sabato 26 settembre 2015

Con la festa di Succoth al via le ultime ricorrenze ebraiche del periodo autunnale

Da domenica sera, 27 settembre, ha inizio la festa di Succoth, o "delle capanne", l'ultima del periodo autunnale.
Dal sito Ucei.it alcune informazioni sulla festa e la seguente celebrazione di Simchat Torà.

Comunitando - www.livornoebraica.org

SUKKOTH

La festa delle capanne
La festa di Sukkoth inizia il 15 del mese di Tishrì. Sukkoth in ebraico significa "capanne" e sono appunto le capanne a caratterizzare questa festa gioiosa che ricorda la permanenza degli ebrei nel deserto dopo la liberazione dalla schiavitù dall'Egitto: quaranta anni in cui abitarono in dimore precarie, accompagnati però, secondo la tradizione, da "nubi di gloria".
Nella Torà (Levitico, 23, 41-43) infatti troviamo scritto: "E celebrerete questa ricorrenza come festa in onore del Signore per sette giorni all'anno; legge per tutti i tempi, per tutte le vostre generazioni: la festeggerete nel settimo mese. Nelle capanne risiederete per sette giorni; ogni cittadino in Israele risieda nelle capanne, affinché sappiano le vostre generazioni che in capanne ho fatto stare i figli di Israele quando li ho tratti dalla terra d'Egitto".
La festa delle capanne è una delle tre feste di pellegrinaggio prescritte nella Torà, feste durante le quali gli ebrei dovevano recarsi al Santuario a Gerusalemme, fino a quando esso non fu distrutto dalle armate di Tito nel II secolo e.v. Altri nomi della festa sono "Festa del raccolto" e anche "Festa della nostra gioia", poiché cade proprio in coincidenza con la fine del raccolto quando si svolgevano grandi manifestazioni di gioia. Questa festa è detta anche "festa dei tabernacoli" e il precetto che la caratterizza è proprio quello di abitare in capanne durante tutti i giorni della festa. Se a causa del clima o di altri motivi non si può dimorare nelle capanne, vi si devono almeno consumare i pasti principali. Altri nomi della festa sono "Festa del raccolto" e anche "Festa della nostra gioia", poiché cade proprio in coincidenza con la fine del raccolto quando si svolgevano grandi manifestazioni di gioia.
La capanna deve avere delle dimensioni particolari e deve avere come tetto del fogliame piuttosto rado, in modo che ci sia più ombra che luce, ma dal quale si possano comunque vedere le stelle. E' uso adornare la sukkà, la capanna, con frutta, fiori, disegni e così via.
La sukkà non è valida se non è sotto il cielo: l'uomo deve avere la mente e lo spirito rivolti verso l'alto.
Un altro precetto fondamentale della festa è il lulàv: un fascio di vegetali composto da un ramo di palma, due di salice, tre di mirto e da un cedro che va agitato durante le preghiere. Forte è il significato simbolico del lulàv: la palma è senza profumo, ma il suo frutto è saporito; il salice non ha né sapore né profumo; il mirto ha profumo, ma non sapore ed infine il cedro ha sapore e profumo. Sono simbolicamente rappresentati tutti i tipi di uomo: tutti insieme sotto la sukkà. Secondo un'altra interpretazione simbolica la palma sarebbe la colonna vertebrale dell'uomo, il salice la bocca, il mirto l'occhio ed infine il cedro il cuore. L'uomo rende grazie a Dio con tutte le parti del suo essere.
L'uomo è disposto a mettersi al servizio di Dio anche nel momento in cui sente che massima è la potenza che ha raggiunto: ha appena raccolto i frutti del suo raccolto, ma confida nella provvidenza divina e abbandona, anche se solo per pochi giorni, la sua dimora abituale per abitare in una capanna. Capanna che è insieme simbolo di protezione, ma anche di pace fra gli uomini. "E poni su di noi una sukkà di pace" riecheggiano infatti i testi di numerose preghiere; ci sono dettagliate regole che stabiliscono l'altezza massima e minima che deve avere una sukkà, ma per quanto concerne la larghezza viene stabilita solo la dimensione minima: nei tempi messianici infatti la tradizione vuole che verrà costruita una enorme unica sukkà nella quale possa risiedere tutta l'umanità intera.
Midrash
La struttura della sukkà, simbolo della protezione del Signore, e le regole che descrivono come debbano essere le sue pareti, sono già contenute nella parola stessa: La sukkà è valida infatti se ha quattro pareti complete, secondo la forma della lettera Samech, se ha tre pareti, secondo la forma della lettera Kaf ; se ha due pareti complete e una porzione della terza, secondo la forma della lettera He.

Gaon di Vilna


SIMCHAT TORA'

La gioia della Torà
L'ultimo giorno della festa di Sukkoth si chiama Oshanà rabbà (grande invocazione di salvezza dal significato letterale: Deh, salvaci). Il periodo di pentimento si conclude definitivamente con questo giorno. Il perdono che ci verrà accordato viene invocato battendo i rami di salice durante una suggestiva cerimonia, cerimonia durante la quale si compie anche per sette volte un giro intorno alla Torà, con in mano il lulav. Secondo alcuni lo scuotimento dei rametti di salice rappresenta la pioggia, simbolo di prosperità. Il segnale è la fine del male, come premessa dell'era messianica. Alcuni conservano i rametti del salice per la cerimonia che si tiene subito prima di Pesach, la Pasqua ebraica, durante la quale si bruciano le rimanenze dei cibi lievitati.
Sheminì 'Azzeret (il significato di queste parole è "ottavo giorno di radunanza") è l'ultimo giorno in cui si usa andare nella capanna, tuttavia senza recitare le benedizioni. Nel passo della Bibbia in cui si parla di Sukkoth (Levitico 23) la durata della ricorrenza è fissata in sette giorni. Si parla poi di un "ottavo giorno di radunanza": Sheminì Azzaret. Quasi un prolungamento della festa.
In questo giorno durante il servizio di Mussaf viene introdotta la formula "che fai soffiare il vento e scendere la pioggia". Tale formula verrà mantenuta nell'Amidà (preghiera che si recita a voce bassa) fino alla festa di Pesach, la Pasqua ebraica.
Il giorno successivo è Simchàt Torà, giorno particolarmente lieto, come indicato dal nome stesso: la "gioia della Torà". La lettura della Torà, da cui vengono pubblicamente letti e recitati dei brani ogni settimana durante tutto il corso dell'anno, in questo giorno trova insieme conclusione e principio del ciclo: viene infatti letto l'ultimo brano e si ricomincia con il primo brano. In questo modo la lettura della Torà mantiene la sua continuità nel tempo. Le persone che in questo giorno sono chiamate alla lettura, sono considerate come "sposi" della Torà e di Bereshith (la parola con cui inizia la Torà) e come sposi vengono festeggiati da parenti e amici. In alcune comunità gli "sposi" offrono confetti a parenti e amici.
Durante i sette giri che si compiono nella sinagoga, con i rotoli della Torà sulle braccia, spesso la gioia che si manifesta stride con l'austerità del luogo: le donne gettano caramelle verso la folla festante che spesso danza intorno alla Torà.





martedì 22 settembre 2015

COINCIDENZE DEL CALENDARIO : IN CONTEMPORANEA CON IL KIPPUR EBRAICO ANCHE LA FESTA ISLAMICA DELL' EID AL-ADHA

Come ricorda il sito Cool Israel contemporaneamente al Kippur il mondo
islamico celebrerà (23.09.15), invece,la ricorrenza denominata Eid
Al-Adha, con la quale si ricorda la disponibilità di Abramo a
sacrificare il figlio Ismaele ( nell'ebraismo Isacco, prova alla quale
viene sottoposto Abramo e che,naturalmente,non vedrà l'uccisione del
figlio).
Auguri quindi a quanti festeggiano questa ricorrenza

COMUNITANDO www.livornoebraica.org

lunedì 21 settembre 2015

Da martedi a mercoledi sera ( 22 e 23 settembre 2015) il solenne giorno ebraico del Kippur

Il dieci del mese di Tishrì cade lo Yom Kippur, giorno considerato come il più sacro e solenne del calendario ebraico.
E' un giorno totalmente dedicato alla preghiera e alla penitenza e vuole l'ebreo consapevole dei propri peccati, chiedere perdono al Signore. E' il giorno in cui secondo la tradizione Dio suggella il suo giudizio verso il singolo. Se tutti i primi dieci giorni di questo mese sono caratterizzati dall'introspezione e dalla preghiera, questo è un giorno di afflizione, infatti in Levitico 23:32 è scritto "voi affliggerete le vostre persone". E' un giorno di digiuno totale, in cui ci si astiene dal mangiare, dal bere e da qualsiasi lavoro o divertimento e ci si dedica solo al raccoglimento e alla preghiera; il digiuno che affligge il corpo ha lo scopo di rendere la mente libera da pensieri e di indicare la strada della meditazione e della preghiera.
Prima di Kippur si devono essere saldati i debiti morali e materiali che si hanno verso gli altri uomini. Si deve chiedere personalmente perdono a coloro che si è offesi: a Dio per le trasgressioni compiute verso di Lui, mentre quelle compiute verso gli altri uomini vanno personalmente risarcite e sanate.
Ci si deve avvicinare a questo giorno con animo sereno e fiduciosi che la richiesta di essere iscritti da Dio nel "Libro della vita", sarà esaudita. La purezza con cui ci si avvicina a questa giornata da alcuni è sottolineata dall'uso di vestire di bianco.
E' chiamato anche "Sabato dei sabati", ed è l'unico tra i digiuni a non essere posticipato se cade di sabato.
Kippur è forse la più sentita tra le ricorrenze e anche gli ebrei meno osservanti in questo giorno sentono con più forza il loro legame con l'ebraismo. Un tempo, gli ebrei più lontani venivano detti "ebrei del Kippur" perché si avvicinavano all'ebraismo solo in questo giorno.
L'assunzione della responsabilità collettiva è un altra delle caratteristiche di questo giorno: in uno dei passi più importanti della liturgia si chiede perdono dicendo "abbiamo peccato, abbiamo trasgredito….". La liturgia è molto particolare e inizia con la commovente preghiera di Kol Nidrè, nella quale si chiede che vengano sciolti tutti i voti e le promesse che non possono essere state mantenute durante l'anno.
Questa lunga giornata di 25 ore viene conclusa dal suono dello Shofàr, il corno di montone, che invita di nuovo al raccoglimento, e subito dopo dalla cerimonia di "separazione" dalla giornata con cui si inizia il giorno comune ( dal sito Ucei.it)

Foto : uno dei tanti testi ebraici editi a Livorno. 1858, libro per il Giorno del Kippur, editore Belforte



sabato 12 settembre 2015

IL MONDO EBRAICO ENTRA NELL'ANNO 5776

Dalla sera di domenica 13 settembre 2015 sino alla sera di martedi 15 il mondo ebraico celebra il proprio Capodanno, ovvero la solennità di Rosh Hashanà, entrando nell'anno 5776.
Da parte di COMUNITANDO - www.livornoebraica.org auguri di Shanà tovà, buon anno.
שנה טובה ומתוקה

Rosh Ha Shanah

Rosh Ha-Shanah, il capodanno ebraico, cade i primi due giorni del mese di Tishrì ed è il capo d'anno per la numerazione degli anni, per il computo dei giubilei e per la validità dei documenti. Ha un carattere e un'atmosfera assai diversi da quella normalmente vigente nel capo d'anno "civile" in Italia. Infatti è considerato giorno di riflessione, di introspezione, di auto esame e di rinnovamento spirituale. E' il giorno in cui, secondo la tradizione, il Signore esamina tutti gli uomini e tiene conto delle azioni buone o malvagie che hanno compiuto nel corso dell'anno precedente. Nel Talmud infatti è scritto "A Rosh Ha-Shanah tutte le creature sono esaminate davanti al Signore". Non a caso tale giorno nella tradizione ebraica è chiamato anche "Yom Ha Din", il giorno del giudizio. Il giudizio divino verrà sigillato nel giorno di Kippur, il giorno dell'espiazione. Tra queste due date corrono sette giorni che sommati ai due di Rosh Ha-Shanà e a quello di Kippur vengono detti i "dieci giorni penitenziali".
Rosh Ha-Shanah riguarda il singolo individuo, il rapporto che ha con il suo prossimo e con Dio, le sue intenzioni di miglioramento.
Nella Torà, (Levitico 23:23,24) il primo giorno del mese di Tishrì è designato come "giorno di astensione dal lavoro, ricordo del suono, sacra convocazione", e nuovamente in Numeri (29:1,6) è ripetuto che è "un giorno di suono strepitoso": un altro dei nomi di questa festa è "Yom Teru'a", giorno del suono dello Shofar, il grande corno. In ottemperanza al comando biblico in questo giorno viene suonato lo Shofar, simbolo del richiamo all'uomo verso il Signore. Questo suono serve a suscitare una rinascita spirituale e a portare verso la teshuvà, il pentimento, il ritorno verso la giusta via. Lo Shofar, oltre a chiamare a raduno, ricorda l'episodio biblico del "sacrificio" di Isacco, sacrificio in realtà mai avvenuto in quanto fu sacrificato un montone al posto del ragazzo. Il corno deve essere di un animale ovino o caprino in ricordo di questo episodio. Inoltre lo shofar ricorda il dono della Torà nel Sinai che era accompagnato da questo suono e allude anche al Grande Shofar citato in Isaia (27:13) "E in quel giorno suonerà un grande shofar", annunciatore dei tempi messianici.
I suoni che vengono emessi da questo strumento sono di diverso tipo: note brevi, lunghe e interrotte; secondo una interpretazione esse sono emesse in onore dei patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe.
Rosh Ha-Shanah è chiamato anche Giorno del Ricordo, infatti la tradizione vuole che Dio proprio in questa data abbia finito la Sua opera di creazione e sarebbe stato creato Adamo, il primo uomo.
Un uso legato a questa giornata vede l'ebreo recarsi verso un corso d'acqua o verso il mare e lì recitare delle preghiere e svuotarsi le tasche, atto che rappresenta simbolicamente il disfarsi delle colpe commesse e un impegno simbolico a rigettare ogni cattivo comportamento, come scritto nel libro biblico di Michà : "Getterai i nostri peccati nelle profondità del mare".
Gli ebrei azkenaziti in questo giorno vestono di bianco, simbolo di purezza e rinnovamento spirituale. Anche i rotoli della Torà e l'Arca vengono vestiti di questo colore. Quest'usanza può essere ricondotta al verso di Isaia (1:18) in cui è scritto: "quand'anche i vostri peccati fossero come lo scarlatto, diverranno bianchi come la neve".
A Rosh Ha-Shanah si usa mangiare cibi il cui nome o la cui dolcezza possa essere ben augurante per l'anno a venire. Il pane tipico della festa assume una forma rotonda, a simbolo della corona di Dio e anche della ciclicità dell'anno. Con l'augurio che l'anno nuovo sia dolce, si usa mangiare uno spicchio di mela intinta nel miele. Si usa anche piantare dei semini di grano e di granturco che germoglieranno in questo periodo, in segno di prosperità.
( da www.ucei.it )





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domenica 6 settembre 2015

Aperta a Pisa la Giornata Europea della Cultura Ebraica 2015 : ufficializzata l'intestazione a Guardistallo del Parco della Pace a Elio Toaff (zl). Nel pomeriggio incontri a Livorno.

Con puntualità svizzera è avvenuta l'apertura,a Pisa, della Giornata Europea della Cultura Ebraica 2015.
Nel bellissimo Tempio da poco riportato al suo pieno splendore, ha fatto gli onori di casa il Presidente della Comunità Maurizio Gabbrielli che ha,idealmente,tagliato il nastro della Giornata insieme a ben due sindaci.

Presente il Sindaco di Pisa Filippeschi (assiduo frequentatore anche delle iniziative ebraiche cittadine) che ha ricordato l'importanza della presenza ebraica nella città di Pisa non mancando di cogliere il messaggio insito nel tema della Giornata 2015,ovvero "Ponti e attraversamenti" : insieme a lui anche il Sindaco Ceccarelli di Guardistallo, venuto a Pisa per ufficializzare,proprio in concomitanza con l'iniziativa europea sulla cultura ebraica, l'intitolazione (prevista ai primi di ottobre) al Rabbino Elio Toaff (zl) del Parco della Pace del bellissimo comune da lui amministrato.

Anche nel suo intervento è tornato il tema portante della Giornata 2015 legato alla vocazione al diaogo e all'incontro di Guardistallo : non poteva poi non sottolineare,opportunamente,come il legame con la figura di Elio Toaff passi anche attraverso i tragici avvenimenti della seconda guerra mondiale (a Guardistallo ebbe luogo una delle ultime  stragi nazifasciste in Toscana e profondo è il legame ,come lo era per il Rabbino Toaff,con Stazzema) e la Liberazione.

Si è poi svolta, alla presenza del pubblico e dei due Sindaci,l'intitolazione dell’Archivio Storico al Rabbino Augusto Hasdà (zl), con visita guidata,
Infine à stata inaugurata la Sala Espositiva “Studio Moisè Baruch Carvaglio”  con una lezione sul restauro della Sinagoga di Pisa.

Tappa livornese,nel pomeriggio,del Sindaco Ceccarelli per rendere omaggio alla sepoltura del Rabbino Elio Toaff e per incontrare la Comunità Ebraica livornese alla quale,anche,portare ufficialmente la notizia dell'iniziativa in ricordo del Maestro scomparso.

Nella foto : gli interventi nel Tempio di Pisa (da sinistra : Sindaco Ceccarelli, Presidente Gabbrieelli,Sindaco Filippeschi)
e del Matroneo alla di lui consorte Bettina Segre Hasdà (zl), ricordando il loro grande apporto alla Comunità ebraica pisana sino alla tragica scomparsa nei campi di concentramento nazisti.

venerdì 4 settembre 2015

Giornata Europea della Cultura Ebraica 2015 : ufficializzazione iniziativa Comune di Guardistallo in ricordo di Elio Toaff (zl)

Toscana al centro della Giornata Europea della Cultura Ebraica 2015, il 6 settembre,con Firenze capofila per l'Italia.

Molte le iniziative anche a Livorno, Pisa,Monte S.Savino,Pitigliano,Siena e Viareggio.

Per il programma completo il sito di riferimento è :

http://www.ucei.it/giornatadellacultura/

E' questa anche la data scelta, in collaborazione con le Comunità Ebraiche di Pisa e Livorno,dal Sindaco di Guardistallo, Sandro Ceccarelli, per comunicare la conclusione dell'iter per l'intitolazione al Rabbino Elio Toaff (z.l.) , scomparso pochi mesi or sono, del Parco della Pace del bellissimo comune della provincia pisana, "affacciato" sul livornese.

Il Sindaco Ceccarelli interverrà nel corso delle iniziativa della Giornata, la mattina a Pisa e nel pomeriggio a Livorno, per fornire i dettagli dell'iniziativa e, probabilmente, annunciare la data ufficiale dell'intitolazione.

Un gesto di grande cortesia nei confronti non solo del personaggio celebrato ma anche di due città, quella natale e quella della formazione universitaria,assai care al Maestro scomparso.

COMUNITANDO
www.livornoebraica.org

Foto: il Sindaco Ceccarelli (dal sito del Comune di Guardistallo)