martedì 7 luglio 2015

A UN ANNO DALLA SCOMPARSA DI MARIO CANESSA , GIUSTO TRA LE NAZIONI





L'ottimo Mauro Zucchelli, su Il Tirreno del 5 c.m., si chiede e ci chiede :"non fosse stato per i partigiani dell'Anpi chissà se la città si sarebbe ricordata di lui....".
Il "lui" citato è Mario Canessa, scomparso da un anno : certamente Mauro se ne sarebbe ricordato e infatti ne traccia un ampio e sincero ricordo  (sfugge poco al suo taccuino....) ma confido che molti altri, ad esempio nel mondo ebraico e cattolico, si sarebbero certamente ricordati di questo particolare personaggio del quale, solo in età assai avanzata, emerse nei dettagli la biografia,in seguito alla quale ricevette il riconoscimento di "Giusto tra le Nazioni" oltre ad altri attestati ,come la "Livornina" ricevuta dal Comune di Livorno e quello da parte del Presidente Napolitano per citarne alcuni.
Gli ebrei livornesi ben ricordano Canessa per le sue numerose visite al Tempio e alla Comunità alla quale, inoltre, volle effettuare una generosa donazione : nel 2010  un nuovo Sefer Torah (il "rotolo della Legge") venne dedicato a lui e ai Deportati livornesi.
In quell'occasione Rav Giuseppe Laras, presente alla cerimonia, efficacemente sintetizzò nel suo  intervento come i Giusti,coloro che pertanto non accettarono le aberrazioni del  nazifascismo, "riconciliano" per quanto possibile il mondo ebraico con quella società che pervicacemente e scientemente perseguitò anche nel nostro paese gli ebrei.
Livornese di adozione (nacque a Volterra nel 1917), negli anni del nazifascismo Canessa ha aiutato molti ebrei e prigionieri di guerra a fuggire in Svizzera: poliziotto di servizio a Tirano, non esitò a mettere a repentaglio la propria sicurezza per salvare  persone che spesso neppure conosceva: in seguito la sua carriera lo portò al livello di Dirigente Generale al Ministero degli Interni.
Nella sua biografia ufficiale si legge:
"nei mesi di settembre/ottobre del 1943, Canessa riuscì ad ospitare per 24 giorni nella sua casa di Tirano, in piazza Cavour n.4, in attesa di ripararle in Svizzera, le due cittadine ungheresi ebree Flora Lusz e la figlia Noemi Gallia, prive di tessera annonaria, giunte a Tirano accompagnate dall'amico Alfredo Garufi, funzionario dell'ufficio stranieri della Questura di Milano. Il padre di Noemi, noto ebreo ungherese a Milano, era stato consigliere dell'ammiraglio Horthy e proprietario della banca Gallia che aveva sede nella Galleria Vittorio Emanuele a Milano, procuratosi un passaporto svedese, espatriò in Svizzera nei primi anni del conflitto.Si precisa che Mario Canessa dopo l'8 settembre 1943 prestava servizio in qualità di agente di Pubblica Sicurezza nell'ufficio di settore di polizia di frontiera al confine italo-svizzero. Nella notte del 10-11 dicembre 1943, Mario Canessa condusse, unitamente al brigadiere Giovanni Marrani,  al di sopra del valico di Sasso del Gallo, Ciro De Benedetti, ragazzo ebreo di 8 anni che viveva a Milano, consegnandolo al Sig.Amarca, comandante della gendarmeria del posto di frontiera di Campocologno (Canton Grigioni - Svizzera). Riportarono indietro un biglietto firmato dal ragazzo sul quale venne apposto il timbro datario della gendarmeria e due giorni dopo riuscirono a consegnarlo ai genitori Mario e Theresia Herz che erano stati arrestati e rinchiusi nel carcere di Tirano in attesa, come poi avvenne,  di essere deportati nei campi di sterminio dai quali non fecero più ritorno. La nonna Corinna Siszi ottuagenaria e claudicante di Ciro, per le sue precarie condizioni, fu invece affidata al compagno Pietro Vettrici di Baruffini e collocata in una grande gerla, e trasportata a spalle fino a Campocologno e consegnata all'ufficio rifugiati. Ciro De Benedetti è tuttora vivente ed abita a Milano"
Il ricordo del Giusto Mario Canessa sia per benedizione.
Gadi Polacco

(foto dal sito de Il Tirreno)