sabato 23 agosto 2008

Achille Scalabrin, del QN,interviene sul (non) caso Toaff

Egr Signor Scalabrin,
da impenitente vecchio liberale, senza suffissi o prefissi,ben volentieri ospito nel mio modestissimo blog le Sue osservazioni ed anzi La ringrazio per l'attenzione.
Apprezzerà, spero, la sportività della cosa : diversamente si è comportato invece il Suo gruppo editoriale nei miei confronti quando ho fatto rilevare,ad esempio, il pessimo titolo che ho citato ("Gli ebrei? Solo loro,a volte, discriminano"),al quale si aggiunge l'altrettanto pessimo titolo,anch'esso citato,del "boicottaggio ebreo".
Vedo però che anche Lei sorvola su tutto ciò.
Eppure,memore di un vecchio corso di giornalismo (mi corregga se sbaglio), la veridicità delle affermazioni scritte dovrebbe essere verificata e quindi comprovabile.
Anche il diritto del lettore a replicare,specialmente in presenza di notizie false (a meno che non proviate che "solo" gli ebrei discriminano e che esiste un "boicottaggio ebreo", peraltro con buona pace per l'italiano),dovrebbe essere salvaguardato,specialmente evitando tagli ed omissioni nelle repliche (peraltro assai sintetiche).
Eppure QN, duole dirlo da vecchio lettore e per la gloriosa storia che pur queste testate hanno avuto,ha ceduto evidentemente ad una certa presunzione di potenza derivante dall'aver il coltello dalla parte del manico.
Sentito è quindi il ringraziamento a "Il Riformista" che ha dimostrato di avere un senso liberale della preziosa professione giornalistica.
Non siete poi i primi a tentare di riportare in auge il non caso Toaff : lo scrive anche Lei che ci sarà un convegno,che sono in corso presentazioni,ecc.
Non mi pare quindi un boicottaggio e se lo è vuol dire che non è proprio riuscito!
L'ho letto il libro e lascio a Lei la presunzione,mi consenta di essere schietto,di affermare :"se chi parla male del libro di Toaff lo avesse anche letto, questo sarebbe in testa alle classifiche da mesi".
Scusi, ma se è un flop non è colpa mia e nemmeno degli ebrei in genere : non ho visto attacchi squadristi allo stand de "Il Mulino" alla Fiera del Libro di Torino,dove il volume era tranquillamente in mostra,mentre ho visto quando uscì innumerevoli articoli ed anche trasmissioni televisive a riguardo di questo testo,talvolta anche senza alcun confronto.
Vede, mi pare che si ripeta la storia di un noto politico italiano che,per lungo tempo,compariva ogni giorno in televisione per dire che non lo facevano parlare......
Mi pare di intravedere,in talune posizioni,anche un certo senso snobbistico tipico del chi ritiene che la massa non sia in grado di poter discutere cose riservate ad un ristretto novero di iniziati.
Però vede, se la Cultura vuol essere venduta (al solito,"pecunia non olet") nel mercato di noi modesti lettori,non ci si può poi sottrarre sdegnati al giudizio che il mercato stesso emana.
In parole povere, ma perchè questo libro, reperibile da chiunque lo voglia leggere,dovrebbe interessarci per forza?
Mi consenta infine di riaffermare,sempre da impenitente liberale,che sono abituato a relazionarmi con "cittadini",quindi individui,indipendentemente da cosa essi siano ed in base solo alle idee che essi esprimono.
Un cordiale shalom a Lei ed quanti avranno la pazienza di leggere questo scambio di opinioni,
Gadi Polacco


L'INTERVENTO DI ACHILLE SCALABRIN DEL QN


Egr. signor Polacco, ho letto la sua lettera sul Riformista, al quale ho inviato questa riposta. Mi farebbe piacere leggerla anche sul blogg Comunitando. La ringrazio, e resto a sua disposizione per ogni eventuale chiarimento.
Cordiali saluti, Achille Scalabrin
Caro Direttore, vorrei rassicurare il signor Gadi Polacco e tutti i lettori del 'Riformista': nessun rigurgito antisemita sulle colonne del Quotidiano nazionale (la collezione sta a testimoniare un puntiglioso impegno contro ogni espressione di razzismo antiebraico). E l'articolo cui fa riferimento il lettore di Livorno non può essere certo spacciato per attacco agli ebrei tout cort. In breve. Lo storico ebreo Ariel Toaff scrive un saggio, <Pasque di sangue>, in cui nega ogni veridicità all'accusa infamante di omicidio rituale mossa da secoli agli israeliti, spiega tuttavia che una 'cultura del sangue' infarcita di magia e superstizione era presente nel Medioevo presso comunità ashkenazite, così come nel mondo cristiano. Per questo libro, (pubblicato nel 2007, riproposto con chiarimenti quest'anno e che ha spaccato la comunità degli storici e quella ebraica, diventando un caso internazionale), le Comunità ebraiche di Roma e Firenze hanno decretato l'ostracismo. L'articolo sul Qn del 21 agosto racconta - con testimoni e particolari fin qui non smentiti da nessuno - del tentativo di impedire la presentazione di <Pasque di sangue> a Firenze e a Capalbio. In alte parole, un boicottaggio, purtroppo condito dalle incredibili accuse di <calunnie antisemite> rivolte allo storico italo-israeliano, figlio dell'ex rabbino capo di Roma, Elio Toaff. La ridicola motivazione di questo comportamento: impedire che <le idee antisemite> del professore si diffondano.
Delle intolleranze delle Comunità di Roma e Firenze e del diritto di Ariel Toaff di presentare la sua ricerca, mi sono occupato. Fortunatamente, l'ebraismo non sta tutto in questo boicottaggio (così simile a quello di chi voleva cancellare il Salone del Libro dedicato ad Israele), studiosi e personalità ebraiche del calibro di Anna Foa, Gadi Luzzatto Voghera, Lucio Pardo, Roni Weinstein, Guido Sacerdoti, tanto per fare dei nomi, auspicano o organizzano confronti sul libro, senza demonizzazioni. E in dicembre, il congresso mondiale dell'Association of Jewish Studies dedicherà un pannel al 'caso Toaff'.
Consentire a una religione, quale sia, di fare terra bruciata attorno a un libro e a uno scrittore, dopo averli travisati, ci riporterebbe tutti ad antichi oscurantismi. Per concludere, se chi parla male del libro di Toaff lo avesse anche letto, questo sarebbe in testa alle classifiche da mesi. Cordiali saluti e Shalom Aleichem
Achille Scalabrin

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