martedì 23 aprile 2019

PESACH 5779/2019 (PASQUA EBRAICA) E 25 APRILE : UN PONTE ALL'INSEGNA DELLA LIBERTA' RITROVATA. STRISCIONE DELLA BRIGATA EBRAICA ALLE MANIFESTAZIONI LIVORNESI PER LA LIBERAZIONE

Il calendario ebraico del corrente anno ebraico 5779, con un mese aggiuntivo,ha fatto si che la Pasqua ebraica (Pesach) andasse ad incontrarsi con il 25 Aprile, anniversario della Liberazione d'Italia.
I due avvenimenti sono direttamente e profondamente legati dal comune concetto della libertà : il popolo ebraico si libera dalla schiavitù d'Egitto e avvia il proprio percorso di popolo libero e il popolo italiano ritrova, dopo la tragedia del nazifascismo,la propria dignità e appunto libertà.
Alla Liberazione d'Italia,altro elemento che segna lo stretto rapporto tra le due festività,partecipò anche la Brigata Ebraica : migliaia di soldati, sionisti,  provenienti da quella terra che nel 1948 sarebbe finalmente divenuta lo Stato d'Israele vollero unirsi agli Alleati, all'interno dei quali vi erano già ovviamente soldati ebrei,e vennero inviati anche in Italia.
Il loro contributo alla  liberazione del suolo italiano è testimoniato, insieme ai fatti e ai documenti, dalle decine di tombe dei Caduti della Brigata Ebraica che si trovano a Frangipane di Ravenna.
Ecco perchè a pieno diritto la Brigata Ebraica,ormai da anni, è presente in tante nostre città durante le celebrazioni della Liberazione e così,anche quest'anno,sarà a Livorno .
Pesach sameach (felice Pasqua Ebraica) e buon anniversario della Liberazione,

Gadi Polacco
COMUNITANDO
www.livornoebraica.org

"So benissimo che c'è un gran numero di ebrei nelle nostre Forze Armate ed in quelle americane, ma mi è sembrato opportuno che una unità formata esclusivamente da soldati di questo popolo, che così indescrivibili tormenti ha subito per colpa dei nazisti, fosse presente come formazione a sé stante fra tutte le forze che si sono unite per sconfiggere la Germania" : con queste parole Winston Churchill spiegò nel 1944,ai Comuni,la decisione di acconsentire alla richiesta ,da tempo espressa dal mondo ebraico ,di istituire una Brigata Ebraica (sovvenzionata anche dalle comunità ebraiche sparse nel mondo) che venne autorizzata ad usare una propria bandiera, azzurra-bianca-azzurra, con la Stella di Davide tra due bande simboleggianti il Nilo e l'Eufrate, che in seguito diverrà l'emblema dello Stato d'Israele.


Si realizza così quello scopo efficacemente descritto in un manifesto di propaganda dello Yishuv, il nucleo storico ebraico dell'allora Palestina del Mandato Britannico: "Jews want to fight as Jews", (gli ebrei vogliono combattere in quanto ebrei).


Dopo un breve periodo di addestramento ,nel novembre 1944, la Brigata Ebraica (5000 uomini) fu trasferita nell'Italia del sud e risalì la penisola lungo il versante adriatico : al comando del generale Enrnest F. Benjamin, combattè essenzialmente in Emilia Romagna, partecipando allo sfondamento della Linea Gotica nella valle del Senio, nei pressi di Imola, una delle più sanguinose battaglie di tutta la campagna d'Italia durante la quale la Brigata condusse uno dei pochi assalti frontali, a baionetta sguainata, di tutto il fronte italiano.


Partecipò poi alla liberazione delle principali città romagnole e nel maggio del 1945 venne trasferita a Tarvisio, punto chiave del transito degli ebrei europei scampato alle persecuzioni nazifasciste mentre,al tempo stesso, elementi della Brigata furono inviati in tutte le nazioni europee per aiutare le popolazioni ebraiche a ritornare a vivere.

Sono cinquanta i nomi censiti dei Caduti della Brigata Ebraica per la Liberazione d'Italia : la maggior parte riposa nel cimitero di guerra di Piangipane di Ravenna e numerose sono le medaglie e le onorificenze riconosciute a suoi appartenenti.

Si stima poi che circa 2000 siano stati gli ebrei che parteciparono attivamente alla Resistenza (1000 classificati come partigiani e 1000 come "patrioti"), una percentuale del 4 per cento della popolazione ebraica italiana dell'epoca, ben oltre quella degli italiani nel loro complesso. Un centinaio gli ebrei partigiani che caddero in combattimento o che, tratti in arresto, vennero uccisi sul suolo italiano o nei campi di concentramento nei quali vennero deportati : tra essi il più giovane partigiano d'Italia,il bolognese Franco Cesana.

Dinanzi a questi fatti, ricordando altresì la scure delle leggi razziali (razziste) e delle persecuzioni abbattutasi anche sugli ebrei italiani, strumentalmente squallidi appaiono i tentativi di taluni di escludere dalle celebrazioni per la Liberazione d'Italia il ricordo dell'apporto dato dalla Brigata Ebraica e dagli ebrei italiani

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