domenica 2 settembre 2012

Giornata Europea della Cultura Ebraica : molto più' di due risate.

Per gli organizzatori in Italia la Giornata Europea della Cultura Ebraica, cadendo la prima domenica di settembre, non è certamente di comoda gestione, in quanto data ancora troppo influenzata dallo spirito estivo e, per chi può, vacanziero : se poi il tema dell'anno è ostico, ancora peggio.In questo senso quando venne comunicato che argomento base del 2012 sarebbe stato l'umorismo ebraico, un certo senso di sollievo ha colto gli addetti ai lavori,non mancando certo il materiale di riferimento, dal witz (barzelletta in yiddish) a copiosa produzione  cinematografica ed editoriale.Se ciò è indubbiamente vero dal punto di vista pratico, concettualmente la tematica  ha sollevato però approfondimenti e dubbi : "la tradizione centrale e produttiva della cultura ebraica non è particolarmente umoristica", ha sostenuto il commentatore Ugo Volli , il quale ha denunciato poi il pericolo che celebrare come "cultura ebraica " un umorismo che" mima il discorso antisemita per prevenirlo, utilizzando perciò tutti gli stereotipi dell'antisemitismo – solo depotenziati e resi buffi invece che truci"  , possa paradossalmente portare acqua al sempre attivo mulino del pregiudizio antisemita, all'insegna del "se lo dicono loro…sarà un po' vero…".Non vi è dubbio che il Volli pensiero abbia concreto fondamento anche perchè, in effetti , è facile in questo campo lasciarsi prendere la mano dal tanto materiale che l'umorismo ebraico (peraltro da distinguere dall'umorismo fatto da ebrei, quindi non necessariamente ebraico) di origine ashkenazita, filtrato ormai da tempo dagli USA, propone e che particolarmente utilizza le modalità che Volli indica come pericolosamente soggette all'effetto boomerang .Le domande da porsi a questo punto mi sembrano quindi due :- è poi assolutamente vero che l'umorismo sia estraneo alle Scritture ebraiche?- l'umorismo ebraico è solo quello, come potrebbe apparire dalla sua quasi egemone presenza nei programmi italiani per il 2 settembre, di origine est europeo/USA oppure, seppur poco considerato, ve ne è uno anche di casa nostra?Alla prima domanda, fornendo una chiave di lettura diversa , seppur non in collisione con quella di Volli, ritengo abbia risposto, proprio a Livorno anni or sono durante un convegno, il Rabbino M. A. Somekh il quale ha spiegato : "l'ironia, si sa, è un classico della letteratura ebraica di ogni tempo, in quanto risponde a un'esigenza etica ben precisa. E' lo strumento in mano all'oratore o allo scrittore per denigrare un personaggio che se lo merita senza scadere nel dileggio, nell'insulto e nella maldicenza, tutte espressioni proibite dalla Torah (la Legge ebraica - nda)" : nel suo lavoro "Rabbini sotto spirito", in presentazione domenica a MIlano, il grafico e creativo David Piazza (anima del bel portale ebraico www.morasha.it ) darà esempi di quanto chiosato dal Rabbino Somekh , tutti rigorosamente attinti dalle Scritture.Ecco allora che tramite questa chiave di lettura le cose possono chiarirsi : se indubbiamente vi è un umorismo ebraico che nasce quale prevenzione e antidoto al pregiudizio,dettato quindi da avverse contigenze storiche,  la sua base poggia però su una naturale ed originaria inclinazione che molti accostano, ulteriormente, a quella peculiare caratteristica di rapporto diretto, quindi non filtrato, che l'ebreo ha con il Signore.E' su questa base, rispondendo così anche alla seconda domanda, che dobbiamo quindi ricordare e valorizzare, come purtroppo non sarà in maniera sufficiente il 2 settembre, anche tutta la produzione italiana (commedie, sonetti, aneddoti,ecc) che appare assai coerente con il principio dell'ironia quale caratteristica etica della letteratura ebraica indipendentemente, pur non escludendole, dalle negative contingenze storiche spesso patite dal popolo ebraico.Le commedie ed i sonetti di Guido Bedarida, le composizioni di Cesarino Rossi e Mario Della Torre , i versi di Raffaello Ascoli, per rimanere a Livorno, ci parlano con fine ironia, spesso associata a fierezza e magari a nostalgia, del mondo ebraico che hanno attraversato , fornendo un tipo di alto umorismo che non risponde, per fortuna, essenzialmente a necessità tattiche autodifensive e che consente di ridere del proprio mondo  ma anche di quanto lo circonda (come nei versi,ad esempio, che ci narrano della burla con la quale il Rabbino Castello replicò alla malizia di chi si presentò in Sinagoga per vedere la testa del somaro ,ivi custoditavi secondo un antico falso propagandato dal pregiudizio antisemita).Insomma, una buona Giornata Europea della Cultura Ebraica a quanti coglieranno l'occasione per avvicinarsi alle molte iniziative che anche la Toscana offre (tutti i programmi su www.ucei.it/giornatadellacultura/ ) , ricordando però che si tratta di molto  più di due risate (comunque sempre sane come ci ricorda Daniela Sarfatti con il suo libro "Ridi che ti passa").

Gadi Polacco
www.livornoebraica.org
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