domenica 26 gennaio 2014

Le teste di maiale inviate a Comunità Ebraica di Roma, Museo Ebraico della Capitale e Ambasciata d'Israele : reazioni anche a Livorno



I media ci riportano oggi le tante reazioni al gesto provocatorio, almeno nelle insane intenzioni degli autori, realizzatosi nel tentativo di far pervenire alla Comunità Ebraica di Roma,al suo Museo e all'Ambasciata d'Israele tre teste di maiale "condite" delle solite offese antisemite.

In calce a queste righe un'intervista rilasciata dal Rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni,  mi pare che ben inquadri la cosa e deluda le aspettative degli autori che,evidentemente, contavano anche sull'effetto derivante dall'accostamento con l'imminente Giorno della Memoria che, ricordiamolo, riguarda tutte le diverse vittime della ferocia nazifascista.
Se avessero avuto cervello (capisco che è chiedere troppo,peraltro avendo essi dimostrato anche elevata ignoranza nel pensare che delle teste di maiale avrebbero potuto produrre chissà quali scombussolamenti...), gli ideatori del gesto forse avrebbero realizzato l'effetto boomerang che hanno prodotto,senza contare che le numerose iniziative che ricorderanno ciò che è accaduto allora,ben documentato e provato alla faccia dei negazionisti che nemmeno da noi mancano,costituiscono la miglior risposta e la tangibile prova della povertà mentale di simili personaggi.
Reazioni anche a Livorno, spesso semplicemente e spontaneamente attraverso messaggi personali: Caterina Meucci  (Ass. Amicizia Ebraico Cristiana) scrive  "ho appreso stasera  (26.01.14 ndr ) quanto avvenuto a Roma ed ho provato un grande sconcerto, perché non avrei mai creduto che si potesse arrivare ancora a comportamenti di tale gravità che ci feriscono tutti profondamente.Rinnovo a tutti voi e alla Comunità di Roma la mia particolare vicinanza in questo momento e tutto il mio impegno".
Sempre in ambito Ass. Amicizia Ebraico Cristiana anche Monica Cuzzocrea esprime "lo sdegno e il dolore per il nefando episodio di Roma", rinnovando impegno per combattere i rigurgiti antisemiti ed esprimendo affetto a tutta la Comunità"
(le indicazioni circa i messaggi non hanno ovviamente valore esaustivo)

COMUNITANDO
( a cura di Gadi Polacco)
www.livornoebraica.org

INTERVISTA AL RABBINO RICCARDO DI SEGNI
L'intervista. Di Segni: gesto vile ma la città è con noi di Francesca Nunberg * Nel Levitico è scritto «E anche il porco, che ha l'unghia spartita ma non rumina, lo considererete impuro». Secondo la kasherut, l'insieme delle regole alimentari ebraiche, il divieto di cibarsi di carne di maiale è imprescindibile, condiviso con l'Islam. Nel libro della scrittrice americana Elizabeth Strout "I ragazzi Burgess", uscito qualche mese fa, la storia comincia con un giovane che lancia una testa di maiale insanguinata all'interno di una moschea, suscitando scandalo e ritorsioni; difficile però che gli autori di questa macabra provocazione abbiano preso spunto da lì. Ne parliamo con il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni. Dal punto di vista dottrinale cosa significa il maiale per gli ebrei? «Non lo mangiamo, è vietato dalla Bibbia. Ma i pacchi con le teste dei suini non rappresentano una specifica offesa nei confronti degli ebrei. I musulmani se la sarebbero presa molto di più». Quindi come legge questo episodio? «Credo che risponda ad altri codici, mafiosi, forse calcistici. Per capirlo bisognerebbe però entrare nella testa di chi ha compiuto questo gesto. O in quel poco di testa che gli è rimasta». Comunque un'azione più spregevole che inquietante? «Sicuramente un gesto di disprezzo nei confronti della nostra cultura. Di trasposizione, ma anche di semplificazione: voi non lo mangiate e noi ve lo mandiamo a casa». Che gli autori siano dei balordi potrebbe essere un'interpretazione ottimistica... «Qui c'è poco da essere ottimisti. Ma non bisogna neanche esagerare». Crede anche lei che i pacchi spediti a ridosso del Giorno della Memoria non siano una coincidenza? «I fatti sono legati. Vuol dire che c'è ancora gente che non ha capito il senso del ricordo, che esistono "attivisti" non meglio identificati in grado di mettere in atto queste scempiaggini, direi meglio queste porcherie, visto che di porco stiamo parlando. Oltretutto uno dei destinatari dei pacchi è il museo di Trastevere dove è stata appena inaugurata la mostra sui giovani che ricordano la Shoah». C'è chi dice che la Giornata rischia di trasformarsi in una noiosa celebrazione. «Diciamo invece che non bisogna stancarsi di cercare continuamente la chiave giusta per fare arrivare a tutti il significato di questa dolorosa ricorrenza. Che forse non arriva, o arriva parzialmente». II sindaco Marino ha detto: chi oltraggia gli ebrei offende Roma. Pensa che sia così? «Chi ha confezionato quei pacchi non rappresenta la città». Dunque lei non considera quelle teste di maiale un salto di livello nell'antisemitismo strisciante, in Italia e ancor più in altri Paesi europei? «Mi pare che la novità sia la forma mediatica, questo mi ha sorpreso stamattina quando l'ho saputo. Diciamo la "creatività" di questo gesto che comunque si inserisce nel flusso di ostilità antiebraica mai definitivamente debellata. Che ha diverse matrici: politica, sia di sinistra che di destra, religiosa, islamica, il discorso sarebbe lungo». Quindi come reagire? «Restando sempre vigili. Ma io stanotte andrò a dormire». Francesca Nunberg. *** Pubblicato su Il Messaggero del 26 gennaio 2014






lunedì 13 gennaio 2014

Il 16 gennaio (con inizio il 15 sera) la festa ebraica del "Capodanno degli alberi" (Tu Bishvat)

COMUNITANDO

www.livornoebraica.org


Il capodanno degli alberi

Molte fra le ricorrenze ebraiche servono a ricordare i cicli naturali. Una festività particolare, totalmente dedicata agli alberi è il Capodanno degli alberi, Rosh Ha-Shanà Lailanot, conosciuta anche con la data ebraica in cui cade: Tu bi-Shevat, cioè quindici del mese di Shevat. In ebraico ogni lettera ha anche un valore numerico e Tet e Vav che formano la parola "Tu" equivalgono numericamente a 15. Tu bi-Shevat cade in giorni in cui il clima è particolarmente freddo; in Israele, dove in genere il clima è meno freddo, questo giorno viene indicato come il giorno in cui cominciano a fiorire i mandorli, e si può cominciare a sperare in un prossimo arrivo della primavera.
Questa festa è menzionata nel Talmud, e dà adito a una delle innumerevoli dispute tra Maestri. Sulla data in cui festeggiare Tu bi-Shevat si confrontano le due grandi scuole dei due grandi Maestri: Shammai e Hillel. Secondo l'opinione del primo il Capodanno degli alberi doveva essere festeggiato il primo giorno del mese di Shevat, mentre nell'opinione di Hillel doveva essere festeggiata il 15. Come noto in questa e in molte altre controversie si segue l'opinione di Bet Hillel. Interessante sottolineare come i due punti di vista, comunque, siano specchio di una diversa e contrapposta concezione tra potenza e atto: la scuola di Shammai ritiene che vadano prese in considerazione le cose già in "potenza", mentre quella di Hillel considera solo ciò che è in "atto". Nello specifico il problema è se considerare già germoglio ciò che ancora non è visibile, ma esiste solo in potenza. Un po' come in certe culture si contano gli anni fino dal momento del concepimento e non da quello della nascita. Sempre a proposito di nascite ed alberi, nella tradizione ebraica quando nasce un bambino si usa piantare un albero. A tempo debito, i rami di quello stesso albero serviranno per costruire la chuppà, cioè il baldacchino nuziale.
In passato la ricorrenza serviva a determinare quali decime dovessero essere presentate al Santuario in un anno: i frutti maturati prima del 15 di Shevat si considerano appartenenti ad un anno, quelli maturati dopo questa data, si considerano appartenenti all'anno seguente. Inoltre questa festività serviva a stabilire quando erano trascorsi i primi tre anni di vita dell'albero, nel corso dei quali era proibito goderne i frutti.
Questa festività è molto amata dai bambini ed in Israele si vedono intere scolaresche armate di picconi in miniatura che eccitati mettono a dimora nella terra ciascuno il suo alberello. Ma si usa anche mangiare un frutto "nuovo" e si fa il Seder Tu Bi-Shevat, una sorta di pasto a base di frutta, durante il cui svolgimento, così come si fa nel più noto Seder di Pesach, si leggono brani della tradizione e si recitano particolari preghiere.
(dal sito UCEI)




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domenica 12 gennaio 2014

Festività islamica

Ricorre oggi la festività islamica che ricorda la "nascita del Profeta".
Auguri quindi a quanti sono in festa.

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sabato 11 gennaio 2014

LA SCOMPARSA DI ARIEL SHARON

GATTEGNA: "ARIEL SHARON HA CERCATO NUOVE STRADE NEL PROCESSO DI PACE.
DOLORE E COMMOZIONE IN TUTTA L'ITALIA EBRAICA PER LA SUA SCOMPARSA"

Il Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo
Gattegna ha dichiarato:

"Ariel Sharon ha dedicato la sua vita alla difesa del diritto
all'esistenza dello Stato di Israele come paese libero e democratico. Un
compito che ha assolto con straordinarie capacità di leadership che gli
hanno permesso di ottenere successi di notevole importanza. Il suo nome
e la sua fama di grande stratega rimangono legati ad una manovra di
aggiramento alle spalle delle truppe egiziane sul Canale di Suez con la
quale riuscì a capovolgere l'esito della Guerra del Kippur nel 1973. Fu
un'operazione che diresse e realizzò in maniera coraggiosa e brillante
sul piano militare.
Ma egli non è stato soltanto un grande generale tanto che, una volta
eletto alla carica di Primo Ministro, ha tentato ripetutamente di aprire
nuove strade per la cessazione delle ostilità e l'inizio di un processo
di pace. In questo contesto ha preso anche la coraggiosa decisione di
ritirare, nell'agosto del 2005, la presenza civile e militare israeliana
dalla Striscia di Gaza.
Questo è un momento di dolore e commozione che accomuna gli ebrei
italiani ai cittadini e allo Stato di Israele".

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lunedì 6 gennaio 2014

Feste natalizie ortodosse

In occasione delle festivita' natalizie dei cristiani ortodossi auguri a quanti sono in festa.