domenica 31 ottobre 2010

Pisa,da oggi Ben Donitza e' entrato a far parte a "pieno titolo" della Comunita'!

Alla presenza del Rabbino Luciano Meir caro e di parenti ed amici,si e' svolta oggi nel Tempio di Pisa la cerimonia del "brit mila' " che sanciisce di fatto l'entrata nella comunita' : Ben...venuto quindi a Ben Donitza e infiniiti auguri di "maz tov"!
Inviato dal dispositivo wireless BlackBerry®

sabato 30 ottobre 2010

Anche il mondo ebraico livornese piange la scomparsa di Paolo Castignoli

Con la scomparsa di Paolo Castignoli anche il mondo enraico livornedr piange uno stimato amico.
Molteplici sono state le occasioni di collaborazione e sempre preziosi si sono rivelati i suoi consigli.
Dotato di elevatissima cultura,ha dedicato anche all'ebraismo livornese la propria attenzione e momenti di studio.
Unitamente alla sua opera,rimarra' indelebile il ricordo della sua naturale eleganza e della sua signorilita' .
Sia il suo ricordo per benedizione.

COMUNITANDO
www.livornoebraica.org
Inviato dal dispositivo wireless BlackBerry®

lunedì 25 ottobre 2010

Dopo le parole dell'Arcivescovo Bustros,presidente della commissione per il messaggio finale del Sindodo dei Vescovi sul Medio Oriente,appena chiusosi in Vaticano

”…Tu dichiari, amico mio, di non odiare gli ebrei, di essere semplicemente ‘antisionista’. E io dico, lascia che la verita’ risuoni alta dalle montagne, lascia che echeggi attraverso le valli della verde terra di Dio: quando qualcuno attacca il sionismo, intende gli ebrei, questa e’ la verita’ di Dio… Tutti gli uomini di buona volonta’ esulteranno nel compimento della promessa di Dio, che il suo Popolo sarebbe ritornato nella gioia per ricostruire la terra di cui era stato depredato. Questo e’ il sionismo, niente di piu’, niente di meno… E che cos’e’ l’antisionismo? E’ negare al popolo ebraico un diritto fondamentale che rivendichiamo giustamente per la gente dell’Africa e accordiamo senza riserve alle altre nazioni del globo. E’ una discriminazione nei confronti degli ebrei per il fatto che sono ebrei, amico mio. In poche parole, e’ antisemitismo… Lascia che le mie parole echeggino nel profondo della tua anima: quando qualcuno attacca il sionismo, intende gli ebrei, puoi starne certo.

MARTIN LUTHER KING, ‘Letter to an Anti-Zionist Friend’, Saturday Review, XLVII (agosto 1967)

Lettera assai nota, assai datata, assai attuale anche oggi...

domenica 24 ottobre 2010

Sinodo sul M.O.

Da laico, nella sua genuina accezione politica, non provo meraviglia nel
leggere le risultanze del "Synodus Episcoporum" sul Medio Oriente
chiusosi in Vaticano,con la partecipazione del Papa, e nemmeno mi sento
di contestarle in termini di coerenza e/o legittimità..
Apprezzando la chiarezza di intenti che emerge da quei lavori ,cosa
sempre lodevole nell'ambito della dialettica politica, rilevo infatti il
legittimo intendimento della Chiesa a percorrere il percorso
scelto,peraltro direi quello sempre seguito,evidentemente ritenuto il
più consono ai propri scopi.
Il problema si pone quindi a chi si fosse nel caso illuso circa una
"conversione" vaticana verso il mondo ebraico e lo Stato d'Israele che
vada oltre ai risultati ormai da tempo archiviati.
Confermata la propria posizione di chiusura verso Israele,la Chiesa è
andata oltre,senza giri di parole,nel riaffermare la propria "missione".
Come si può leggere sul sito del Vaticano che cita l'intervento del
Papa, "durante i lavori dell'Assemblea è stata spesso sottolineata la
necessità di riproporre il Vangelo alle persone che lo conoscono poco, o
che addirittura si sono allontanate dalla Chiesa. Spesso è stato evocato
l'urgente bisogno di una nuova evangelizzazione anche per il Medio
Oriente. Si tratta di un tema assai diffuso, soprattutto nei Paesi di
antica cristianizzazione. Anche la recente creazione del Pontificio
Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione risponde a
questa profonda esigenza. Per questo, dopo aver consultato l'episcopato
del mondo intero e dopo aver sentito il Consiglio Ordinario della
Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, ho deciso di dedicare la
prossima Assemblea Generale Ordinaria, nel 2012, al seguente tema: "Nova
evangelizatio ad christianam fidem tradendam - La nuova evangelizzazione
per la trasmissione della fede cristiana", in termini terra terra il
progetto di conversione.
A rendere ancora più chiaro il quadro,anche sul piano teologico, ha poi
contribuito mons. Cyrille Salim Bustros, arcivescovo greco-melchita e
presidente della commissione che ha steso il messaggio finale: "Per noi
cristiani non si può più parlare di terra promessa al popolo
giudeo....la terra promessa è tutta la terra. Non vi è più un popolo
scelto" ,riferisce l'ANSA, aggiungendo che secondo il prelato " il Nuovo
Testamento ha superato il Vecchio".
Pertanto "non ci si può basare sul tema della Terra promessa per
giustificare il ritorno degli ebrei in Israele e l'esilio dei
palestinesi" ha chiosato Bustros parlando accanto al portavoce vaticano,
Federico Lombardi, ed al relatore generale del Sinodo, il neo-cardinale
Antonios Naguib patriarca dei copti
E allora,seguendo anche l'analisi di Ugo Volli già svolta da queste
colonne,prendiamo atto di queste riconfermate chiare posizioni, in
verità tali anche prima,e definiamo se oltre al rispetto reciproco vi
siano dei comuni ambiti utili di collaborazione.
Diciamo un dialogo con la "d" pragmaticamente minuscola e senza tante
aspettative,insomma tipo quei positivi messaggi che le squadre schierate
in campo lanciano insieme,per fare poi ciascuna la propria
partita,possibilmente senza falli cattivi...
Gadi Polacco

lunedì 18 ottobre 2010

Legge e negazionismo. L'esempio tedesco (da www.moked.it)

Narrava un illustre avvocato che nel corso di un esame universitario venne chiesto all’esaminando come mai in Italia non vi fosse una legge che riguardasse i canguri. Sorpreso lo studente rispose ricordando come da noi non vivano questi simpatici mammiferi, ma l’esaminatore integrò la sua risposta aggiungendo che proprio in conseguenza di ciò non c’era bisogno di una simile normativa. Una chiara legge sul negazionismo e l’uso di termini e simboli che si richiamino al nazismo esiste da lungo in Germania in quanto, riprendendo l’esempio dei canguri, in quel paese nacque, crebbe e drammaticamente operò espandendosi il nazismo. Non mi pare che la Germania di oggi, paese leader in Europa, sia una nazione che neghi il diritto d’opinione o che contribuisca a creare eroi o martiri: peraltro queste categorie di personaggi, molto opinabili in quanto legate fortemente ad opinioni di parte e quindi relative, nascono indipendentemente dalla presenza o meno di leggi (basti pensare al successo che riscuotono talvolta, ricevendo lettere in carcere e vedendosi manifestare ammirazione dalle pagine dei social network, individui rei di gravissimi reati come l’omicidio). L’importanza di una legge, in Italia, sulla falsariga di quella tedesca risiede pertanto, a mio parere, nel cercare di arginare attività che siano propedeutiche, se non già esse stesse lo pratichino, all’odio razziale e alla discriminazione, con conseguente danno (anche in termini morali) verso la vittima. Secondo il diritto costituzionale tedesco, inoltre, la negazione della Shoah è un “falso” che non gode conseguentemente della protezione della libertà accademica, tanto per richiamare il caso Moffa dal quale è scaturito il dibattito al quale assistiamo in questi giorni. E’ altresì indubbiamente vero che le posizioni al riguardo di simili leggi siano assai variegate in Europa ma, tornando ai canguri, in Germania come in Italia (con tanto di sceneggiata parlamentare e rispetto pedante dell’iter burocratico che una dittatura poteva tranquillamente risparmiarsi) certe teorie sono state tradotte terribilmente in pratica peraltro senza imposizioni esterne. Ma occorre anche ricordare che una decisione quadro dell’Unione Europea del 2007 invita a punire «la pubblica approvazione, negazione o il grave svilimento di genocidi, crimini contro l’umanità e crimini di guerra, quando il crimine è indirizzato contro un gruppo di persone a causa della loro razza, colore della pelle, religione, discendenza o provenienza nazionale o etnica»: riserve a parte sul termine “razza” il concetto appare chiaro. Quale che sia la strada che si vorrà forse scegliere, però, pesa sul dibattito italiano l’aver rimosso per svariati decenni quello che accadde in Italia in quegli anni bui e mi domando se ancora oggi, come avveniva ai miei tempi, l’insegnamento della storia nelle nostre scuole termini misteriosamente con la Prima guerra mondiale. Se poi ci aggiungiamo l’italica propensione al “tengo famiglia” che, per fare un piccolo esempio, mette tutti d’accordo trasversalmente, politicamente parlando, circa le attività che si svolgono in quella sorta di capitale del nostalgismo che è Predappio in nome della vendita di souvenir e di lavoro per trattorie ed hotel (con tutto il rispetto per il lavoro di ciascuno), ecco che un simile dibattito potrebbe avere da noi vita dura, con buona pace delle questioni di principio.

Gadi Polacco
Consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

sabato 16 ottobre 2010

Lo strano caso del l bambino palestinese arrestato...

Egregio Direttore de "Il Tirreno",
da queste colonne la lettrice Maria Elena Moretti (16.10.10)
"interpella" bizzarramente la Comunità Ebraica livornese per sapere come
la pensi e cosa intenda fare in riferimento,come spiega,all'arresto di
un bambino palestinese di otto anni "strappato dalle braccia della
madre...e per di più con una gamba fratturata".
Mufid Mansur ,sottolinea la lettrice,è "colpevole di aver tirato sassi
alla macchina di David Beeri...che proprio sotto gli occhi di una
telecamera,lo ha travolto" e "non è stato invece arrestato".
Circa l' "interpellanza" non credo proprio che la Comunità Ebraica debba
dare riscontro alla signora che,delle due l'una, o ha le idee assai
confuse circa cosa sia una comunità religiosa e quali siano i suoi
"poteri" ,oppure ripropone un ormai vecchio e sgangherato tentativo di
"colpevolizzare" il mondo ebraico per costringerlo a "scusarsi"
strumentalizzando le vicende mediorientali e camminando lungo un
sentiero,spero inconsciamente in questo caso,di pregiudizio.
Interessante,seppur nella sua negatività,è invece il fatto che per
l'ennesima volta una notizia pesantemente manipolata alla fonte,per fini
propagandistici, sia stata assorbita senza curarsi di operare le seppur
minime verifiche : la stampa italiana ,duole rilevarlo,anche in questo
caso pare essere pesantemente caduta nel tranello,salvo casi di
volontaria complicità.
Scrive nel suo blog ("Distanti saluti") un operatore italiano che si
trova "in Palestina a provare a dare una mano al futuro" (non
certo,quindi,un sionista scatenato): "dico spesso che il tifo da squadra
nelle questioni del Medio Oriente è quasi più deprimente dello stesso
Medio Oriente. Mi dimentico di dire che la copertura mediatica del Medio
Oriente è perfino peggio".
Questa acuta riflessione la pone nella pagina del suo diario nella quale
commenta la notizia alla quale la signora Moretti si riferisce : seguono
i particolari al riguardo che svelano l'enorme manipolazione avvenuta,le
falsità circa l'arresto/fermo ,la presunta assenza dei genitori ,la
presunta mancanza di soccorso e svela anche particolari
interessanti,rilevabili ovviamente monitorando le fonti,circa la
confusione abilmente fatta sui nomi e le età dei coinvolti.
David Beeri peraltro è stato fermato,interrogato e l'inchiesta su di lui
prosegue.
La signora Moretti,però,dovrebbe anche approfondire il fatto al quale
accenna e,con un rapido giro su internet,troverà anche la versione
completa del filmato dell'accaduto ,in realtà un agguato vero e proprio
palestinese,con l'ormai tradizionale e cinico uso di minorenni,al quale
non certo a caso hanno assistito (salvo non si pensi che passassero
tutti per caso in quel luogo nel giusto momento...) telecamere e fotografi.
Ora,riprendendo l'osservazione del citato blogger , sono anch'io un
"tifoso" nelle questioni mediorientali,seppur mi sforzi di essere
obbiettivo e a differenza di una certa "tifoseria" diversa non abbia
l'obbiettivo di negare il diritto all'esistenza alla controparte: sono
però lieto di "tifare" per Israele, l'unica vera e propria democrazia
dell'area, Stato che certamente può sbagliare come tutti gli altri ma
che ha,come spesso ha dimostrato,gli antidoti propri di una democrazia
compiuta per correggere i propri eventuali errori e punire chi ne sia
nel caso colpevole.
Il tutto senza utilizzare squallidamente e vigliaccamente dei bambini
esponendoli in prima linea e che, nel caso dei palestinesi, meritano
indubbiamente dei capi migliori.
Cordiali saluti e grazie per l'ospitalità,
Gadi Polacco

domenica 3 ottobre 2010

IL PRESIDENTE DELL'UNIONE DELLE COMUNITA' EBRAICHE ITALIANE COMMENTA LE DISGUSTOSE DICHIARAZIONI DI CIARRAPICO ED ANCHE L'ASSENZA DI SIGNIFICATIVE REAZIONI

Con grande delicatezza il Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha atteso la fine del periodo festivo ebraico e del Sabato per commentare le disgustose dichiarazioni di Ciarrapico (senza dimenticarsi di rilevare anche alcune reazioni compiacenti).
Un tale personaggio non valeva certo l'infrangere un'antica regola.
Gadi Polacco

Gli ebrei italiani nel vedere ed ascoltare l’esternazione del senatore Ciarrapico hanno provato rabbia e sconforto.

Ciarrapico non ha sorpreso perché tutti sanno che egli si è limitato, in un momento di sincerità, a dire ciò che ha sempre pensato degli ebrei, coerentemente con la sua formazione e la sua mentalità.

Lo sconforto è nato da ciò che si è potuto cogliere intorno a lui: sorrisi, consenso, evidente soddisfazione di altri senatori che si compiacevano del fatto che qualcuno trovasse il coraggio di sfidare la correttezza politica e di ingiuriare nuovamente gli ebrei.

Nessuno dei presenti ha avuto la sensibilità, l’intelligenza e la prontezza per reagire, come sarebbe stato necessario, per tutelare soprattutto la dignità e l’onorabilità del Senato.

Così, all'incomprensibile silenzio del Presidente dell’Aula, si è aggiunta la replica del Presidente del Consiglio che non ha colto la gravità delle affermazioni di Ciarrapico e ha risposto in maniera assolutoria alle offese agli ebrei rinnovando la sua amicizia allo Stato di Israele, cioè confondendo due diverse entità.

E’ sconfortante dover verificare l’alto prezzo che le istituzioni stanno pagando per il grave errore commesso da chi ha proposto e sostenuto l’elezione di una persona che si è sempre rivelata pronta a calpestare i valori fondamentali dello stato democratico.

Siamo in attesa di vedere se il Presidente del Senato e il Presidente del Consiglio adotteranno provvedimenti diretti a sanzionare quella grave offesa che è stata rivolta non solo agli ebrei ma alle Istituzioni nazionali, soprattutto per evitare che simili episodi si possano ripetere.
Renzo Gattegna
Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane


sabato 2 ottobre 2010

Meravigliarsi di Ciarrapico...questo desta meraviglia!

Meravigliarsi di Ciarrapico...questo desta meraviglia! Date un'occhiata al suo catalogo da editore,qualora non vi bastasse la biografia.Ma mentre la squallida sortita del camerata Ciarrapico è coerente al personaggio,direi che occorre meditare  invece sulla  definizione di Berlusconi :" frase sfuggita di bocca"...quasi che non siano proprio  le parole sfuggite di bocca ad essere le più sincere! E che caduta di stile quel richiamarsi agli "amici ebrei" (non ritengo Berlusconi un antisemita ma questa,insieme alla popolare nonna ebrea,è proprio la tipica difesa del razzista)....al sentirsi israeliano....magari per raccontarci poi sopra qualche stantia barzelletta.La realtà è che Ciarrapico era ben noto per quello che è ma,lo dovreste ricordare,l'alta motivazione della sua candidatura fu che facevano comodo i suoi giornali....


Il passaggio di Ciarrapico...
"Chi ha tradito una volta tradisce sempre" - Sempre rivolto a Berlusconi, Ciarrapico chiede: "Ella, signor Presidente, pensava che fosse casuale quel rinnegamento? No, era necessario, perché era stato impartito un ordine: non farci raggiungere i fatidici 316 voti. Non erano quindi rinnegati casuali, erano rinnegati mandati, erano rinnegati che avevano un compito da svolgere, signor Presidente; 35 parlamentari che non sarebbero stati eletti se non li avesse fatti eleggere lei e torneranno nell'ombra, come nell'ombra tornerà quella terza carica dello Stato che ella molto generosamente gli aveva affidato. Fonderà un partito, speriamo che abbia già ordinato le kippah con le quali si presenteranno, perché di questo si tratta: chi ha tradito una volta tradisce sempre, l'onorevole Fini può darsi pure che svolga una missione, ma è una missione tutta sua personale, se la tenga. Quando andremo a votare, perché andremo a votare - conclude Ciarrapico - vedremo quanti voti prenderà il transfuga Fini".  (Redazione Tiscali)