martedì 29 aprile 2014

AUGURI A UN GRANDE LIVORNESE, IL RABBINO EMERITO DI ROMA ELIO TOAFF.



E' iniziato il tam tam in rete per formulare gli auguri a un grande livornese, il Rabbino Emerito di Roma Elio Toaff che il 30 aprile compie 99 anni.
Una delegazione livornese, con il Coro Ventura, ebbe l'onore due anni or sono di andare a rendere omaggio al grande Maestro livornese dedicandogli un concerto nel quale sono state
proposte le amate arie ebraiche livornesi che Rav Toaff, con grande partecipazione e in maniera commovente,cantò insieme ai coristi.
Al termine, con le firme di tutti i partecipanti, gli venne donato un ingrandimento di una foto che lo ritraeva durante l'inaugurazione del nuovo Tempio di Livorno,nel 1962.
In attesa di poter ripetere quella bellissima esperienza, l'augurio di "mazal tov" giunga da Livorno all'illustre concittadino.

COMUNITANDO
www.livornoebraica.org
( a cura di Gadi Polacco)

Foto : l'omaggio livornese a Rav Toaff del 2012






VIDEO SUI 50 ANNI DI RABBINATO DI ELIO TOAFF

https://www.youtube.com/watch?v=-r_aSQUnOQQ

venerdì 25 aprile 2014

Brigata Ebraica al 25 Aprile livornese

Interesse e simpatia, con tanto di persone che hanno voluto farsi fotografare sotto lo striscione,per la presenza (ormai tradizionale) della Brigata Ebraica alle celebrazioni livornesi per il 25 Aprile. Molte le adesioni e le presenze che si sono alternate a portare lo striscione.

martedì 22 aprile 2014

Il 25 Aprile a Livorno con lo striscione della Brigata Ebraica che contribuì alla Liberazione d'Italia

COMUNITANDO
www.livornoebraica.org
Blog di cose ebraiche con un occhio a Israele a cura di Gadi Polacco

Il 25 Aprile saremo nuovamente presenti alla celebrazione livornese della Liberazione con lo striscione che ricorda la Brigata Ebraica.

Come informa il sito www.brigataebraica.org,
:

Il 29 settembre del 1944 Winston Churchill annuncia al Parlamento inglese: “So benissimo che c’è già un gran numero di ebrei nelle nostre forze armate e in quelle americane; ma mi è sembrato opportuno che una unità formata esclusivamente da soldati di questo popolo, che così indescrivibili tormenti ha dovuto patire per colpa dei nazisti, fosse presente come formazione a sé stante fra tutte le forze che si sono riunite per sconfiggere la Germania”.

La Brigata fu autorizzata a usare una propria bandiera: azzurro-bianco-azzurro con la stella di David al centro, che il 3 aprile 1945 viene ufficialmente consegnata alla Brigata a Brisighella.
La bandie collegamento ra di Israele, si può dire, ha il suo primo riconoscimento mondiale, cioè nasce, in Romagna.

La campagna d’Italia della Brigata Ebraica è durata poco più di un mese.
Le operazioni per forzare il fronte del Senio le sono costate poco più di 40 vittime fra morti e dispersi, centocinquanta feriti, ventuno sono i decorati al valore sul campo.

Ai primi di marzo arriva a Mezzano (Ravenna) con tre battaglioni, (circa 5000 uomini), e il compito di controllare il fronte a nord di Ravenna, nel triangolo tra Mezzano e Alfonsine e Bagnacavallo. Qui si distinse per coraggio in duri scontri con i tedeschi, le cui linee fece arretrare oltre il Senio, fece decine di prigionieri ed ebbe 7 caduti.


La Brigata Ebraica il 27 marzo è trasferita nel settore di Riolo dei Bagni, a fianco del valoroso Gruppo di Combattimento Friuli, insieme al quale libera la cittadina termale.

La Brigata Ebraica fu protagonista, in Romagna, della liberazione delle seguenti località: Cuffiano, Riolo Terme, Ossano, Monte Ghebbio, La Serra, Imola.

 


Intendiamo quindi ricordare l'azione di questi ragazzi e quanto fecero per collaborare con gli Alleati, i Partigiani e qunati combatterono al loro fianco per liberare l'Italia.

Gadi Polacco
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domenica 20 aprile 2014

5 per 1000 alla Comunità Ebraica di Livorno : per le imminenti dichiarazioni (2014 su 2013) la Comunità è in regola.

I risultati relativi alle destinazioni al 5 per 1000 (come peraltro quelli relativi al "cugino" 8 x 1000) giungono con anni di ritardo e , come correttamente indicato da Il Tirreno di oggi, quelli presentati oggi dal quotidiano labronico  sono riferiti al 2012.

Parimenti,quindi, anche le notizie circa chi è stato tagliato fuori, in genere per questioni burocratiche di registrazione quale Onlus, sono relative a quell'anno.

Pertanto per le imminenti dichiarazioni (2014 su redditi 2013)viene confermato che  tutto è in regola, avendo la Comunità Ebraica di Livorno ottenuto l'inserimento nell'apposito registro che consente di divenire beneficiari delle destinazioni 5x1000.

Con l'occasione, il codice fiscale da indicare per la Comunità Ebraica di Livorno è : 92023710491.
Per chi volesse invece devolvere l' 8x1000 all' Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, basta firmare nella relativa casella della dichiarazione dei redditi.


COMUNITANDO
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(a cura di Gadi Polacco)







venerdì 18 aprile 2014

Auguri alla Comunità Cristiana per la Pasqua 2014

Mentre  Pesach, la Pasqua Ebraica, prosegue nel suo percorso festivo si approssima la Pasqua Cristiana 2014 che verrà festeggiata , nello stesso giorno, anche dagli Ortodossi.
Come tradizione COMUNITANDO formula i migliori auguri a quanti celebrano in questi giorni il periodo pasquale augurando a tutti gli altri ottime cose!

Comunitando
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(a cura di Gadi Polacco)





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domenica 13 aprile 2014

PESACH 5774/2014 : UN TESTO DI RAV BRUNO. G.POLACCO (z.l.) per PESACH 5725 (Pasqua Ebraica 1965)

PESACH 5725 (Pasqua Ebraica 1965)

Trascrizione di un testo redatto da Rav Bruno G. Polacco (z.l.), Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Livorno, presumibilmente per un intervento al Tempio Maggiore in occasione di Pesach.

Non sono state riportate le citazioni in ebraico, comunque riprese anche in italiano.

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Nessun avvenimento storico-religioso, fra i molti che arricchiscono la nostra storia, ha mai influenzato la vita sociale religiosa, morale e giuridica d’Israele, quanto l’evento che da millenni indichiamo col nome di Pesach (Pasqua), o con le espressioni di “uscita dall’Egitto”,”festa delle azzime”, oppure “epoca della nostra indipendenza”.

Nella Torà, in cui ha pieno valore di “precetto affermativo”, il dovere di rimembrare oltreché di celebrare di anno in anno in forma degna i fatti che,nel loro complesso,resero possibile l’esodo di un intero popolo dal paese in cui aveva trascorso 430 anni di durissima schiavitù, è più volte enunciato e ciò prova  in modo probante l’importanza e l’influenza che l’evento ha esercitato in ogni settore del pensiero ebraico.

Non poche sono infatti le mitzvot (precetti ,ndr) che ad esso esplicitamente si ispiranoo addirittura da esso traggono origine.

 

Vedasi ad esempio, tanto per citarne alcune : in Shemoth (Esodo-ndr), agli effetti dell’enunciazione e della prescrizione del monoteismo assoluto che dovranno praticare gli Ebrei,nel comandamento, Dio collega questo tipo di culto che esige dal suo popolo con l’Uscita dall’Egitto; e in Devarim (Deuteronomio-ndr), dove il Decalogo è ripetuto con lievi varianti, il ricordo dell’epico evento è strettamente connesso al precetto dell’osservanza del sabato; le stesse festività di Shavuoth e di Succot – che con Pesach formano il trio delle ricorrenze gioiose dette i “tre pellegrinaggi” perché in esse ogni ebreo aveva l’obbligo di presentarsi al Tempio di Gerusalemme ed ivi esternare la sua letizia – e le mitzvot (precetti – ndr) dei tefillin (filatteri) e dello zizit (al plurale ziziot ,le quattro frange che si trovano agli angoli del talit,il “manto da preghiera” – ndr), tutte si richiamano al “ricordo dell’esodo dall’Egitto” ; un’ultima ne citiamo,il cui elevatissimo valore morale, e sociale, non ha bisogno di commento tanto è evidente : la prescrizione di rispettare il forestiero che viva im ambiente ebraico,perché, dice la Torà “voi che siete stati forestieri in terra d’Egitto,conoscete lo stato d’animo del forestiero”.

 

E come un eco fedele, ininterrotto e concorde, alle norme della Legge, il pensiero dei Maestri che ricevettero la Torà dai successori di Mosè e gelosamente la conservarono immutata nella lettera e nello spirito, sottolinea l’importanza dell’evento pasquale e la influenza da esso esercitata su tutto lo svolgimento della vita ebraica nel decorso dei secoli,caldamente perorandone il perenne ricordo.

Dice la Torà (Deuteronomio XVI°,3) : Affinchè tu ricordi il giorno della tua uscita dal paese d’Egitto, tutti i giorni della tua vita”, ed essi, i Dottori della Legge, gli interpreti per antonomasia  del Verbo divino, i minuziosi indagatori del testo biblico perennemente intenti ad acquistarne una sempre più vasta cognizione,accademicamente osservano : - Nel versetto in esame la parola “tutti”, appare superflua  in quanto anche se omessa dal contesto, il senso della frase non ne verrebbe minimamente a risentire; ma poiché la Torà non indulge al pleonasmo e in essa nemmeno una sola lettera è ridondante, l’inserimento di questa parola deve avere un ben determinato fine, Un fine ovviamente educativo, visto che la Torà ha funzione eminentemente educativa : quindi, un insegnamento; implicito, perché espresso tramite un “remez”, cioè a dire un accenno fugace, diretto a coloro che essendo colti , sono in grado di afferrarlo e di illustrarlo a chi sia meno edotto di loro. E quale è,dunque,questo insegnamento? L’insegnamento è questo, chiosano i Dottori - : “Se la Torà avesse detto semplicemente “i giorni della tua vita”,il significato del versetto sarebbe stato quello “che il ricordo dell’Uscita dall’Egitto deve accompagnare l’uomo ebreo per il corso completo della sua vita terrena”, ma avendo aggiunto quel “tutti”, essa ha voluto specificare “tutti i cicli di tua vita”, tutti cioè quei periodi di tempo in cui avrai la vita.

In altre parole, “ogni qualvolta l’ebreo trascorra quel periodo di tempo che in termini umani è detto vita”, egli è tenuto a ricordare il suo esodo dal paese del Nilo, “perfino nel corso di quella vita che gli è riservata nei tempi messianici”.

Ciò premesso, è ben naturale ricercare, a titolo di “derash” festivo (tipo di lezione-ndr),quale sia il motivo che ha dato all’Uscita dall’Egitto tanta importanza e la ragione per cui esercitare un’influenza tale da compenetrare di sé l’Ebraismo in ogni sua mani9festazione.

 

Scontato il valore del fatto storico-politico in sé stesso, e cioè che Pesach ha dato al popolo ebraico quella libertà che gli ha consentito  di divenire quello che è divenuto; ammesso l’incontrovertibile  asserto che, senza Pesach, non avrebbero potuto aver luogo quegli eventi che le furono conseguenti  e che originarono le altre ricorrenze che li celebrano, l’elemento unico cui trarre la risposta al quesito  nostro è il concetto di indipendenza, libertà, nella sua più ampia accezione  e autonomo da ogni e qualsiasi ragione pertinente  alla religione e alla storia di Israele, elevato al grado di principio fondamentale dell’etica sociale.

Israele che, memore della promessa che Dio aveva fatto agli antichi Padri di liberare i loro discendenti dalla schiavitù che avrebbero sofferto in Egitto, Israele che aveva sopportato  per secoli pene materiali e morali in attesa dell’evento che gli avrebbe consentito di godere, meritatamente, il bene inestimabile della libertà e che, a prezzo di una durissima prova protrattasi per generazioni era pervenuto all’acquisizione dell’esperienza necessaria a comprenderne l’incomparabile valore, non avrebbe potuto intendere il senso e il fine di una legge che non fosse pervasa – nella lettera e nello spirito, nella teoria e nella prassi-di libertà.

Ciò, a nostro avviso,spiega anche il perché dinanzi al Sinai, all’atto solenne della promulgazione della Torà, Israele disse a Mosè “eseguiremo e poi ascolteremo”, come a dire : “le spiegazioni atte ad illustrarci questa Legge ce le darai in seguito”, ben sapendo che una legislazione generata dalla libertà non poteva contenere che norme fondate sulla libertà e accettabili in piena libertà di coscienza.

 

Giusto appunto quanto Dio gli aveva detto tramite il Legislatore : “Questa legge che io oggi ti prescrivo di osservare non è da te disgiunta o lontana; anzi, ti è molto vicina: è nella tua mente e nella tua bocca,perché tu la possa eseguire.”

Ecco perché la Torà, fondendo indissolubilmente i concetti di “libertà” e di “giustizia” in quanto dove non c’è libertà non c’è nemmeno giustizia, richiama incessantemente alla mente dell’uomo ebreo e al suo cuore l’idea della “libertà” e, in nome di essa, tutela l’orfano, la vedova, l’indigente,lo schiavo e il forestiero.

Se così non fosse, se l’ideale della libertà non impregnasse di sé la Torà, la Legge che con commovente, indefettibile, fedeltà i nostri padri ci hanno conservato e trasmesso come il nostro supremo bene, non avrebbe carattere d’eternità né potrebbe sopravvivere, intangibile, ai periodi in cui la libertà sia politica,sia sociale che religiosa si riduce a pura espressione verbale quando addirittura non viene soppressa.

E noi, ahi noi,di simili periodi, a tutt’oggi,ne abbiamo conosciuti anche troppi!

Di ciò perfettamente edotti,i nostro venerati Maestri, non solo non hanno trascurato occasione per sottolineare questo peculiare concetto della Torà, ma altresì ne hanno tratto il monito implicito che, ogni qualvolta ci si allontani da esso,si verifica “la negazione del principio fondamentale e basilare” della libertà e, in conseguenza,della Torà stessa che su di esso verte.

Monito grave per chi come noi è così sensibile alla libertà di coscienza,di fede e di ideali, ma nello stesso tempo, fervida esortazione alla fiducia in Colui che alla prima liberazione farà seguire quella finale preconizzata dai Profeti, se sapremo rimanere fedeli al principio millenario della libertà e vorremo mantenerlo vivo ed operante in noi.

Voglia Iddio concederci per molti anni di mostrarci come se fossimo usciti dall’Egitto, e nei nostri giorni si avveri il detto midrashico : “in Nissan furono redenti e in Nissan lo risaranno ancora”

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Nel far mio l’auspicio, rivolto a noi tutti, esplicitato nel finale del discorso, formulo

Il tradizionale augurio di


מוֹעֲדִים

לְשִׂמְחָה

חַגִּים

וּזְמַנִּים

לְשָׂשֹׂוֹן

 

Gadi Polacco




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sabato 12 aprile 2014

PESACH 5774 - PASQUA 2014

PESACH 5774 - PASQUA 2014
Ci siamo, sia con Pesach (la Pasqua ebraica,da lunedi sera e per otto giorni) che con la Pasqua cristiana,in avvicinamento, che vede quest'anno confluire nello stesso giorno anche quella ortodossa. Pertanto auguri a tutti i credenti che si accingono a festeggiare e,come sempre, ottime cose anche a tutti gli altri, diversamente credenti o non credenti.Questione di vera Laicità....


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