Riporta Moked.it, il portale dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che" l'amministrazione romana ha pensato bene di associare la memoria del grande Maestro a quella di un leader sanguinario" e quindi, accostando due figure agli antipodi tra loro,ha deciso di colmare il ritardo, rispetto a tante altre località italiane ( a partire dalla vicina e concreta Guardistallo passando per Cecina,Pisa e Livorno che ha deliberato ma ancora non ha "quagliato") , deliberando contestualmente una piazza a nome del Rabbino Toaff e un Parco a quello del leader,terrorista, palestinese Arafat.
"Da una parte un uomo che ha segnato la storia del Novecento con i suoi insegnamenti, la profondità del suo magistero, l'apertura a incontri straordinari.", continua la testata on line,"un uomo che è stato sinonimo universale di umanità e coraggio. Dall'altra un personaggio controverso che, pur insignito del Premio Nobel per la Pace in una stagione di grande speranza per il Medio Oriente, ha tradito ogni attesa e perseguito una politica molto spesso in odore di terrorismo"
In verità più che "in odore", Arafat è stato decisamente di "sapore" terrorista e palestinese è la matrice, pur nel gioco delle varie sigle che cerca di confondere il quadro, che portò all'attentato del 1982 alla Sinagoga di Roma, nel quale perì un bambino di due anni, Stefano Gaj Tachè, e che provocò numerosi feriti, quando Rav Toaff guidava la Comunità romana.
"Vedere associato, nello stesso documento, il suo nome a quello di Arafat è un'offesa alla sua memoria che non vogliamo tollerare", dichiara a Moked.it la presidente della Comunità di Roma,che ricorda poi l'adesione di Elio Toaff alla Resistenza , l'essere stato egli il primo rabbino ad accogliere in una sinagoga un papa e colui che "denunciò l'accoglienza dei politici italiani, esclusi Spadolini e Pannella, al leader dell'Olp durante la sua visita in Italia" che fu il preludio all'attentato antisemita alla sinagoga del 9 ottobre 1982 di cui Arafat fu "mandante morale".
Per correttezza storica la Presidente Dureghello avrebbe dovuto associare a Spadolini e Pannella, con i rispettivi partiti, anche i liberali e i socialdemocratici ma,a parte questo "appunto", la sostanza è che si trattò di un momento assai delicato e difficile nel quale il Rabbino Toaff seppe muoversi egregiamente, da vero saggio leader.
Ora, non si tratta di come la si pensi sulla questione palestinese, ormai archiviato Arafat peraltro con molte ombre interne palestinesi anche circa il suo operato. ma viene da chiedersi quale ratio abbia potuto partorire un accostamento così improponibile, anche sul piano storico.
Dilettantismo nel praticare la difficile arte politica del cerchiobottismo, non riuscendo quindi a mascherare un pregiudizio di fondo, o mancanza di coraggio nel seguire comunque questo pregiudizio?
E dalla nostra città, quella che ha dato i natali a Elio Toaff, verrà qualche segnale circa l'inopportuno accostamento romano?
Gadi Polacco
COMUNITANDO
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