Mercoledì 17 Settembre 2008-Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(Posizione del Governo in merito al comportamento di parte dei militari italiani all'indomani dell'armistizio con le forze alleate dell'8 settembre 1943 - n. 3-00135)
PRESIDENTE. L'onorevole Fiano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00135, concernente la posizione del Governo in merito al comportamento di parte dei militari italiani all'indomani dell'armistizio con le forze alleate dell'8 settembre 1943 (vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).
EMANUELE FIANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, è un piacere, signor Ministro, averla qui a rispondere a questa interrogazione e di questo la ringrazio. Ma la solennità del tema trattato, la solennità del luogo in cui ci troviamo e il rispetto che si deve ad alcuni di coloro che verranno citati in questa interrogazione avrebbero preteso dall'onorevole Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio dei ministri, lo sforzo di trovare cinque minuti di tempo per far sapere agli italiani, tutti, se egli condivida o meno le affermazioni di un Ministro della Repubblica italiana, nata dall'antifascismo e dalla Resistenza. Mi riferisco all'onorevole Ignazio La Russa, il quale ha - come è noto - dichiarato nel corso della cerimonia ufficiale di commemorazione dell'armistizio dell'Italia dell'8 settembre 1943 che - cito testualmente - «altri militari in divisa, come quelli della Repubblica sociale italiana, soggettivamente dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della Patria, opponendosi nei mesi successivi allo sbarco degli anglo-americani, e meritano quindi il rispetto (...) di tutti coloro che guardano con obiettività alla storia d'Italia».
Fateci sapere se questa è anche l'opinione del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Il Ministro per l'attuazione del programma di Governo, Gianfranco Rotondi, ha facoltà di rispondere.
GIANFRANCO ROTONDI, Ministro per l'attuazione del programma di Governo. Signor Presidente, onorevole collega, anzitutto va segnalato che la posizione del Capo dello Stato era precedente alle dichiarazioni del Ministro La Russa perché esisteva un testo già scritto e che il discorso del Ministro La Russa, di cui sono stati riportati soltanto stralci, conteneva affermazioni che vengono pienamente incontro alle esigenze che lei ricorda. Ne cito alcuni testualmente: ricordiamo con gratitudine - dice La Russa - gli uomini caduti in difesa della capitale che sentirono l'obbligo morale di compiere ogni sforzo per preservare Roma dall'occupazione straniera. E ancora: fu la data delle svolte, moltissimi episodi di eroismo videro protagonisti militari e civili italiani nella Resistenza. E ancora: una stagione drammatica che si concluse con la sconfitta del fascismo e la liberazione dal giogo nazista. Sin qui, il Ministro La Russa.
Scandisco queste frasi perché chi ci ascolta e anzitutto lei, onorevole, deve essere rassicurato sul fatto che questo è un Governo consapevole di rappresentare la Repubblica italiana nata dalla Resistenza.
Venendo qui, fuori, ho anche ribadito e ribadisco volentieri in aula, che, da parte nostra, da parte di tutti, vi è rispetto per le opinioni espresse non solo dal Ministro La Russa ma dal presidente Violante. Quindi, vi è rispetto anche per chi, in buona fede, ha combattuto ed è entrato nella Repubblica di Salò.
Ma un conto è la pacificazione nazionale che è un valore importante, altro è l'equiparazione di fascismo e antifascismo, equiparazione che per questo Governo non esiste perché l'antifascismo è un elemento costitutivo della nostra democrazia ed è un'ispirazione costante di questo Governo.
Così come non vi è naturalmente altro che rispetto per le forze politiche che hanno scritto la Costituzione e, quindi, mi riferisco anche al Partito Comunista Italiano, in tal modo riconoscendo implicitamente tutto l'arco di forze che si è battuto contro il fascismo e ha edificato questa Repubblica.
Nell'ambito della storia della Repubblica questo Governo è innovatore, guarda al futuro, ma certamente non recide le radici su cui è edificata la nostra convivenza civile.
PRESIDENTE. L'onorevole Fiano ha facoltà di replicare.
EMANUELE FIANO. La ringrazio, signor Presidente. Lei, signor Ministro, è stato abile dialetticamente: ma io non ho avuto risposta alla domanda specifica se il Governo condivida quella frase del Ministro La Russa.
Infatti, non sarebbe potuto accadere che in Germania un ministro della difesa avesse elogiato il senso della patria di alcuni di coloro che combattevano dalla parte delle SS. E non sarebbe potuto accadere nella Repubblica francese che un ministro della difesa avesse avuto accenni commossi per coloro che combatterono dalla parte del Governo di Vichy.
Non ho capito di quale patria parlasse il Ministro La Russa. Infatti, la Repubblica sociale italiana è stata la coda del fascismo. Ma il fascismo era già stato: vi erano già stati i delitti Rosselli e Matteotti, vi erano già state le condanne per Gramsci e Pertini, vi erano già stati i tremila morti causati dagli squadristi tra il 1920 e il 1922 e i 28 mila anni complessivamente comminanti dai tribunali fascisti speciali. Il fascismo aveva già chiarito quale era il proprio volto.Pag. 73
Dunque, bisogna dire che esiste una patria sola: quella citata dalla più alta carica dello Stato per la quale seicento militari italiani l'8 settembre decisero da che parte stare. Decisero di stare dalla parte che difendeva la patria vera e pagarono con la deportazione e con la morte quel senso di fedeltà alla patria che anch'io sommamente sento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
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