lunedì 29 settembre 2008

Gli auguri al mondo ebraico per il Rosh Hashanà (Capodanno) del Card. Tettamanzi


COMUNITANDO
www.livornoebraica.org
(a cura di Gadi Polacco)

GLI AUGURI DEL CARDINALE TETTAMANZI AL MONDO EBRAICO,IN OCCASIONE DI ROSH HASHANA' (Capodanno)


Milano, il 26 settembre 2008

A Rav Giuseppe LARAS

Presidente dell’Assemblea Rabbinica Italiana

e Rabbino Capo emerito di Milano

 

A Rav Alfonso ARBIB

Rabbino Capo di Milano

 

A Rav David SCIUNNACH

Assistente del Rabbino Capo

 

 

 

 

Desidero formulare a Voi personalmente e, vostro tramite, alla Comunità ebraica di Milano l’augurio della Chiesa Ambrosiana per la festa di Rosh HaShanà, all’inizio del nuovo anno 5769: un augurio innanzitutto di pace per Gerusalemme e di serenità per tutte le vostre famiglie che vivono in questa nostra città.

            È anche l’augurio che nel Paese e nelle nostre stesse comunità cresca sempre più una responsabile vigilanza religiosa e civile sul rispetto dei diritti fondamentali della persona umana, sui valori etici che plasmano una società libera e democratica, sulla ricerca partecipata e dialogata del bene comune per una convivenza pacifica e solidale al riparo dalle ricorrenti tentazioni di antisemitismo, razzismo e fondamentalismo.

            Siamo a 60 anni da tre eventi storici a cui la nostra coscienza di credenti e di cittadini ha guardato e guarda con favore e attenzione: l’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica Italiana, la nascita dello Stato di Israele, l’approvazione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Tuttavia sappiamo che, senza un rinnovato e concorde impegno formativo, nessuna acquisizione del passato può essere considerata definitivamente acquisita alla coscienza pubblica e sociale soprattutto nelle nuove generazioni. Per questo il compito educativo deve ricominciare sempre daccapo. Il mio augurio è che, per l’adempimento di questo comune compito educativo, nel nuovo anno possano tra noi intensificarsi dialogo e collaborazione.

Anche eventuali ostacoli nel cammino delle relazioni ebraico-cristiane è importante che non raffreddino l’amicizia e, tra le nostre Comunità, non rallentino le forme di collaborazione che ormai da parecchi anni abbiamo avuto con indubbio profitto. L’anno che si conclude ha visto insorgere difficoltà, che non sono certamente da attribuire né ad alcuna intenzione di raffreddare il dialogo tra Chiesa cattolica e Popolo ebraico, né ad una vostra reazione di profondo disagio. Mi auguro pertanto che possano essere definitivamente superate.

A questo proposito faccio mie le parole del Cardinale Walter Kasper. Egli afferma che le formule cristiane di preghiera di intercessione “non sono un appello rivolto alla Chiesa a compiere un’azione missionaria verso gli ebrei. (…) Con la sua preghiera la Chiesa non assume la regia della realizzazione del mistero imperscrutabile. Non lo può affatto. Piuttosto mette il tutto e il quando e il come nelle mani di Dio…”(L’Osservatore Romano, 10 aprile 2008).

A queste precisazioni del Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e della Commissione per i Rapporti religiosi con l’Ebraismo, ha fatto esplicito e positivo riferimento il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano, nella sua Lettera di chiarificazione inviata in data 14 maggio 2008 al Direttore Generale del Gran Rabbinato di Israele, in merito alla questione sorta sulla preghiera “per gli ebrei” del Venerdì Santo. La volontà ufficiale della Santa Sede a proseguire il dialogo cristiano-ebraico iniziato con il concilio Vaticano II è certamente fuori discussione.

Sono certo che i rapporti di profonda stima e fraterna amicizia continueranno a svilupparsi qui a Milano, ove sono ben radicati, e auguro che si estendano sempre di più anche in altre città italiane. Prego Dio perché i fecondi frutti suscitati per anni in Italia dall’azione intelligente e instancabile di Rav Laras restino duraturi.

Il Dio Uno e Unico ci tenga fianco a fianco, spalla contro spalla, nel portare con fraternità e gioia il soave giogo di testimoniare la santità del Suo Nome.

 

 

 

Dionigi Cardinale Tettamanzi,

Arcivescovo di Milano

 

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