Gli Stati Uniti d'America hanno dunque eletto un non ancora cinquantenne alla presidenza della massima potenza mondiale : fino a pochi anni or sono era un emerito sconosciuto.
Non avendo ancora nemmeno i risultati ufficiali, lo sfidante si è congratulato con il vincitore con un discorso a tratti commovente e per niente all'insegna dell'atto dovuto a denti stretti.
I contendenti hanno faticato per anni girando in lungo ed in largo un paese immenso,alla ricerca di fondi e voti nelle primarie prima, poi per giocarsi la poltrona più importante del mondo.
Tutte cose lontane anni luce dalla nostra Italia ( mentre così non è avvenuto,ad esempio,in Inghilterra, Francia,Spagna) dove ci si arrampica trasversalmente sugli specchi, a seconda delle esigenze di parte del momento, anche per negare quell'azione basilare in democrazia che è la preferenza.
Alla faccia degli antiamericani di ogni colore politico, gli USA hanno dato al mondo l'ennesima lezione di vitalità democratica.
Che invidia!
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