternità e gioia il soave giogo di testimoniare la santità del Suo Nome.

 

 

 

Dionigi Cardinale Tettamanzi,

Arcivescovo di Milano

 

domenica 28 settembre 2008

AUGURI PER IL NUOVO ANNO 5769!

Lunedi sera, 29 settembre 2008,il calendario ebraico (lunare) ci farà
entrare nell'anno 5769.
Fino a mercoledi sera, 1 ottobre, il mondo ebraico festeggia infatti il
Rosh Hashanà,appunto il Capodanno.

Rosh Ha-Shanà, ricorda il sito dell'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane (www.moked.it) , cade i primi due giorni del mese di Tishrì ed
è il capo d'anno per la numerazione degli anni, per il computo dei
giubilei e per la validità dei documenti. Ha un carattere e un'atmosfera
assai diversi da quella normalmente vigente nel capo d'anno "civile" in
Italia. Infatti è considerato giorno di riflessione, di introspezione,
di auto esame e di rinnovamento spirituale. E' il giorno in cui, secondo
la tradizione, il Signore esamina tutti gli uomini e tiene conto delle
azioni buone o malvagie che hanno compiuto nel corso dell'anno
precedente. Nel Talmud infatti è scritto "A Rosh Ha-Shanà tutte le
creature sono esaminate davanti al Signore". Non a caso tale giorno
nella tradizione ebraica è chiamato anche "Yom Ha Din", il giorno del
giudizio. Il giudizio divino verrà sigillato nel giorno di Kippur, il
giorno dell'espiazione. Tra queste due date corrono sette giorni che
sommati ai due di Rosh Ha-Shanà e a quello di Kippur vengono detti i
"dieci giorni penitenziali".
Rosh Ha-Shanà riguarda il singolo individuo, il rapporto che ha con il
suo prossimo e con Dio, le sue intenzioni di miglioramento.
Nella Torà, (Levitico 23:23,24) il primo giorno del mese di Tishrì è
designato come "giorno di astensione dal lavoro, ricordo del suono,
sacra convocazione", e nuovamente in Numeri (29:1,6) è ripetuto che è
"un giorno di suono strepitoso": un altro dei nomi di questa festa è
"Yom Teru'a", giorno del suono dello Shofar, il grande corno. In
ottemperanza al comando biblico in questo giorno viene suonato lo
Shofar, simbolo del richiamo all'uomo verso il Signore. Questo suono
serve a suscitare una rinascita spirituale e a portare verso la teshuvà,
il pentimento, il ritorno verso la giusta via. Lo Shofar, oltre a
chiamare a raduno, ricorda l'episodio biblico del "sacrificio" di
Isacco, sacrificio in realtà mai avvenuto in quanto fu sacrificato un
montone al posto del ragazzo. Il corno deve essere di un animale ovino o
caprino in ricordo di questo episodio. Inoltre lo shofar ricorda il dono
della Torà nel Sinai che era accompagnato da questo suono e allude anche
al Grande Shofar citato in Isaia (27:13) "E in quel giorno suonerà un
grande shofar", annunciatore dei tempi messianici.
I suoni che vengono emessi da questo strumento sono di diverso tipo:
note brevi, lunghe e interrotte; secondo una interpretazione esse sono
emesse in onore dei patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe.
Rosh Ha-Shanà è chiamato anche Giorno del Ricordo, infatti la tradizione
vuole che Dio proprio in questa data abbia finito la Sua opera di
creazione e sarebbe stato creato Adamo, il primo uomo.
Un uso legato a questa giornata vede l'ebreo recarsi verso un corso
d'acqua o verso il mare e lì recitare delle preghiere e svuotarsi le
tasche, atto che rappresenta simbolicamente il disfarsi delle colpe
commesse e un impegno simbolico a rigettare ogni cattivo comportamento,
come scritto nel libro biblico di Michà : "Getterai i nostri peccati
nelle profondità del mare".
Gli ebrei azkenaziti in questo giorno vestono di bianco, simbolo di
purezza e rinnovamento spirituale. Anche i rotoli della Torà e l'Arca
vengono vestiti di questo colore. Quest'usanza può essere ricondotta al
verso di Isaia (1:18) in cui è scritto: "quand'anche i vostri peccati
fossero come lo scarlatto, diverranno bianchi come la neve".
A Rosh Ha-Shanà si usa mangiare cibi il cui nome o la cui dolcezza possa
essere ben augurante per l'anno a venire. Il pane tipico della festa
assume una forma rotonda, a simbolo della corona di Dio e anche della
ciclicità dell'anno. Con l'augurio che l'anno nuovo sia dolce, si usa
mangiare uno spicchio di mela intinta nel miele. Si usa anche piantare
dei semini di grano e di granturco che germoglieranno in questo periodo,
in segno di prosperità.

venerdì 26 settembre 2008

SOLIDARIETA' AL PRESIDENTE DEL SENATO

COMUNITANDO - LIVORNOEBRAICA.ORG RIPRENDE DA UCEI INFORMA, ADERENDO,QUANTO SEGUE.

Roma: Gattegna, solidarietà a Schifani
Roma, 26 sett -
Renzo Gattegna, presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha espresso la piena solidarietà, a nome di tutti gli ebrei italiani, a Renato Schifani.
Il presidente del Senato, solo per essersi recato in visita al campo di sterminio di Auschwitz è stato poi oltraggiato con epiteti di stampo razzista.
Secondo Gattegna, per prevenire tali intollerabili fenomeni, si devono educare i giovani alla civiltà e alla democrazia, l'impegno dell'Unione è di collaborare con le istituzioni anche in questo senso.
Schifani ha incontrato oggi il rabbino capo ed il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Di Segni, e Riccardo Pacifici ed il Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna.
L'incontro è durato mezz'ora e si è discusso di come prevenire I fenomeni di razzismo anche con programmi di educazione dei giovani sull'Olocausto.
“Abbiamo trovato il presidente sereno e sensibile al problema – ha detto Gattegna al termine dell'incontro.
Il rabbino Di Segni invece ha espresso la necessità di “vigilare perché il clima politico non degeneri”.

venerdì 19 settembre 2008

20 SETTEMBRE, ANNIVERSARIO DI PORTA PIA

moked/מוקד il portale dell'ebraismo italiano 19/09/2008 - 19 אלול 5768

www.moked.it

20 settembre, una cannonata indispensabile
di admin - pubblicato il 18/09/2008 in pilpul/polemica
Poco importa se l’ebreo Segre che avrebbe dato l’ordine di sparare la cannonata che aprì la breccia di Porta Pia fosse tenente o capitano (comunque non risulta che gli sia stato intitolato nemmeno un vicoletto) e nemmeno se la celebrata spedizione fosse,come ricorda Montanelli citando lo storico Gregorovius presente sul posto, “un’invasione di ciarlatani”.
Fosse anche vero che Vittorio Emanuele II ,infuriato, andava urlando “anca custa balussada an fan fa’ ” (mi scusino i piemontesi) il valore di quell’avvenimento è sempre e più che mai attuale, quindi anche nella nostra realtà odierna che vede la Laicità dello Stato trafitta quotidianamente e trasversalmente.
Ecco perchè il ricordo di quella che una volta era una festa nazionale (pagata doppia per chi lavorava, come mi ricordava un correligionario livornese purtroppo scomparso) ci riguarda tutti, come ebrei, e non solo per un senso di “solidarietà storica” verso i correligionari romani che finalmente ebbero, con quell’evento, completa emancipazione.
Dovremmo fare di più per difendere e rafforzare la Laicità dello Stato che, salvo voler strumentalizzare il concetto, non significa affatto essere “anti” qualcuno bensì “pro” tutti.
Solo una vera società laica, infatti, può garantire a ciascuno di esprimersi liberamente, anche in senso religioso, in reciproco rispetto con gli altri e senza bisogno di essere “tollerato” : solo una salda, onesta, società laica può, infine, regolare i conflitti sociali “interculturali” intervenendo se necessario anche con severità nei confronti di cittadini tutti uguali tra di loro.

Gadi Polacco

QUELLA STRANA VOGLIA DI QUOTIDIANO NAZIONALE : FAR DISCUTERE GLI EBREI DI QUELLO CHE VUOLE QUESTA TESTATA....

QUOTIDIANO NAZIONALE (IL GIORNO-LA NAZIONE - IL RESTO DEL CARLINO) da alcuni mesi a questa parte si è fissato che gli ebrei devono discutere di quanto i propri opinionisti ritengono giusto : illiberale fissa nella fissa è ora che ogni libro di Ariel Toaff debba interessare per forza il mondo ebraico e creare un turbinoso dibattito,altrimenti siamo boicottatori e così via dicendo.
Poco importa se il bieco mercato, sul quale però si vogliono vendere i libri,emette sonore bocciature.....
L'ultima fatica di questo storico viene stroncata ad esempio da Giulio Busi (Il Sole 24 Ore) il quale tra l'altro scrive:" purtroppo il titolo del libro è copiato da Virtually Jewish di Ruth Ellen Gruber (2002) e di idee nuove non ce ne sono molte...".
Ciò nonostante con seriosa prosa QUOTIDIANO NAZIONALE di oggi si interroga solennemente : "sapranno le comunità ebraiche confrontarsi con questa idea di presenza, aprirsi al confronto sul loro futuro o si rifugeranno ancora una volta nelle rituali accuse di antisemitismo e nell'ostracismo?"
Niente male, ironicamente scrivendo,per una testata che vorrebbe porsi quale faro morale e poi scivola pesantemente nell'applicazione delle più elementari norme della deontologia professionale giornalistica,ad esempio attibuendomi una lettera mai scritta e ben guardandosi dall'ospitare come dovrebbe la rettifica(per altri esempi basta scorrere questo blog)
Ma mi faccia il piacere!,direbbe Totò......

Gadi Polacco

giovedì 18 settembre 2008

DICHIARAZIONI SUL FASCISMO : INTERROGAZIONE ON. FIANO E RISPOSTA MINISTRO ROTONDI

Mercoledì 17 Settembre 2008-Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

(Posizione del Governo in merito al comportamento di parte dei militari italiani all'indomani dell'armistizio con le forze alleate dell'8 settembre 1943 - n. 3-00135)

PRESIDENTE. L'onorevole Fiano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00135, concernente la posizione del Governo in merito al comportamento di parte dei militari italiani all'indomani dell'armistizio con le forze alleate dell'8 settembre 1943 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

EMANUELE FIANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, è un piacere, signor Ministro, averla qui a rispondere a questa interrogazione e di questo la ringrazio. Ma la solennità del tema trattato, la solennità del luogo in cui ci troviamo e il rispetto che si deve ad alcuni di coloro che verranno citati in questa interrogazione avrebbero preteso dall'onorevole Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio dei ministri, lo sforzo di trovare cinque minuti di tempo per far sapere agli italiani, tutti, se egli condivida o meno le affermazioni di un Ministro della Repubblica italiana, nata dall'antifascismo e dalla Resistenza. Mi riferisco all'onorevole Ignazio La Russa, il quale ha - come è noto - dichiarato nel corso della cerimonia ufficiale di commemorazione dell'armistizio dell'Italia dell'8 settembre 1943 che - cito testualmente - «altri militari in divisa, come quelli della Repubblica sociale italiana, soggettivamente dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della Patria, opponendosi nei mesi successivi allo sbarco degli anglo-americani, e meritano quindi il rispetto (...) di tutti coloro che guardano con obiettività alla storia d'Italia».
Fateci sapere se questa è anche l'opinione del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Gianfranco Rotondi, ha facoltà di rispondere.

GIANFRANCO ROTONDI, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, onorevole collega, anzitutto va segnalato che la posizione del Capo dello Stato era precedente alle dichiarazioni del Ministro La Russa perché esisteva un testo già scritto e che il discorso del Ministro La Russa, di cui sono stati riportati soltanto stralci, conteneva affermazioni che vengono pienamente incontro alle esigenze che lei ricorda. Ne cito alcuni testualmente: ricordiamo con gratitudine - dice La Russa - gli uomini caduti in difesa della capitale che sentirono l'obbligo morale di compiere ogni sforzo per preservare Roma dall'occupazione straniera. E ancora: fu la data delle svolte, moltissimi episodi di eroismo videro protagonisti militari e civili italiani nella Resistenza. E ancora: una stagione drammatica che si concluse con la sconfitta del fascismo e la liberazione dal giogo nazista. Sin qui, il Ministro La Russa.
Scandisco queste frasi perché chi ci ascolta e anzitutto lei, onorevole, deve essere rassicurato sul fatto che questo è un Governo consapevole di rappresentare la Repubblica italiana nata dalla Resistenza.
Venendo qui, fuori, ho anche ribadito e ribadisco volentieri in aula, che, da parte nostra, da parte di tutti, vi è rispetto per le opinioni espresse non solo dal Ministro La Russa ma dal presidente Violante. Quindi, vi è rispetto anche per chi, in buona fede, ha combattuto ed è entrato nella Repubblica di Salò.
Ma un conto è la pacificazione nazionale che è un valore importante, altro è l'equiparazione di fascismo e antifascismo, equiparazione che per questo Governo non esiste perché l'antifascismo è un elemento costitutivo della nostra democrazia ed è un'ispirazione costante di questo Governo.
Così come non vi è naturalmente altro che rispetto per le forze politiche che hanno scritto la Costituzione e, quindi, mi riferisco anche al Partito Comunista Italiano, in tal modo riconoscendo implicitamente tutto l'arco di forze che si è battuto contro il fascismo e ha edificato questa Repubblica.
Nell'ambito della storia della Repubblica questo Governo è innovatore, guarda al futuro, ma certamente non recide le radici su cui è edificata la nostra convivenza civile.

PRESIDENTE. L'onorevole Fiano ha facoltà di replicare.

EMANUELE FIANO. La ringrazio, signor Presidente. Lei, signor Ministro, è stato abile dialetticamente: ma io non ho avuto risposta alla domanda specifica se il Governo condivida quella frase del Ministro La Russa.
Infatti, non sarebbe potuto accadere che in Germania un ministro della difesa avesse elogiato il senso della patria di alcuni di coloro che combattevano dalla parte delle SS. E non sarebbe potuto accadere nella Repubblica francese che un ministro della difesa avesse avuto accenni commossi per coloro che combatterono dalla parte del Governo di Vichy.
Non ho capito di quale patria parlasse il Ministro La Russa. Infatti, la Repubblica sociale italiana è stata la coda del fascismo. Ma il fascismo era già stato: vi erano già stati i delitti Rosselli e Matteotti, vi erano già state le condanne per Gramsci e Pertini, vi erano già stati i tremila morti causati dagli squadristi tra il 1920 e il 1922 e i 28 mila anni complessivamente comminanti dai tribunali fascisti speciali. Il fascismo aveva già chiarito quale era il proprio volto.Pag. 73
Dunque, bisogna dire che esiste una patria sola: quella citata dalla più alta carica dello Stato per la quale seicento militari italiani l'8 settembre decisero da che parte stare. Decisero di stare dalla parte che difendeva la patria vera e pagarono con la deportazione e con la morte quel senso di fedeltà alla patria che anch'io sommamente sento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

venerdì 12 settembre 2008

Il Comitato Italiano all'Estero di Israele sull'accordo tra Italia e Libia

CASUALITA' HA VOLUTO CHE QUESTO COMUNICATO VENISSE SEGUITO A BREVE DAL
BONARIO GIUDIZIO DI BERLUSCONI,IN SNELLENTE TENUTA NERA, SU ITALO BALBO
DINANZI AD UN GRUPPO DI GIOVANI DI AN......


"L'Italia si e' dimenticata di noi?"

Questa e' la domanda rivolta al Comites dai profughi italiani di Libia

in Israele alla luce del recente accordo di Berlusconi con Gheddafi

Gerusalemme, 10 settembre 2009

Il recente accordo di cooperazione ed amicizia firmato con la Libia,

nell'ambito del quale l'Italia si impegna a versare allo stato

nordafricano un risarcimento di cinque miliardi di dollari,

rappresenta certamente una grandissima prova di maturita' e

responsabilita' che pochi paesi con un passato coloniale hanno avuto

il coraggio di assumersi.

Purtroppo l'accordo non tiene presenti i danni inferti dalla Libia ai

profughi italiani negli anni successivi all'occupazione del paese

maghrebino. La maggior parte degli italiani fuoriusciti dalla Libia

fino al 1970 sono stati completamente espropriati dei loro beni, o per

saccheggio o per confisca, e l'efferata violenza di quegli anni ha

mietuto anche molte vittime, tra cui intere famiglie trucidate.

In particolare, tra gli italiani residenti in Israele vi sono molti

profughi della Libia. "Parecchi connazionali, scappati da Tripoli e

Bengasi abbandonando tutti i loro averi, si sono rivolti al Comites

esprimendo il loro disappunto. Si sentono parte in causa in un accordo

che invece li ignora completamente," riferisce Beniamino Lazar,

Presidente del Comitato degli Italiani Residenti all'Estero (Comites).

"Molte famiglie, inclusa la mia, hanno perso la casa e il lavoro e

perfino la possibilita' di tornare a piangere sulle tombe dei propri

cari," lamenta Raphael Barki, Segretario del Comites, egli stesso nato

a Tripoli, riferendo che dove una volta c'era il cimitero ebraico di

Tripoli, corre oggi la superstrada litoranea del capoluogo libico.

"Tragicamente, non solo l'accordo non tiene in considerazione il

risarcimento dovuto dalla Libia ai cittadini italiani, ma prevede

anche investimenti per un'autostrada costiera che attraversi tutto il

paese, dall'Egitto alla Tunisia, incluso il lungomare tripolino, "

continua Barki.

Il Comites Israele si e' fatto portavoce del disappunto degli italiani

di origine libica residenti in Israele trasmettendo un comunicato al

Presidente del Consiglio, On. Silvio Berlusconi attraverso S.E. Luigi

Mattiolo, l'Ambasciatore d'Italia in Israele, che qualche settimana fa

ha inaugurato il proprio mandato diplomatico a Tel Aviv.

Il comunicato disapprova il fatto che il governo italiano abbia

accettato di firmare un trattato che ignora completamente le violenze

e i danni subiti dalla comunita' italiana ed ebraica in Libia, ed

auspica che il governo italiano guidato da Berlusconi potra' inserire

nei programmi previsti dall'accordo con la Libia anche gli impegni che

la controparte deve assumersi nei confronti dei danni arrecati ai

profughi italiani.

mercoledì 10 settembre 2008

SOLIDARIETA' AI CRISTIANI PERSEGUITATI : INIZIATIVA DI "LIBERAL".

Egregio Direttore,

seppur a distanza, non trovandomi a Roma, aderisco da ebreo e liberale alla vostra iniziativa in difesa dei diritti violati dei cristiani in vari paesi del mondo.

L'attacco ad un diritto fondamentale quale quello di professare liberamente la propria religione è purtroppo da noi ben conosciuto ed è quindi naturale, oltrechè concettuale, aderire a simili iniziative.

Da questo modesto spazio web,già da tempo,è stata ad esempio sollevata la tematica delle persecuzioni poste in essere da Hamas,a Gaza,contro la numericamente piccola comunità cristiana.

Un cordiale saluto,

Gadi Polacco

"COMUNITANDO" - www.livornoebraica.org

lunedì 8 settembre 2008

Fascismo "buono" e fascismo "cattivo" : i bilanci però non mentono.

Non esiste dittatura che anche non abbia prodotto qualcosa di buono :
anzi,proprio la totale libertà di movimento, senza gli "impedimenti" che
l'iter democratico fortunatamente impone, rendono più facile il
raggiungimento di qualche buon risultato.
Per i democratici però la libertà non è comunque barattabile ed ad ogni
modo i bilanci si chiudono in pareggio,in attivo od in passivo.
Il fascismo ha annientato la società democratica, ha imposto leggi
razziali,ha prodotto violenza e morte,ha condotto un paese (peraltro
debole) in una folle guerra portando l'Italia alla distruzione e così via
dicendo.
E' patetico non voler prendere atto di questo immane e terribile bilancio
fallimentare.

Gadi Polacco

giovedì 4 settembre 2008

Sette Benedizioni a Casale Monferrato (da www.ilmonferrato.it)

Le "Sette benedizioni" per Aaron e Serena con cinque rabbini in un clima di grande partecipazione
Casale-Sinagoga - 03/09/2008

(l.a.) - Il complesso israelitico di vicolo Olper ha visto martedì sera una partecipata festa delle “Sette benedizioni” (“Sheva beracchot”) susseguente al matrimonio, avvenuto martedì 27 agosto a Gerusalemme tra Serena (Yael) figlia primogenita di Ermanno Tedeschi e Claudia De Benedetti (vicepresidente dell’Ucei, molto vicina alla comunità casalese) e Aaron (Chalom) Bokobza (23 anni, di origini parigine).

La cerimonia segnava anche la riapertura del complesso israelitico di vicolo Olper dopo complessi e importanti restauri susseguenti al terremoto e a cedimenti strutturali.

Si è aperta alle 19,30 con una preghiera in Sinagoga (uomini nel tempio, signore nei matronei) del rabbino capo di Torino Alberto Somekh.

Poi Giorgio Ottolenghi, presidente della comunità casalese, ha chiamato al suo fianco lo sposo per “onorarlo” dell’ingresso nella comunita stessa e gli ha donato un libro sulle iscrizioni del tempio di vicolo Olper del primo Novecento con la firma autografa del rabbino Foa.

E’ seguito nel cortile dell’archivio un un ricevimento (rigorosamente Kasher) punteggiato da preghiere e canti guidato da cinque rabbini, oltre a Somekh, Giuseppe Laras (presidente delle assemblea dei rabbini d’Italia), Roberto Colombo (direttore delle scuole ebraiche di Milano, Luciano Caro (membro dell’Ucei) e Levi Hazan. Fervore religioso si è unito a un clima, giustamente, festoso.

Al termine le sette benedizioni sul vino iniziate da Ottolenghi ed Elio Carmi e chiuse con il brindisi degli sposi.

Tra i presenti a Casale Gadi Polacco di Livorno, consigliere Ucei per le comunità, e Mario Ciancio Sanfilippo che negli anni ha costruito un gruppo editoriale di dimensioni notevoli in Sicilia e in Italia meridionale.

- Per la Giornata europea della cultura ebraica sabato 6 e domenica 7 concerti e mostre (v. week-end)

(foto Luigi Angelino)
NOTA : le foto sono visibili nel sito www.ilmonferrato.it

lunedì 1 settembre 2008

LA GIORNATA EUROPEA DELLA CULTURA EBRAICA IN TOSCANA (7.9.08)

La musica sarà il tema portante ("Musica e Parole") della nona Giornata Europea
della Cultura Ebraica ,in programma domenica 7 settembre 2008.

Una sessantina le località italiane coinvolte,con Milano e Mantova città "capofi
la" : nutrito ,come da tradizione, il programma toscano che vede coinvolte Firen
ze,Livorno,Monte San Savino,Pisa,Pitigliano e Siena.

La panoramica delle manifestazioni previste è consultabile,oltre a quanto cortes
emente ospitato dai mezzi d'informazione, sul sito dell'Unione delle Comunità Eb
raiche Italiane (www.ucei.it).

Musica ed ebraismo vanno di pari passo sin dai tempi più remoti e sarebbe quindi
impossibile,nello spazio concedibile da un mezzo d'informazione, analizzare tut
to ciò.

Mi "limito" pertanto a parlare della Toscana terra che,anche in ambito ebraico,m
olto ha dato e continua a dare alla musica.

Copiosa è la produzione musicale ebraica di questa regione : Federico Consolo, c
ompositore ebreo e valente musicista autore,tra l'altro,di quello che ad oggi è
l'inno nazionale di S.Marino,con grande saggezza volle raccogliere nel tardo '80
0 la trascrizione su spartito delle musiche della tradizione ebraica livornese e
fiorentina : ne nacque un volume,oggi raro,ormai conosciuto appunto come "il Co
nsolo".

A Livorno operarono compositori,tra essi Bolaffi e Garzia, assai noti nel campo
musicale internazionale : altri,come Ventura e Lattes, aggiunsero più tardi nuov
e composizioni al patrimonio musicale ebraico di origine iberica,tramandato per
lo più oralmente ma sempre in uso nelle liturgie di queste Comunità.

Si deve all'opera di Leo Levi,padre dell'attuale Rabbino Capo di Firenze, nei pr
imi anni dopo la seconda guerra mondiale,la trascrizione e la raccolta di regist
razioni (in lungo ed in largo per l'Italia) riguardanti le liturgie dei numerosi
riti italiani : a quella grande voce di baritono che fu il Rabbino Ferdinando B
elgrado,di Firenze, vanno ascritte invece preziose registrazioni.

A Livorno, dal 1997, opera il coro intitolato al Maestro Ernesto Ventura e diret
to dal Maestro Paolo Filidei (prima di lui lo diressero i Maestri Gottfried e Vi
sconti): un CD è stato realizzato e molto si è fatto nel recuperare brani talvol
ta solo oralmente conosciuti.

Daniele Bedarida, profondo conoscitore del rito livornese, ha realizzato negli a
nni numerose registrazioni riguardanti la ricca liturgia labronica.

Analogo lavoro,con incisione di un CD, lo si deve anche al coro del Tempio di Fi
renze diretto da David Liscia.

Da Pisa,ormai da anni, parte (non a caso di chiama "Nessiah",ovvero viaggio) un
festival diretto dal Maestro Gottfried che ha ormai assunto grande rilevanza in
Toscana e non solo : anche a Pitigliano si lavora per mantenere il patrimonio mu
sicale proprio di quella Comunità.

La Giornata della Cultura Ebraica di domenica 7 settembre,quindi,sarà non solo l
'occasione per visitare o rivedere i luoghi ebraici del nostro territorio,ma anc
he per avvicinarsi al grande patrimonio musicale ebraico.

Ricorda il Consigliere Yoram Ortona,responsabile per l'UCEI della Giornata, nel
suo saluto dalle pagine del sito internet dell'Unione, che Rabbi Nachman di Braz
law, nipote del grande Baal Shem Tov, fondatore del Chassidismo ,nel suo viaggio
nella spiritualità esprimeva in uno dei suoi tanti pensieri il concetto stesso
di musica.
Egli diceva:"la maniera più diretta per unirsi a D-o è mediante la musica e i ca
nti.
Canta anche se non sai cantare. Canta per te stesso. Canta nell'intimità della t
ua casa. però canta "!

Faccio quindi mio l'invito espresso dal Presidente UCEI Gattegna il quale, rile
vando il grande interesse che le Giornate della Cultura Ebraica ricevono,afferma
: "questa voglia di conoscere gli ebrei e la cultura ebraica si incontra con il
nostro desiderio di farci conoscere. Vi aspettiamo il 7 settembre per ascoltare
insieme la musica, per incontrarci e per ascoltarci"

In Toscana ciò sarà particolarmente facile!

Cordialmente,
Gadi Polacco

Consigliere Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

QN (Giorno,Resto del Carlino,La Nazione) : non importa scrivergli,pensano a tutto loro....

Lettera del 29.08.08 a QN
Egregi Signori,
in data odierna pubblicate una lettera a me attribuita,sotto il titolo
"Toaff,gli ebrei e il boicottaggio".
Non mi risulta di averVi mai inviato la suddetta missiva che appare
ripresa,invece,da lettera ospitatami da altro giornale e per giunta
nemmeno integralmente riportata.
Ovviamente non ho mai firmato tale lettera in veste di consigliere
nazionale dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ed anche nella
cortese e privata corrispondenza intercorsa,peraltro dietro suo
contatto,con il Vs. Achille Scalabrin,ho sempre agito esprimendo il mio
personale pensiero.
Confido di non aver bisogno di invocare la normativa vigente per vedere
ospitata questa rettifica.
Distinti saluti,
Gadi Polacco


Gadi Polacco