"Il Vessillo Israelitico", gloriosa testata ebraica (1874-1922), nel numero di novembre 1882 narra di un'iscrizione cartaginese custodita a Livorno.
Accesso a "EBRAISMO LIVORNESE"
giovedì 16 giugno 2022
UN'ISCRIZIONE CARTAGINESE A LIVORNO
venerdì 10 giugno 2022
STUPRI E SCHIAVITU' A LIVORNO : UNA RICERCA METTE SOTTO ACCUSA BORROMEI, PRIMO GONFALONIERE DI LIVORNO,AL QUALE E' DEDICATA ANCHE UNA VIA
E' approdata oggi sul "Venerdì" di Repubblica , dopo essere stata ripresa anche da varie testate internazionali (addirittura in Australia), la truce vicenda che vede sotto accusa, in base a documenti rinvenuti da una studiosa israeliana, il primo gonfaloniere di Livorno, al quale è dedicata anche una via cittadina, Bernadetto Borromei.
Dallo studio emerge una vicenda nella quale stupri, schiavitù,estorsione , razzismo e violenza si fondono.
Sarà interessante vedere se la questione verrà affrontata ed elaborata dalla città (al momento la scomoda vicenda non pare aver destato interesse) e non appare casuale, non potendo comunque escludere a priori la coincidenza,che Repubblica riprenda proprio oggi, 429° anniversario delle "Livornine" del 1593, l'argomento.
Il sostanziale non intervento, continuando anzi a sostenerlo, di Cosimo II de' Medici nei confronti di Borromei, ci ricorda anche come la grande "liberalità " delle Livornine, spesso decantata ed indubbia nel contesto del periodo storico, fosse comunque assai interessata e in qualche modo limitata, non dimenticando l'eccezione di Livorno "no ghetto" quando, però, i ghetti esistenti in Toscana rimasero in funzione.
Gadi Polacco
COMUNITANDO
Una ricostruzione estesa della vicenda:
https://www.meteoweb.eu/2022/05/stupra-donne-ebraiche-livorno/1791424/
mercoledì 27 aprile 2022
Bernadetto Borromei,il gonfaloniere dell'elevazione a città di Livorno (1606) ,sotto accusa alla luce di documenti emersi.
su "American Historical Review" mette sotto accusa,per traffico di
schiave ebree dal Marocco a scopo estorsivo nei confronti della Comunità
Ebraica, Bernadetto Borromei.
Ne parla il gornale israeliano Haaretz:
https://www.haaretz.com/archaeology/grisly-discovery-reveals-plight-of-jewish-slaves-in-renaissance-europe-1.10742651
COMUNITANDO
www.livornoebraica.org
giovedì 14 aprile 2022
AUGURI PER TUTTE LE PASQUE....
Pasqua ebraica (Pesach) e Pasque cristiane (al plurale stante le diverse date tra quella cattolica e quella ortodossa).
Conto alla rovescia ormai iniziato per tutti e quindi buone Pasque ai festeggianti e agli altri,come sempre,ottime cose!
COMUNITANDO blog
(a cura di Gadi Polacco)
Pesach, la pasqua, è la prima delle tre grandi ricorrenze liete della tradizione ebraica. La festa commemora la liberazione dalla schiavitù d'Egitto, evento che diede origine alla vita indipendente del popolo d'Israele e che fu il primo passo verso la promulgazione della Legge divina.
Inizia il 15 del mese ebraico di Nissàn, nella stagione nella quale, in terra d'Israele, maturano i primi cereali; segna quindi l'inizio del raccolto dei principali prodotti agricoli. è anche nota col nome Hag hamatzot, festa delle azzime. In terra d'Israele Pesach dura sette giorni dei quali il primo e l'ultimo di festa solenne, gli altri di mezza festa. Fuori d'Israele – nella Diaspora – la durata di Pesach è di otto giorni, dei quali i primi e gli ultimi due sono di festa solenne. In ricordo del fatto che quando furono liberati dalla schiavitù gli Ebrei lasciarono l'Egitto tanto in fretta da non avere il tempo di far lievitare il pane, per tutta la durata della ricorrenza è assolutamente vietato cibarsi di qualsiasi alimento lievitato o anche solo di possederlo. Si deve invece far uso di matzà, il pane azzimo, un pane non lievitato e scondito, che è anche un simbolo della durezza della schiavitù.
I giorni precedenti la festa di Pesach sono dedicati a una scrupolosa e radicale pulizia di ogni più riposto angolo della casa per eliminare anche i piccoli residui di sostanze lievitate. Usanza mutuata anche dalla lingua italiana nella quale ricorre spesso l'espressione "pulizie di Pasqua" – sinonimo anche delle "pulizie di primavera".
La prima sera viene celebrato il Seder, in ebraico "ordine", suggestiva cena nel corso della quale vengono rievocate e discusse secondo un ordine prestabilito le fasi dell'Esodo, rileggendo l'antico testo della Haggadah. Si consumano vino, azzime ed erba amara in ricordo dei dolori e delle gioie degli Ebrei liberati dalla schiavitù. Si inizia con l'invito ai bisognosi ad entrare e a partecipare alla cena e si prosegue con le tradizionali domande rivolte al padre di famiglia dal più piccolo dei commensali; la prima di queste è volta a sapere "in che cosa si distingue questa notte dalle altre?". Tali quesiti consentono a tutti i presenti di spiegare, commentare, analizzare i significati dell'esodo e della miracolosa liberazione dall'Egitto, le implicazioni di ogni schiavitù e di ogni redenzione.
I simboli della festa, la scrupolosa pulizia che la precede, il pane azzimo vale a dire il "misero pane che i nostri padri mangiarono" – il Seder, la lettura della Haggadah, fanno sì che ben pochi bambini arrivino all'adolescenza senza conoscere la storia dell'uscita dell'Egitto e senza avvertire che questa è una parte essenziale della loro storia.
La matzà, il duro alimento che sostituisce il morbido e saporito pane di tutti i giorni, sta anche ad indicare il contrasto tra l'opulenza dell'antico Egitto, l'oppressore, e le miserie di chi, schiavo, si accinge a ritrovare appieno la propria identità.
Può anche ricordare che la libertà è un duro pane, così come l'eliminazione dei lieviti può rappresentare la necessità di liberarsi dalla corruzione della vita servile e anche dalle passioni che covano nell'intimo dell'animo umano.
giovedì 24 febbraio 2022
L'UNIONE DELLE COMUNITA' EBRAICHE ITALIANE SULL'AGGRESSIONE ALL'UCRAINA. L'ASSOCIAZIONE BENE' BERITH HA ATTIVATO UNA RACCOLTA FONDI A SCOPO UMANITARIO.