Il Vescovo di Livorno vorrebbe porre una Madonna di cinque metri all'entrata del porto labronico;: giorni or sono ha donato un'effige religiosa da collocare in un nuovo reparto dell'Ospedale e,sempre rimanendo in ambito ospedaliero, da mesi in citta' si trascina il "caso" delle "Madonnine" che un privato vorrebbe collocare in alcuni reparti,trovando pero' ostacoli da parte dell'ASL.
"Non sopporto questa imposizione dei nostri simboli,quasi un marcare il territorio", mi dice un amico sacerdote cattolico (in verita' non proprio in linea con la gerarchia che guida la Chiesa).
"Per me e' indice di grande nervosismo e debolezza",prosegue invitandomi poi a "rilanciare" con la proposta di un "candelabro ebraico" (Menora') da insediare anche all'entrata del porto.
Francamente, stante la costituzionale uguaglianza tra le fedi, la sua idea avrebbe indubbia solidita' ma ,non dovendosi operare discriminazioni,il rischio sarebbe quello di una sorta di esposizione di vari simboli religiosi ,a ciascuno infatti il suo,che vedrei in qualche modo impropria per il rispetto ed il valore da riconoscere a qualsivoglia simbolo di fede
Da liberale sono poi contrario ai simboli religiosi nella sfera pubblica,libero ovviamente ciascuno di portarsi dietro il preferito (al collo,al polso,in tasca,apposto ad un letto ospedaliero,ecc) e da ebreo non sento il bisogno di "marcare il territorio" pubblico.
Non posso pero' nemmmeno avercela con chi, invece ed evidentemente ritenendo di svolgere il proprio compito, si adopera in tal senso : dovrebbe infarri spettare ai puibblici amministratori vigilare sulla laicita' delle istituzioni e di quei luoghi pubblici abitati dai vari credenti come da chi non crede.
Non farlo vuol dire contrastare una societa' laica ed aperta nella quale anche le religioni sono garantite,nel reciproco rispetto, libere di agire nell'osservanza delle comuni leggi civili ma non autorizzate ad invadere alcuna sfera altrui.
Gadi Polacco
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