venerdì 25 settembre 2020

IL SOLENNE GIORNO DEL KIPPUR 5781-2020 IN ERA COVID19

Il mondo ebraico si appresta a celebrare lo Yom Kippur, il solenne digiuno di riflessione e pentimento, del'anno ebraico 5781/2020, dalla sera di domenica 27 sino a quella di lunedi 28 settembre.

Ovunque Covid19 lo renderà purtroppo particolare, con posti contigentati nei luoghi di culto, necessità di prenotazione, ove possibile con celebrazioni all'aperto e,ovviamente, distanziamento, mascherine e quanto altro.

La benedizione finale e poi il suono dello Shofar, particolarmente a Livorno, sono tradizionalmente un momento solenne al quale si uniscono parenti e amici indipendentemente dalla loro appartenenza o meno

all'ebraismo : un retaggio delle radici , uniche, di questa città sorta con il concorso di disparate "Nazioni".

Le restrizioni imposte dalla pandemia interromperanno inevitabilmente questo momento ma non potranno impedire al sentimento dei partecipanti di includere nei migliori auspici la città tutta , con la speranza che presto questo momento storico venga superato, magari rendendoci più solidi alla luce della tragica esperienza trascorsa.


COMUNITANDO

www.livornoebraica.org

(Blog ebraico a cura di Gadi Polacco)

Dal sito www.ucei.it :


Il dieci del mese di Tishrì cade lo Yom Kippur, giorno considerato come il più sacro e solenne del calendario ebraico.
E' un giorno totalmente dedicato alla preghiera e alla penitenza e vuole l'ebreo consapevole dei propri peccati, chiedere perdono al Signore. E' il giorno in cui secondo la tradizione Dio suggella il suo giudizio verso il singolo.

Se tutti i primi dieci giorni di questo mese sono caratterizzati dall'introspezione e dalla preghiera, questo è un giorno di afflizione, infatti in Levitico 23:32 è scritto "voi affliggerete le vostre persone". E' un giorno di digiuno totale, in cui ci si astiene dal mangiare, dal bere e da qualsiasi lavoro o divertimento e ci si dedica solo al raccoglimento e alla preghiera; il digiuno che affligge il corpo ha lo scopo di rendere la mente libera da pensieri e di indicare la strada della meditazione e della preghiera.
Prima di Kippur si devono essere saldati i debiti morali e materiali che si hanno verso gli altri uomini. Si deve chiedere personalmente perdono a coloro che si è offesi: a Dio per le trasgressioni compiute verso di Lui, mentre quelle compiute verso gli altri uomini vanno personalmente risarcite e sanate.

Ci si deve avvicinare a questo giorno con animo sereno e fiduciosi che la richiesta di essere iscritti da Dio nel "Libro della vita", sarà esaudita. La purezza con cui ci si avvicina a questa giornata da alcuni è sottolineata dall'uso di vestire di bianco.

E' chiamato anche "Sabato dei sabati", ed è l'unico tra i digiuni a non essere posticipato se cade di sabato.

Kippur è forse la più sentita tra le ricorrenze e anche gli ebrei meno osservanti in questo giorno sentono con più forza il loro legame con l'ebraismo. Un tempo, gli ebrei più lontani venivano detti "ebrei del Kippur" perché si avvicinavano all'ebraismo solo in questo giorno.

L'assunzione della responsabilità collettiva è un altra delle caratteristiche di questo giorno: in uno dei passi più importanti della liturgia si chiede perdono dicendo "abbiamo peccato, abbiamo trasgredito….". La liturgia è molto particolare e inizia con la commovente preghiera di Kol Nidrè, nella quale si chiede che vengano sciolti tutti i voti e le promesse che non possono essere state mantenute durante l'anno.

Questa lunga giornata di 25 ore viene conclusa dal suono dello Shofàr, il corno di montone, che invita di nuovo al raccoglimento, e subito dopo dalla cerimonia di "separazione" dalla giornata con cui si inizia il giorno comune.


giovedì 17 settembre 2020

IL NUOVO ANNO EBRAICO, 5781, INCONTRA IL 150° DELLA BRECCIA DI PORTA PIA

WWW.MOKED.IT

La Breccia da ricordare

"In questo supremo momento, in questo avvenimento mondiale della caduta del Potere temporale dei pontefici di Roma, crediamo prezzo dell'opera di un giornale israelitico di far rilevare la terribile condizione in cui si trovavano i suoi correligionari per tanti secoli sotto il governo dei Papi, non solo nei tempi antichi, ma ben anco negli ultimi anni…".
Non nasconde la propria soddisfazione il Corriere Israelitico nel commentare a caldo Porta Pia con la sua benefica conseguenza, tra l'altro, di porre fine al ghetto romano, ripercorrendo secoli di persecuzioni e vessazioni.
Vi vede, ulteriormente, un aspetto miracoloso e annunciatore "di quel giorno in cui Dio sarà uno e il Suo nome uno": nelle pagine precedenti si parla di "liberazione di Roma dal giogo papale" e della "liberazione dei nostri correligionari", dando ampio risalto al messaggio, firmato "Gl'Israeliti di Roma", inviato il 23 settembre 1870 da quella Comunità alla "Sacra Reale Maestà di Vittorio Emanuele Re d'Italia": "Sire! Ora che un valoroso Esercito Nazionale è venuto a restituir Roma nell'uso della sua libertà…questi Israeliti sentono il bisogno di offrire alla Maestà Vostra l'omaggio della loro immensa gratitudine, come Italiani, come Romani, e come Israeliti".
"Come Israeliti", si afferma poi, "sottoposti finora ad una condizione eccezionalmente dolorosa, noi entriamo anelanti di gioia nel diritto comune…Noi ricordiamo qui ora il nome d'Israeliti per l'ultima volta nel momento che passiamo da uno stato d'interdetto legale al Santo Regime dell'uguaglianza civile…".
Non manca, il messaggio, di sottolineare come "gravi, e profonde sono le piaghe aperte dal passato nel nostro seno; piaghe economiche, morali ed intellettuali. Non possiamo dissimularlo. I nostri concittadini Cattolici sanno pur essi che la colpa non è nostra e, tranne eccezioni, ogni giorno più rare, ci hanno dato finora quello che hanno potuto: una protesta viva, sebbene impotente, in nostro favore, e le più calde simpatie", auspicando quindi una comunione d'intenti che, "d'ora innanzi", aiuti a sanare quelle "piaghe".
Interessante è vedere come, invece, affronta l'avvenimento Porta Pia un altro giornale ebraico dell'epoca, ovvero "L'Educatore Israelita", che titola "Roma": "Il potere temporale è caduto. È questo, senza dubbio, uno dei più grandi avvenimenti del secolo. Noi salutiamo questo grande avvenimento con un senso profondo di compiacenza, di speranza e di gioia cittadina".
"Tolga Iddio che in questo nostro saluto vi sia né anche l'ombra d'insulto al vinto…Ma noi non ci peritiamo punto a cantare osanna", perché, a nostro credere, prosegue la nota, "non ci sono né vincitori né vinti…".
Il giornale vercellese sembra voler far propria, anzi rafforzandola oltre quanto lo statista sostenesse, la visione che emerge nei celebri, a tratti profetici essendo stati scritti prima dei fatti di Porta Pia ai quali egli non assistette essendo prematuramente scomparso, discorsi di Cavour sul "Libera Chiesa in libero Stato" e Roma Capitale.
Prefigura infatti quella posizione che la Chiesa, in realtà, faticherà ad assumere, se non dopo svariato tempo (portando poi qualche strenuo laico a sostenere che, alla fine, Porta Pia si è rivelato un errore avendo aperto alla Chiesa, nel senso politico, le porte della società italiana…), quando scrive: "Vince l'Italia che si vede oramai compiuta. Vincerà il sentimento religioso che, cessando finalmente la sua lunga e sanguinosa lotta col progresso e col secolo, spiegherà più potenti le ali a nuovo volo. Partigiani del sentimento religioso, quand'anche esso si spieghi sotto altra forma dalla nostra, purchè si sposi alla civiltà e al progresso, noi godremo del suo trionfo come un preparazione più pronta alla universale fratellanza promessaci nei tempi messianici".
In attesa dei tempi messianici, ricordare Porta Pia ancora dopo 150 anni ritengo che sia doveroso anche e, per certi versi, in particolare per il mondo ebraico. Ovviamente non per ritualità "nostalgica" o di contrapposizione, ma per interrogarsi su come la società nella quale viviamo intenda la laicità della sfera pubblica, quella che tutti riguarda nella contestuale garanzia per ciascuno, in reciproco rispetto, di vivere la propria peculiarità.
Sotto questo aspetto molta strada appare ancora da fare e non mancano contraddizioni e questioni irrisolte, stante anche una marcata e trasversale tendenza del mondo politico a cercare di strumentalizzare il sentimento religioso cattolico, non di rado definendolo "nostra cultura", con intenti politici spesso illusori (anche perché ad opera di personaggi assai poco credibili).
Il tema della laicità, in questo paese, è scomodità costante e datata e anche il mondo ebraico, a parte le dichiarazioni di principio, sembra affrontarlo con estrema timidezza.
Spero quindi che il ricordo dei fatti di Porta Pia venga rinverdito in occasione dell'imminente importante anniversario, anche dalle nostre istituzioni.
E magari, approssimandosi la data, "buttiamo un'ashkavà" (modo di dire livornese che può apparire stridente ma in realtà è carico di affetto e rispetto verso la persona scomparsa di turno) in ricordo di Giacomo Segre.
Buon Porta Pia e Shanà Tovà,

Gadi Polacco

(16 settembre 2020)

giovedì 3 settembre 2020

GIORNATA EUROPEA DELLA CULTURA EBRAICA 2020-5780 - LIVORNO -




COMUNITA' EBRAICA DI LIVORNO Onlus



6 Settembre 2020 / 17 Elul 5780


ORE 10.30 / ORE 10.50 / ORE 11.10 – MUSEO EBRAICO – VIA MICALI , 21

Tre visite guidate , per massimo 10 persone cadauna (onde salvaguardare il distanziamento sociale) , necessariamente su prenotazione ( entrata libera, obbligatoria mascherina regolarmente indossata ) , telefonando entro e non oltre il giorno 3 settembre 2020 al numero:

3208887044

Le visite sono a cura di AMARANTA SERVIZI che si ringrazia per la collaborazione.

**********************************

DALLE ORE 16.00 SINO ALLE 20.00 CIRCA POTRA' ESSERE SEGUITA LA PROGRAMMAZIONE DELLE COMUNITA' EBRAICHE TOSCANE , IN COLLABORAZIONE CON RETE TOSCANA EBRAICA, TRAMITE LA PAGINA FACEBOOK:

"Giornata Europea della Cultura Ebraica – Livorno "

Link :

https://www.facebook.com/GIORNATA-EUROPEA-DELLA-CULTURA-EBRAICA-LIVORNO-224203214279430/


Filmati, interventi,musica e altro ancora da varie città toscane.. Le proposte livornesi :

"AMEDEO RACHAMIM MODIGLIANI : la sua casa natale e la sua Livorno Ebraica"

Itinerario a 100 anni dalla scomparsa terrena , con Gilda Vigoni e Guido Guastalla.


"REALTA' E IMMAGINAZIONE IN DUE ITINERARI DI VIAGGIO MEDIEVALI :

Beniamino da Tudela e Meshullam da Volterra" a cura della

Prof. Alessandra Veronese, Università di Pisa

LA MODALITA' DI QUESTA EDIZIONE RISENTE OVVIAMENTE DELL'EMERGENZA COVID 19 : GRAZIE PER L'ATTENZIONE , NELLA SPERANZA DI POTER PRESTO TORNARE ALLA NORMALITA'.


COME SEGUIRE LO STREAMING E VIA RADIO


STREAMING :
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VIA RADIO SU
CONTRORADIO
Frequenza 98,9 (Livorno)
INIZIO ALLE ORE 16.00 !
* IL CONCERTO SERALE DELLA "KLEZMERATA FIORENTINA" POTRA' ESSERE SEGUITO DALLA PAGINA "GIORNATA EUROPEA DELLA CULTURA EBRAICA - LIVORNO" E DA QUELLA DI "RETE TOSCANA EBRAICA".