tragici o comunque eclatanti fatti, tornano alla ribalta le varie liste
di ebrei , veri o presunti , "additati" come tali (sic!).
Il fenomeno è noto ed è cresciuto parallelamente all'affermarsi di
internet e dei social network, come chiunque frequenti questi luoghi
virtuali facilmente può constatare.
Un rapporto del CDEC (Centro di documentazione ebraica contemporanea) a
fine 2010 dopo aver posto in evidenza che "il rischio
dell'antisemitismo on-line è la sua capacità di
influenzare i valori sociali, soprattutto tra i più giovani",continuava
sottolineando come "internet esponga a rischio che tematizzazioni
antisemite siano lette e accettate come storicamente valide",
problematica tipica del web nel quale,tra tanti pregi, non mancano i
difetti ed i pericoli ,compreso appunto il fatto che chiunque possa
essere preso sul serio, pur diffondendo inesattezze (nel migliore dei
casi) se non quando vere e proprie falsità,magari istigando all'odio
verso il prossimo.
Già i dati del 2009 censivano oltre 1200 siti che si evidenziavano per
la loro spiccata propensione ai "contenuti antiebraici", tanto da
indurre ormai gli studiosi a coniare il termine di "antisemitismo 2.0".
Peraltro la rete ,con i suoi vari strumenti sempre più in evoluzione e
diffusione, è il luogo ideale per grandi iniziative (si pensi alle
situazioni nelle quali è stato l'unico canale di contatto con il mondo
che è riuscito a sfuggire ai vari dittatori di turno) ma pure per
immonde schifezze, trovandosi di tutto anche in tema di razzismo e di
negazione dei basilari diritti dell'uomo.
Un vero e proprio gatto che si morde la coda, capace anche di produrre
serio materiale che poi viene usato nel peggiore dei modi, come ad
esempio le "liste" di ebrei che è semplicissimo reperire in serissimi
studi storici e di genealogia, volgendo poi al peggio del materiale
culturale per farne delle "liste di proscrizione" (nelle deviate menti
degli autori) circa le quali, sinceramente, appare irrilevante
disquisire circa la loro esattezza o meno (peraltro ,sempre che a
qualcuno interessi,è banalmente ovvio che dietro ad un cognome vi siano
cittadini delle più disparate fedi o non credenti).
Variegato ,come tutto in internet, è anche il mondo dei frustrati che
dedicano tempo a creare e curare siti variamente razzisti o comunque
"contro" qualcuno o qualcosa.
Per rimanere alla tematica antiebraica gli studiosi individuano grosso
modo quattro filoni,talvolta anche in discordia su varie tematiche:
- i siti antisemiti "puri e crudi", tali spesso a fronte di diverse
radici ( comprese alcune legate a vario integralismo religioso);
- i siti antisionisti, incapaci di fare genuina critica allo Stato
d'Israele e che,appunto in quanto antisionisti (quindi negatori del
diritto all'esistenza dello Stato d'Israele sorto sulle basi del
sionismo), come insegnava M. Luther King sono inevitabilmente anche
antisemiti;
- i siti dei fissati della "cospirazione" ebraica (generalmente in
associazione con massoni, "imperialisti",ecc,insomma si torna sempre al
vecchio "complotto demo-pluto-giudaico-massonico";)
- i siti dei "negazionisti", i negatori consapevoli dell'evidenza
storica ,secondo i quali la Shoà, in particolare per quanto attiene allo
sterminio, è un'invenzione.
Sullo sfondo di questo caotico panorama,nel quale si muovono anche
complicità interessate rimane forte la domanda di cosa si possa fare
per contrastare l'odio e la mistificazione che da un simile mondo
proviene, constatato come sia estremamente ostico estirpare questa
robaccia dal web e controproducente cercare di instaurare un
contraddittorio con chi non ha alcun interesse a sostenerlo.
Conviene quindi concentrare le forze affinando certamente,sempre di
più, leggi e strumenti che consentano di intervenire concretamente e
monitorando questo mondo infame,parallelamente sostenendo però un'azione
di rafforzamento culturale e di conoscenza che appare il più potente
antidoto ai veleni del razzismo.
Gadi Polacco
www.livornoebraica.org