mercoledì 3 aprile 2019

UNA RIFLESSIONE OPPORTUNA SULLA CIRCONCISIONE, DOPO IL TRAGICO EPISODIO DI GENOVA

"La tragica notizia della morte di un bambino dopo un intervento di circoncisione richiede alcuni chiarimenti. L'aumento dei casi in cui la circoncisione ha provocato serie e terribili conseguenze e' dovuto al fatto che questa pratica, diffusa in diverse tradizioni religiose e culture, e' stata effettuata da personaggi privi delle competenze necessarie, spesso provenienti da Paesi stranieri. Da parte nostra riteniamo imprescindibile che la questione delle circoncisioni rituali vada regolata per garantire e coniugare il diritto religioso e il diritto alla salute del bambino". Lo ha dichiarato in una nota il Rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni, commentando la vicenda del neonato morto la scorsa notte, nel quartiere genovese di Quezzi, dopo una circoncisione fatta in casa. "Le comunita' ebraiche - ha aggiunto - praticano la circoncisione da millenni in Italia nel rispetto delle regole di tutela della vita e della salute dei bambini. Questo perche' la tradizione ebraica impone che la circoncisione debba essere effettuata solo da personale qualificato e riconosciuto dalle autorita' rabbiniche. Siamo autoregolamentati nel pieno rispetto della legge e della incolumita' dei neonati. Non chiediamo sovvenzioni pubbliche per l'esecuzione dei nostri riti". Di Segni ha infine precisato che la Comunita' ebraica di Roma "mette volentieri a disposizione dei legislatori l'esperienza e ritiene che le decisioni opportune debbano essere condivise con le autorita' religiose evitando iniziative che potrebbero produrre l'effetto contrario, aumentando i fenomeni clandestini e incontrollati".    

(Fonte mensile "Shalom", della Comunità Ebraica di Roma)


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Blog ebraico a cura di Gadi Polacco

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