giovedì 3 giugno 2010

Sul commento di Massimo Toschi (Il Tirreno , 3 giugno 2010)

Egregio Direttore,
ho già avuto modo di riconoscere a Massimo Toschi, spesso interessatosi
di Medio Oriente,una volontà di capire le esigenze delle parti
sottraendosi almeno in parte al "copia e incolla" antisraeliano che
vediamo ben attivo in questi giorni,con modalità che Totò potrebbe
definire "a prescidere".
Con il passare dei giorni,almeno per chi voglia vedere,si evidenziano
fatti e circostanze che dimostrano come la cosiddetta "flottiglia
pacifista" sia stata,ed ancora sia,un'operazione politica ben
orchestrata che certo, per richiamare un passaggio dell'articolo di
Toschi del 3 giugno 2010, nel fiancheggiare il regime terroristico ed
integralista costituito da Hamas a Gaza (con facili condanne a morte ed
espulsioni per i dissidenti) dimostra di non aver affatto a cuore il
futuro dei banbini palestinesi: non credo sia un caso che in gran parte
dei media il termine "pacifisti",riferito ai partecipanti alla
flottiglia,sia stato poi sostituito con l'assai più attinente
"attivisti" che ci avvicina a quel "fiancheggiatori" che riterrei ancora
più pertinente.
Dovrebbe apparire evidente,peraltro, che se lo scopo fosse stato quello
di inviare aiuti umanitari alla popolazione della striscia vi sono i
canali internazionali che,da decenni,operano in tal senso senza
dimenticare, come fanno quasi tutti quando parlano di Gaza accerchiata
da Israele,che questo territorio confine pure con l'Egitto che apre e
chiude il suo valico a piacimento e senza tante attenzioni internazionali.
Ciò premesso non posso però non notare come nell'elenco dei cinque punti
che Toschi ritiene prioritari, come peraltro nel resto dell'articolo ed
in gran parte dei commenti letti o sentiti in questi giorni, manchi ogni
riferimento alle attività terroristiche di Hamas che contnuano,anche in
queste ore, a colpire Israele.
Non si può infatti "ridurre" il tutto ad una contesa
territoriale,quantitativamente ormai peraltro assai ridotta, e senza
considerare che il ritiro israeliano da Gaza è stato ripagato con razzi
e terrorismo.
Il vero nodo che la politica internazionale dovrebbe porsi è proprio
questo, perchè senza la fine del terrorismo non vi è soluzione al
problema e chi ha a cuore il futuro dei bambini palestinesi (magari non
dimenticando che ci sono bambini anche in Israele) e della popolazione
civile palestinese farebbe bene ad occuparsi intensamente di ciò.
Ma l'impressione che emerge è a che certo "pacifismo" di tutto ciò non
interessi proprio niente.
Cordialmente e ringraziando per l'attenzione,
Gadi Polacco

P.S. Ho letto un comunicato politico ,proveniente dalla nostra
provincia,che esprimeva "disgusto" per le posizioni politiche critiche
nei confronti della "pattuglia pacifinta". Se questo è il grado di
democraticità che talune parti politiche sono in grado di esprimere,sono
lieto ed onorato di disgustarle.

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