lunedì 10 ottobre 2016

IL MONDO EBRAICO CELEBRA IL SOLENNE GIORNO DEL KIPPUR 5777


Kippur 5777. Da domani sera sino a mercoledi sera il mondo ebraico osserverà il solenne giorno del Kippur. A tutti l'auspicio di ottenere una benevola "firma" per un buon anno,
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Lo faccio con le parole finali del discorso per Kippur 5714 (1953) pronunciate in vista di Neilà (la preghiera finale del Kippur) nel Tempio di Ferrara da mio padre, Rav Bruno G.Polacco (zl), del quale a breve ricorrerano cinquanta anni dalla scomparsa terrena e cento dalla nascita :
"Anche noi, Signori, siamo quasi giunti alla vetta di quell'alto monte su cui sventola il vessillo della purezza e della remissione e, dalla profondità dell'indagine introspettiva nel nostro animo, dall'accurato spoglio delle nostre azioni passate, dipende il superamento delle ultime scoscese rampe che da noi lo dividono.

Ascoltiamo quindi , perchè siamo ancora in tempo per farlo,dalla voce del Veggente l'invito di Colui che regge l'Universo e appoggiati,a destra dall'arcangelo Mihaele e a sinistra dall'arcangelo Gabriele e da tutte le celesti schiere di Nomi angelici che si formeranno con le lettere che compongono le parole delle nostre preci, eleviamoci alla divina Misericordia.

Sia ascoltata la preghiera dei mandatari pubblici, sia accetta la nostra e quella dei nostri cari materialmente o spiritualmente lontani, e col Suo perdono ci iscriva Iddio nel Libro della buona vita. Amèn"

​ (Livorno,1966 : il Rabbino Capo d'Israele Rav Nissim, Rav Bruno G. Polacco e il Presidente della Comunità di Livorno,Prof. Renzo I. Cabib, zz.ll)



Gadi Polacco


Dal sito UCEI.IT
Il dieci del mese di Tishrì cade lo Yom Kippur, giorno considerato come il più sacro e solenne del calendario ebraico.
E' un giorno totalmente dedicato alla preghiera e alla penitenza e vuole l'ebreo consapevole dei propri peccati, chiedere perdono al Signore. E' il giorno in cui secondo la tradizione Dio suggella il suo giudizio verso il singolo.

Se tutti i primi dieci giorni di questo mese sono caratterizzati dall'introspezione e dalla preghiera, questo è un giorno di afflizione, infatti in Levitico 23:32 è scritto "voi affliggerete le vostre persone". E' un giorno di digiuno totale, in cui ci si astiene dal mangiare, dal bere e da qualsiasi lavoro o divertimento e ci si dedica solo al raccoglimento e alla preghiera; il digiuno che affligge il corpo ha lo scopo di rendere la mente libera da pensieri e di indicare la strada della meditazione e della preghiera.
Prima di Kippur si devono essere saldati i debiti morali e materiali che si hanno verso gli altri uomini. Si deve chiedere personalmente perdono a coloro che si è offesi: a Dio per le trasgressioni compiute verso di Lui, mentre quelle compiute verso gli altri uomini vanno personalmente risarcite e sanate.

Ci si deve avvicinare a questo giorno con animo sereno e fiduciosi che la richiesta di essere iscritti da Dio nel "Libro della vita", sarà esaudita. La purezza con cui ci si avvicina a questa giornata da alcuni è sottolineata dall'uso di vestire di bianco.

E' chiamato anche "Sabato dei sabati", ed è l'unico tra i digiuni a non essere posticipato se cade di sabato.

Kippur è forse la più sentita tra le ricorrenze e anche gli ebrei meno osservanti in questo giorno sentono con più forza il loro legame con l'ebraismo. Un tempo, gli ebrei più lontani venivano detti "ebrei del Kippur" perché si avvicinavano all'ebraismo solo in questo giorno.

L'assunzione della responsabilità collettiva è un altra delle caratteristiche di questo giorno: in uno dei passi più importanti della liturgia si chiede perdono dicendo "abbiamo peccato, abbiamo trasgredito….". La liturgia è molto particolare e inizia con la commovente preghiera di Kol Nidrè, nella quale si chiede che vengano sciolti tutti i voti e le promesse che non possono essere state mantenute durante l'anno.

Questa lunga giornata di 25 ore viene conclusa dal suono dello Shofàr, il corno di montone, che invita di nuovo al raccoglimento, e subito dopo dalla cerimonia di "separazione" dalla giornata con cui si inizia il giorno comune.


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