martedì 30 novembre 2010

Laicità : una proposta per l'imminente congresso dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

Credo si possa convenire sul concetto che una società laica ideale sia
quella che vede nello Stato un neutrale garante della libertà religiosa
di tutti,nel rispetto delle comuni leggi civili,senza farsi influenzare
o condizionare da alcuno,in ossequio anche a chi non crede.
Altrettanto credo che si possa convenire sul fatto che
l'Italia,nonostante le dichiarazioni ufficiali ed il dettato
costituzionale che ci vuole tutti uguali dinanzi allo Stato,non possa
definirsi una società pienamente laica (ricordando che la Laicità non
corrisponde comunque ad "antireligiosità").
E' partendo da questa premessa che ho modestamente proposto, ai delegati
al nostro ormai imminente Congresso, di valutare l'opportunità di
incaricare il prossimo Consiglio di cercare di perseguire la riapertura
dell'Intesa sia per darci una previsione di legge ,come avviene in
Spagna,che ci demandi un ruolo concreto e ricnosciuto nel coordinare la
certificazione di prodotti kasher in Italia,sia per correggere quelle
che mi appaiono delle palesi disparità di trattamento,nel rapporto con
lo Stato, rispetto a quanto riservato alla Chiesa Cattolica.
Ciò non vuol dire rinunciare all'idea di una vera società
Laica,auspicando anzi che il Congresso non si limiti alla tradizionale
riaffermazione della nostra adesione a questo concetto,ma prendere
pragmaticamente atto della situazione avendo ben presente che i nostri
rapporti con lo Stato da un'Intesa sono regolati e pertanto è su di essa
che dobbiamo,in prima istanza,cercare di agire.
E' infatti Laicità anche perseguire un uguale trattamento per tutti e
poi, vista l'attuale situazione (trasversalmente parlando in termini
politici),mi viene in mente quanto Faust afferma nell'epilogo del
Mefistofele : "...ma il real fu dolore e l'ideal fu sogno...".
Hanucchà sameach!

Gadi Polacco

giovedì 18 novembre 2010

Israele si ritira da Ghajar,gli abitanti protestano ed Ugo Tramballi....pure

Egregio Direttore,
è per certi versi bizzarra, ma a pensarci bene non tanto, la notizia del
ritiro israeliano dal villaggio di Ghajar,in origine già in bilico tra
Libano e Siria,con relative proteste degli abitanti che preferivano
evidentemente la presenza dei sodati di Gerusalemme.
Altrettanto bizzarro,ma anche in questo caso poi non tanto,l'incipit
dell'articolo di Ugo Tramballi al quale deve essere parso troppo
"doloroso" dare una notizia positiva su Israele senza infarcirla di
qualche annotazione che ricordi,sia mai che qualcuno pensasse
diversamente,quanto sono "cattivi" gli israeliani.
E allora ci ricorda ,premettendolo subito,"come un ritiro israeliano da
territori occupati non è una di quelle cose che capitano tutti i giorni
in Medio Oriente...",quasi che Israele stesse occupando appunto tutto il
M.O. e "dimenticando" precedenti quali tutto il Sinai,Gaza, e il Libano
stesso,tanto per citare qualche esempio e tralasciandone altri (ci si
dovrebbe poi chiedere in seguito a cosa quei territori vennero
temporaneamente occupati,ma forse è chiedere troppo...);
Della serie "non facciamoci mancare nulla" è poi l'ulteriore chiosa:
"Pacifisti,milizie,eserciti,chiese,organizzazioni
internazionali,opinioni pubbliche e popoli interi sono mobilitati da
decenni perchè questo accada".
A parte la ridondanza e la ricchezza di retorica del periodo è "curioso"
che aggressori in forma di stato , terroristi vari , "pacifinti" ed
opinioni pubbliche vessate da dittatori non vengano menzionati nella
lista, ossequiosamente celati dietro a vaghe e delicate definizioni.
Giustamente,occorre essere obbiettivi,il nostro commenta però "ma quando
succede,non è contento nessuno" e pare non essere contento nemmeno lui
che,nella chiusa dell'articolo,ci svela il vero e perverso motivo del
ritiro : "ma Israele ora ha in mente la realizzazione dello -stato
ebraico- : altri 2300 arabi non sono d'aiuto per i calcoli della
demografia prestata alla politica".
Insomma,ci dice Tramballi,se Israele "occupa" è cattivo ma lo è anche se
si ritira.....certo se si levasse definitvamente di torno sarebbe
meglio,par di capire,tanto un altro luogo inquieto nel mondo nel quale
mandare l'inviato Tramballi ci sarà sempre.
Non male per un giornalista che,come la demografia secondo lui,appare
prestato (anzi,donato) alla politica....
Cordiali saluti,
Gadi Polacco
Livorno

martedì 16 novembre 2010

solidale da ebreo e da liberale con Asia Bibi, a rischio di morte a causa della propria fede.

Da ebreo e da liberale ho un doppio motivo per essere solidale con Asia Bibi,la donna pachistana che rischia la vita a causa della propria fede cristiana.
Alla difesa del basilare diritto umano di professare liberamente il proprio credo,quale esso sia,si unisce infatti l'amara esperienza che il popolo ebraico ha in tema di attentati alla propria identita'.
Non servono quindi grandi analisi politiche,talvolta addirittura controproducenti in quanto allargano il discorso a dismisura favorendo i distinguo,per unirsi alla trasversale richiesta internazionale.in favore di Asia Bibi e di quanti sopportino analoghe vessazioni.
Gadi Polacco

venerdì 12 novembre 2010

L'EBRAISMO LIVORNESE RICORDA, NEL VENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA, IL PARNAS GAD GUIDO NOVELLI (z.l.)*

COMUNITANDO
www.livornoebraica.org
(Blog indipendente di cose ebraiche livornesi e non solo, a cura di Gadi Polacco)


NEL VENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA DEL
PARNAS GAD GUIDO NOVELLI (z.l.)*
DOMENICA 14.11.2010, ALLE ORE 19.30, LIMUD COMMEMORATIVO AL TEMPIO DI LIVORNO

Ricorre l' 8 del mese di Kislev dell'anno 5771 (dalla sera del 14.11.2010 sino a quella seguente,essendo il calendario ebraico lunare) il ventesimo anniversario di Gad Guido Novelli (zl.l.)* : un Limud (studio commemorativo) si terrà al Tempio di Livorno domenica 14 c.m.,alle ore 19.30 .

Nella storia recente della Comunità ebraica livornese egli riveste un ruolo primario : Parnas del Tempio (colui che sovrintende alle cerimonie ed al funzionamento del luogo di culto), ebbe numerosi incarichi sia quale consigliere della Comunità sia come presidente del Gruppo Sionistico livornese nonchè quale membro dell'associazione Bene' Berith.

L'intitolazione a lui del locale Gruppo Sionistico è in fase di realizzazione.

In realtà,indipendentemente dalle cariche nel tempo ricoperte, non mancò mai di dare aiuto a qualsiasi iniziativa inerente al mondo ebraico ed in difesa delle ragioni dello Stato d'Israele : incessante è stato anche il suo prodigarsi per cercare di aiutare il prossimo.

Guido Novelli è stato però anche assai attivo a livello cittadino,in varie realtà associative sempre con entusiastico apporto , e quale grande appassionato di musica ed in particolare del "bel canto" lunga è stata la sua presenza quale corista nella Corale Mascagni : inutile dire che questa sua passione lo portò a curare molto anche la conservazione del grande ed esclusivo patrimonio musicale liturgico della Comunità.

Ho avuto il piacere e l'onore di collaborare strettamente con lui  e posso quindi testimoniare pienamente del suo porsi quale genuino e disinteressato attivista di ogni attività alla quale prese parte non di rado devo ricordarlo, anteponendole anche ai pur legittimi interessi personali e di lavoro.

Il ricordo più lontano che ho di Guido Novelli,per certi versi quello al quale sono anche più attaccato, risale all'infanzia quando il venerdi prima della preghiera per l'entrata del Sabato, mio padre Rav Bruno Polacco (z.l.)* aveva appuntamento con lui , al suo negozio di via Buontalenti, per andare insieme a salutare ed augurare un buon Sabato ai correligionari del mercato, esempio di apertura e relazione verso il prossimo che dovrebbe essere assai praticato ed esteso anche ai nostri tempi (la Comunità in cammino verso gli iscritti,per poter poi "pretendere" che avvenga anche viceversa).

Genuinità ed umanità sono state le caratterische che hanno contraddistinto, a mio modesto parere, l'operato di Guido Novelli al quale ben si addice lo spirito che Rabbi Tarfon ci ha trasmesso (Avot 2,21) :
«Non sta a te finire l'opera, ma non sei neppure libero di sottrartene»,

Sia il Suo ricordo per benedizione*


Gadi Polacco



Nella foto (Livorno,anni Sessanta ) : Gad Guido Novelli (a destra),Rav Bruno Polacco (al centro),Renzo Cabib (a sinistra,storico Presidente della Comunità)








giovedì 11 novembre 2010

Lettera a Il Tirreno sulla seconda "interpellanza" alla Comunita' Ebraica di Livorno della lettrice Moretti

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Egregio Direttore,
la lettrice M.E. Moretti,da Il Tirreno del giorno 11.11.10,ripropone la sua impropria "interpellanza" nei confronti della Comunita' Ebraica di Livorno,in riferimento al caso-bufala del minorenne palestinese che Israele avrebbe arrestato .
La bufala ha avuto un certo successo in Italia ma si e' poi sgonfiata da sola,in quanto insostenibile (all'estero pare che ci sia cascato solo chi ha voluto cascarci).
La lettrice Moretti ha tutto il diritto di voler credere alla cosa,ovviamente,ma ho l'impressione che in realta' il fine di certi interventi sia quello di riproporre una visione negativa d'Israele "a prescindere",con buona pace degli invocati bambini palestinesi stessi che sono solo il mezzo,la scusa per sparare sul vero obbiettivo.
Diversamente la signora Moretti dovrebbe chiedersi come mai i bambini palestinesi vengano cinicamente usati per azioni di "prima linea',come spesso accaduto,alle quali potrebbero partecipare gli adulti.
E invece si rammarica del fatto che gran parte degli ebrei,io tra questi ed insieme a tanti amici anche non ebrei,solidarizzi con le ragioni della democrazia israeliana che,come tutte le cose umane e bufale a parte,puo' anche sbagliare talvolta ma democrazia rimane...
Cordiali saluti,
Gadi Polacco
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domenica 7 novembre 2010

DOMANI RICORRERANNO I DIECI ANNI DALLA SCOMPARSA DI ITALO CONTINI, STORICO CUSTODE DEL TEMPIO E DELLA COMUNITA' EBRAICA DI LIVORNO

Comunitando
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(Blog indipendente di cose ebraiche livornesi a cura di Gadi Polacco)

Già dieci anni sono trascorsi dalla scomparsa di Italo Contini, il mitico Italo custode per decenni del Tempio e della Comunità Ebraica di Livorno.
Italo è stato, per generazioni di ebrei livornesi,assai  più che il custode delle locali sedi ebraiche  : era tra coloro che parteciparono ai lavori di edificazione del nuovo Tempio (inaugurato nel 1962) e dell'annesso dell'attuale piazza Benamozegh (allora tutta via del Tempio) , divenendone poi il custode che conosceva ogni angolo.
Visse quindi gli anni della rinascita della Comunità e collaborò con tanti rabbini e dirigenti che si succedettero divenendo parte integrante ,nei momenti lieti come in quelli tristi, dell'ebraismo livornese del quale era peraltro un vero e proprio archivio umano.
Dotato di grande senso dell'ironia, lo ricordiamo in tanti insieme alla signora Elica (scomparsa pochi anni dopo di lui) : il "metodo Italo",a riprova di quanto il suo ricordo sia sempre presente, viene ancor oggi spesso menzionato anche dal suo successore che pur non lo ha conosciuto di persona.
Al figlio Giancarlo ed alla famiglia tutta un caro saluto nel ricordo di Italo ed Elica.
Gadi Polacco



giovedì 4 novembre 2010

Domenica 7 novembre gli iscritti alle Comunità Ebraiche Italiane sono chiamati al voto per eleggere i delegati al Congresso nazionale di dicembre

COMUNITANDO
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Blog di cose ebraiche a cura di Gadi Polacco

Domenica 7 novembre 2010 gli iscritti alle Comunità Ebraiche Italiane sono chiamati alle urne per eleggere i delegati che, a dicembre a Roma, daranno vita al Congresso nazionale che rinnoverà le cariche dirigenziali dell'ebraismo italiano ed approverà le mozioni che impegneranno l'attività del nuovo Consiglio nazionale.

Gadi Polacco, consigliere nazionale dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, nell'invitare gli iscritti a recarsi numerosi alle urne sottolinea l'importanza del congresso 2010 nel quale verrà anche esaminata la possibilità di rimettere mano allo statuto vigente.

"Mi auguro", ha sottolineato Polacco, "che l'assise romana di dicembre incida fortemente su tematiche vitali per l'ebraismo italiano quali il rafforzamento delle attività culturali e di culto, di quelle giovanili,circa la conferma della vicinanza alle ragioni dello Stato d'Israele (unica democrazia del Medio Oriente),  la Laicità dello Stato ,caratteristica questa  indispensabile per rafforzare, nel reciproco,.paritario ed autonomo rispetto tra tutti, la crescita di una società aperta indispensabile per la convivenza sociale".

"Il 150° anniversario del'Unità Nazionale", ha proseguito il Consigliere Nazionale,"dovrà altresì essere al centro dei nostri lavori anche nel ricordo del forte contributo dato dagli ebrei italiani,finalmente cittadini a pieno titolo, al Risorgimento nazionale"

Forte la presenza di candidati toscani nelle liste dei candidati per l'elezione a delegati, da Livorno si candida Daniele Bedarida, medico con specializzazione in odontoiatria, da sempre attivo nell'ambito della Comunità,studioso di cose ebraiche e grande esperto di musica sinagogale livornese,con all'attivo diverse registrazioni.

(m.r.)

mercoledì 3 novembre 2010

"Giovinezza" e "Bella ciao" a S.Remo

Pare che Gianni Morandi, alla ricerca  forse di qualcosa che faccia parlare sin da ora del festival di S.Remo,per il 150° dell'Unità d'Italia voglia far cantare,tra l'altro,ai partecipanti alla kermesse sanremese "Bella ciao" e "Giovinezza", speriamo quest'ultima nella prima versione goliardica torinese,non toscana come qualcuno ha scritto,dovuta a Nino Oxilia nel 1908  (sulle note di Giuseppe Blanc) ed all'inizio denominata "Il commiato".
Se "Bella ciao" ha origini popolari ottocentesche e secondo alcuni anche klezmer,indubbia è la sua notorietà derivante dall'essere divenuta noto inno partigiano,mentre "Giovinezza" è purtroppo ormai entrata nell'immaginario degli italiani quale inno fascista,secondo l'infausta sua ultima versione.
Posto che il Risorgimento dal quale scaturì l'Italia unita è denso di propria musica, cosa ci combinano le due suddette canzoni?!
Temo che un minestrone indefinito,nel quale sciogliere il vero significato del Risorgimento che oggi pare disturbare alcuni, venga cucinato anche per il festival e,tutto sommato,non sarà questo certamente il peggior attentato all'Unità d'Italia.

Gadi Polacco

Bernabei : risposte incaute 2

Confesso una certa ammirazione per le capacità acrobatiche di Ettore
Bernabei nonchè per la sua attitudine a sistemarsi comodamente le cose :
la fiction su PIO XII ?
No problem, "alcuni esponenti della cultura ebraica" l'avevano
praticamente promossa, dichiara il nostro a "Il Corriere della Sera",
palesando evidentemente un'anteprima.
Francamente non mi sento appagato per il presunto placet di presunti
"esponenti della cultura ebraica", categoria alla quale non appartengo
non essendo orgogliosamente un'intellettuale "ebraico" o meno:abituato a
pensare autonomamente ,quando è il caso anche sbagliando, non posso non
rilevare come questa sortita ricordi assai da vicino la nonna o l'amico
ebreo, da portare a proprio discarico, che secondo l'ormai tradizionale
adagio non si nega a nessuno.
Gadi Polacco

martedì 2 novembre 2010

UN COMMENTO DEL RABBINO PROF. LARAS A SEGUITO DELLA FICTION SU PIO XII

Che le polemiche attorno alla controversa figura di Pio XII e al suo operato durante il periodo nazi-fascista non si siano mai sopite appare di tutta evidenza ancora in questi giorni, contestualmente alla proiezione televisiva della fiction dedicata a quel pontefice.

La beatificazione di un papa, come di qualunque altra persona, è affare interno della Chiesa Cattolica; tuttavia, un giudizio storico e morale sui personaggi in corso di beatificazione può certamente essere espresso da chiunque.

E' fuor di dubbio che allora mancò da parte di Pio XII una condanna aperta, ferma e netta, dei crimini perpretrati dai nazisti contro gli ebrei, e non solo. E così mancò la voce del papa anche durante la deportazione degli ebrei dal ghetto di Roma il 16 ottobre, operata in pieno giorno e di fronte a tutti.

Alcuni, da parte cattolica, giustificano tali silenzi con la preoccupazione del pontefice di evitare un acuirsi delle persecuzioni, non solo verso gli ebrei ma verso anche talune comunità cristiane.

Con tutto il rispetto e considerati i tempi drammatici e terribili di cui stiamo parlando, Pio XII più che da uomo di religione sembra essersi comportatato da uomo politico, avendo fatto prevalere considerazioni di ordine strategico-diplomatico anzichè religioso, rispettabilissime, ma certo non all'altezza delle attese del momento e del ruolo di autorità morale e spirituale universale ricoperto dal pontefice romano.

Circa la fiction di cui molto si sta parlando in questi giorni, pur inevitabilmente rilevando l'evidente grande sforzo mediatico di certa parte del mondo cattolico di enfatizzare l'opera di salvezza attivata all'epoca dal papa e dalla Chiesa a favore di alcuni ebrei in quel frangente terribile, essa resta pur sempre solo una fiction, al cui riguardo ritengo ozioso troppo disquisire.

Accanto, però, ai molti esempi fulgidi di dedizione, altruismo e coraggiosa generosità, non possiamo nascondere l'esistenza di tante storie di segno radicalmente opposto, come, ad esempio, tentativi di conversione al cristianesimo, a volte effettivamente realizzatisi, operati nei confronti di alcuni ebrei perseguitati che avevano trovato asilo in talune istituzioni cattoliche.

La figura di Pio XII è destinata, pertanto, a rimanere un elemento frenante lungo il percorso del dialogo ebraico-cristiano.


Rav Prof. Giuseppe Laras

Due bizzarri passaggi della dichiarazione di Bernabei a Moked.it, sempre per parlare della fiction apologetica su Pio XII

Nell'intervista a Rosella Tercatin, propostaci da Moked.it in seguito all'anteprima dell'apologetica miniserie su Pio XII, Ettore Bernabei esprime due bizzarri passaggi che, se non ci fosse in sottofondo la tragedia di quegli anni, si potrebbero anche classifcare come esilaranti.

"Gli sceneggiatori hanno voluto evitare le posizioni ufficiali riguardo alla figura del pontefice. Non si sono schierati né da una parte né dall’altra......" ed infatti è proprio dal sito della Lux Vide, la società di Bernabei e soci,che apprendiamo come " Lux Vide ha lavorato sui documenti per la causa di beatificazione di Pio XII ..." che, con tutto il rispetto, non sono certo di fonte autonoma ed indipendente.

In qualche modo ammirevole è anche,nel tentativo di minimizzare i dubbi circa ciò che Pio XII avrebbe forse potuto fare,la seguente affermazione : "In fondo il papa è il vescovo di Roma, e quindi Pio XII si è fatto carico di salvare più vite possibili nella sua diocesi...."

Insomma, il Papa ridotto alla potenzialità di un curato locale, non proprio Don Camillo Monsignore ma quasi , concetto che, per fare un paragone più recente, avrebbe potuto pertanto giustificare un disinteresse di Wojtyla per la sua Polonia in quanto "solo" e lontano Vescovo di Roma!

Un tipico esempio di come non sempre sia possibile dare un colpo al cerchio ed uno alla botte....

Gadi Polacco








Sotto il cielo di Roma...e Pio XII

Sotto il cielo di Roma.....niente di nuovo, anzi la solita musica , ovvero :  "tanto tuonò che piovve" !

lunedì 1 novembre 2010

Niente di nuovo sotto il cielo di Roma....Corrado Augias già lo scriveva su Repubblica il 15.10.10

Ho visto in anteprima lo sceneggiato su Pio XII, papa Pacelli, che sarà mandato in onda prossimamente. Opera di buona confezione per gli aspetti esteriori anche se l´ambizione di rappresentare il bombardamento di Roma o la razzia nel ghetto pone considerevoli problemi produttivi, risolti come si può. Il punto di vista sull´operato del pontefice è invece netto: il papa viene raffigurato come un personaggio eroico. Se non fece di più, se spesso sopportò, tollerò, tacque, fu solo per evitare rovine e sofferenze ancora peggiori di quelle che sotto i suoi occhi venivano perpetrate.
Il film apre sul bombardamento di Roma del 19 luglio 1943 che fece crollare, una settimana dopo, il regime fascista. Pio XII entra subito in azione. Il re e il Duce (che il 19 non era a Roma) si recarono sul posto in ritardo e, quando riconosciuti, vennero fatti segno a gesti e frasi ostili. Pio XII scese tra la folla benedicendo e, come dice l´agiografia, «la sua bianca veste si macchiò di sangue», dettaglio fedelmente riportato. Segue l´armistizio dell´8 settembre, segue soprattutto (e qui si entra nel vivo della controversa vicenda) la richiesta dei nazisti alla comunità ebraica di consegnare 50 chili d´oro. La ricostruzione sorvola sui dettagli e ne aggiunge d´inediti: il papa in persona che riceve un esponente della comunità offrendo aiuto. Tale incontro non ci fu. La raccolta cominciò il mattino del 27 settembre con un andamento così blando che si pensò di chiedere l´aiuto vaticano. Alle 16 giunse la risposta: il Vaticano si disse disposto a un prestito a lungo termine senza interessi. Non ce ne fu bisogno, alla fine i 50 chili vennero messi insieme, anche con una piccola eccedenza.
Uno dei punti centrali del filmato, oltre che della dolorosa storia di Roma è la razzia nel ghetto di sabato 16 ottobre 1943. Degli oltre duemila cittadini prelevati, da Auschwitz tornarono in dodici. Qui il filmato svela pienamente le sue intenzioni. I favorevoli all´azione pontificia sostengono che la passività vaticana davanti a quel crimine fu suggerita soprattutto dal timore di suscitare, reagendo, crudeltà ancora peggiori. Coloro che criticano la sostanziale inerzia vaticana sostengono invece che sarebbe bastato un gesto esemplare, anche silente, per assestare a Hitler un colpo fortissimo. Se per esempio il papa, come aveva fatto per san Lorenzo, si fosse recato al ghetto inginocchiandosi a pregare nel luogo (oggi segnato da una targa) dove gli sventurati erano stati ammassati sui camion.
Pochi giorni dopo, 25 ottobre, L´Osservatore romano pubblicava un articolo assai elogiativo per il papa: «Con l´accrescersi di tanti mali - vi si leggeva - è divenuta quasi più operosa la carità universalmente paterna del Sommo Pontefice, la quale non si arresta davanti ad alcun conflitto né di nazionalità, né di religione, né di stirpe». Gli esperti diplomatici potevano cogliere nel termine «stirpe» un riferimento alla questione ebraica come ben vide l´ambasciatore tedesco von Weizsäcker che inviò l´articolo a Berlino con questo commento: «Il papa, benché fatto oggetto di pressioni da ogni parte non ha permesso che lo si spingesse a una censura dimostrativa della deportazione degli ebrei di Roma… solo assai pochi intenderanno il testo come un´allusione sia pur indefinita alla questione degli ebrei». E più avanti: «Si può dire che questa faccenda tanto spiacevole per quanto riguarda le relazioni tedesco-vaticane, è stata liquidata».
Il film procede alternando scene collettive, una piccola vicenda amorosa, colloqui tra il papa e i suoi consiglieri o esponenti germanici. Una sua buona parte è occupata dal progetto nazista di rapire Pio XII con il pretesto di volerlo proteggere. Di fronte al pericolo, sollecitato da più parti a mettersi in salvo, vediamo il papa resistere ribadendo, con ascetica fermezza, che Roma è la sua diocesi, i romani il suo gregge e che dunque lì resterà, costi quel che costi, anche la vita.
Nel film questo progetto del rapimento è rappresentato come un´assoluta certezza. Nella realtà, gli storici sono divisi sul livello di preparazione di un piano del genere; alcuni mettono addirittura in dubbio, in mancanza di documenti risolutivi, che un tale progetto sia mai arrivato ad una fase pre-esecutiva.
Dove invece il film raffigura un´indiscutibile verità è nella generosa accoglienza che, durante l´occupazione, venne offerta da conventi, canoniche e case di religione, per ospitare ebrei, comunisti, perseguitati. Se posso inserire un breve inciso, anche due miei parenti godettero di questa protezione. Circostanza che, secondo alcuni storici, fa ancor più risaltare, per contrasto, la sostanziale passività «ufficiale» delle gerarchie.
Il periodo prescelto dallo sceneggiato si apre con il bombardamento e si chiude il 4 giugno 1944 con l´arrivo degli americani, copre insomma il periodo dell´occupazione di Roma. Mancano per conseguenza le premesse all´atteggiamento del papa che molto avrebbero aiutato a capire il suo prudente atteggiamento. Per esempio il fatto che poco prima di morire papa Ratti, suo predecessore, aveva preparato un forte discorso di rottura col nazismo. Morì e non poté pronunciarlo. Una lettera emersa di recente dall´archivio Vaticano rivela che a distruggerla fu proprio il futuro Pio XII.
D´altra parte non è da sceneggiati come questo che si può pretendere una sia pur approssimativa verità storica. Lo scopo è diverso: tratteggiare al meglio una figura preparandola alla santità.
(da "Repubblica", 15.10.10, di Corrado Augias