martedì 24 aprile 2018

25 Aprile : le storie di due normali famiglie italiane ebraiche. Brigata Ebraica anche alla cerimonia della Liberazione a Livorno.

Come è ormai tradizione lo striscione della Brigata Ebraica, tra le formazioni che combatterono per liberare l'Italia,sarà anche alle celebrazioni del 25 Aprile livornese

Il ricordo di mia zia Franca,zl,all'epoca dei fatti bambina,in una breve memoria redatta  anni or sono. La storia di una normale famiglia italiana che oltre a subìre una dittatura che porterà il paese alla distruzione morale,civile,etica,sociale,economica e materiale (con buona pace delle "cose buone del fascismo" che spesso si vorrebbero richiamare) è perseguitata dalla infami "leggi razziali" emanate 80 anni or sono e firmate anche da un re inconsistente e dalla memoria corta, dimentico dell'apporto dato anche dagli ebrei al Risorgimento e alla Prima Guerra Mondiale nella quale trascinò l'Italia.

Ai ricordi di mia zia posso aggiungere quelli di mia madre Nella,zl,sua sorella maggiore, che mi raccontava spesso di quegli anni, della fame che li caratterizzava, del pane miracolosamente ottenuto ma poi perso cadendo, a causa di un bombardamento,in un ruscello. Della collana d'oro di sua madre,zl, ceduta per un litro di latte, del salame (non conforme alle regole alimentari ebraiche) portato loro dal Parroco del paese con la sottolineatura che in tempi di guerra "anche i Rabbini autorizzano" il suo consumo, della paura per i nazisti accampati fuori "casa" (un granaio...), della vendemmia alla quale lei e sua sorella presero parte non mangiando poi niente, visto che secondo i calcoli di mio nonno,zl,quel giorno cadeva il Digiuno del Kippur,dell'erba commestibile cercata nei prati, del "bravo" italiano che voleva vendere questi ebrei (avendo evidentemente capito che tali erano) per incassare la ricompensa prevista e del veramente bravo italiano, un oste probabilmente partigiano, che lo dissuade efficacemente estraendo da sotto il banco un fucile, dei gorgheggi di Mario Del Monaco passando vicino alla sua villa,della paura quando, mossisi i nazisti,arrivarono poi dei carri armati e,dopo una lunga sosta,si aprì finalmente una torretta e ne uscì, chiarendo a tutti che si trattava dei Liberatori, un soldato "di colore", del ritorno finalmente a casa,a Venezia (trovandola occupata...), con l'ultimo tragitto in una scassata barca che faceva acqua mettendo a rischio anche il prezioso sacco di farina che erano riusciti a portarsi dietro....

La storia di mio padre Bruno,zl, invece, è quella di chi riesce a fuggire in Svizzera, pagando una guida (non veniva certamente da famiglia agiata) e correndo molti rischi, attraversando a piedi il confine e trascinandosi dietro i due zii,zl,che gli fecero praticamente da genitori (scomparsi i genitori naturali assai presto) : devo alla precisione dell'Archivio di Stato della Svizzera le notizie che ho reperito,nel 2010,a riguardo di quegli anni,ricevendo molti documenti.

Come ben osserva mia zia nel suo scritto,alla fine sono storie a lieto fine (anche se penso  sia assai difficile capire,oggi, cosa voglia veramente dire vivere certe situazioni), differentemente da quelle di coloro che non tornarono perchè trucidati nei campi di sterminio o in itinere o perchè invisi al regime.
Vuole il detto che gli italiani siano "brava gente" : in quegli anni di persecuzioni e diretta complicità con il nazismo affermare ciò nella sua totalità non solo è falso, è anche irrispettoso verso le vittime e nei confronti di quanti, pur non essendo tali, si opposero ugualmente a tutto ciò.
La storia ha voluto che, pochi anni dopo questi eventi,mio padre divenisse Rabbino Capo a Ferrara e,come tale,andasse a commemorare ogni anno i Caduti della Brigata Ebraica che riposano nel Cimitero di Piangipane di Ravenna, soldati giunti da quella che oggi è la terra dello Stato d'Israele, incorporati nelle truppe inglesi.

Ricordare l'apporto indispensabile degli Alleati alla Liberazione d'Italia non vuol dire certamente disconoscere o sminuire il ruolo della Resistenza,alla quale peraltro presero parte, proporzionalmente al loro numero e stante la situazione persecutoria,molti ebrei.
Sia quindi il ricordo dei Liberatori tutti per benedizione.

Gadi Polacco
COMUNITANDO 

z.l. : abbreviazione, dall'ebraico, di "il suo /il loro ricordo sia per benedizione",applicata tradizionalmente a persone scomparse.















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