domenica 28 settembre 2008

AUGURI PER IL NUOVO ANNO 5769!

Lunedi sera, 29 settembre 2008,il calendario ebraico (lunare) ci farà
entrare nell'anno 5769.
Fino a mercoledi sera, 1 ottobre, il mondo ebraico festeggia infatti il
Rosh Hashanà,appunto il Capodanno.

Rosh Ha-Shanà, ricorda il sito dell'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane (www.moked.it) , cade i primi due giorni del mese di Tishrì ed
è il capo d'anno per la numerazione degli anni, per il computo dei
giubilei e per la validità dei documenti. Ha un carattere e un'atmosfera
assai diversi da quella normalmente vigente nel capo d'anno "civile" in
Italia. Infatti è considerato giorno di riflessione, di introspezione,
di auto esame e di rinnovamento spirituale. E' il giorno in cui, secondo
la tradizione, il Signore esamina tutti gli uomini e tiene conto delle
azioni buone o malvagie che hanno compiuto nel corso dell'anno
precedente. Nel Talmud infatti è scritto "A Rosh Ha-Shanà tutte le
creature sono esaminate davanti al Signore". Non a caso tale giorno
nella tradizione ebraica è chiamato anche "Yom Ha Din", il giorno del
giudizio. Il giudizio divino verrà sigillato nel giorno di Kippur, il
giorno dell'espiazione. Tra queste due date corrono sette giorni che
sommati ai due di Rosh Ha-Shanà e a quello di Kippur vengono detti i
"dieci giorni penitenziali".
Rosh Ha-Shanà riguarda il singolo individuo, il rapporto che ha con il
suo prossimo e con Dio, le sue intenzioni di miglioramento.
Nella Torà, (Levitico 23:23,24) il primo giorno del mese di Tishrì è
designato come "giorno di astensione dal lavoro, ricordo del suono,
sacra convocazione", e nuovamente in Numeri (29:1,6) è ripetuto che è
"un giorno di suono strepitoso": un altro dei nomi di questa festa è
"Yom Teru'a", giorno del suono dello Shofar, il grande corno. In
ottemperanza al comando biblico in questo giorno viene suonato lo
Shofar, simbolo del richiamo all'uomo verso il Signore. Questo suono
serve a suscitare una rinascita spirituale e a portare verso la teshuvà,
il pentimento, il ritorno verso la giusta via. Lo Shofar, oltre a
chiamare a raduno, ricorda l'episodio biblico del "sacrificio" di
Isacco, sacrificio in realtà mai avvenuto in quanto fu sacrificato un
montone al posto del ragazzo. Il corno deve essere di un animale ovino o
caprino in ricordo di questo episodio. Inoltre lo shofar ricorda il dono
della Torà nel Sinai che era accompagnato da questo suono e allude anche
al Grande Shofar citato in Isaia (27:13) "E in quel giorno suonerà un
grande shofar", annunciatore dei tempi messianici.
I suoni che vengono emessi da questo strumento sono di diverso tipo:
note brevi, lunghe e interrotte; secondo una interpretazione esse sono
emesse in onore dei patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe.
Rosh Ha-Shanà è chiamato anche Giorno del Ricordo, infatti la tradizione
vuole che Dio proprio in questa data abbia finito la Sua opera di
creazione e sarebbe stato creato Adamo, il primo uomo.
Un uso legato a questa giornata vede l'ebreo recarsi verso un corso
d'acqua o verso il mare e lì recitare delle preghiere e svuotarsi le
tasche, atto che rappresenta simbolicamente il disfarsi delle colpe
commesse e un impegno simbolico a rigettare ogni cattivo comportamento,
come scritto nel libro biblico di Michà : "Getterai i nostri peccati
nelle profondità del mare".
Gli ebrei azkenaziti in questo giorno vestono di bianco, simbolo di
purezza e rinnovamento spirituale. Anche i rotoli della Torà e l'Arca
vengono vestiti di questo colore. Quest'usanza può essere ricondotta al
verso di Isaia (1:18) in cui è scritto: "quand'anche i vostri peccati
fossero come lo scarlatto, diverranno bianchi come la neve".
A Rosh Ha-Shanà si usa mangiare cibi il cui nome o la cui dolcezza possa
essere ben augurante per l'anno a venire. Il pane tipico della festa
assume una forma rotonda, a simbolo della corona di Dio e anche della
ciclicità dell'anno. Con l'augurio che l'anno nuovo sia dolce, si usa
mangiare uno spicchio di mela intinta nel miele. Si usa anche piantare
dei semini di grano e di granturco che germoglieranno in questo periodo,
in segno di prosperità.

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