lunedì 14 giugno 2010

Il Tavolo della Pace ed il documento sulla "Freedom Flottiglia"

Egregio Direttore de "Il Corriere di Livorno",
leggo sul giornale del 14.06.10 l'esito dell'assemblea del "Tavolo della Pace" di Cecina, in occasione del suo decimo anno di vita. e, in particolare,il sunto della mozione sulla "Freedom Flottiglia".
Al riguardo,ritenendo che il giornalista nel fare il proprio lavoro si sia attenuto al testo della mozione,direi con il dovuto rispetto che la storia per il Tavolo si sia fermata alla prima ora ed ad emozioni di parte che non considerano le prove documentali ed i fatti poi emersi, ampiamente dimostranti quanto niente di pacifico vi fosse a bordo della "Marmara" (differentemente dalla nave giunta in zona nei giorni seguenti).
Riepilogo solo per inquadrare gli avvenimenti :
- dietro all'armamento della "Marmara" spunta un'associazione integralista islamica, la IHH, che imbarca anche nove militanti, motivo che direi già basta per mettere in allarme Israele, paese notoriamente non proprio amato dall'integralismo islamico;
- spuntano filmati e foto (di varie fonti,comprese le telecamere interne di sicurezza della nave ed un giornale turco) che dimostrano come i "pacifinti" si preparassero in realtà all'aggressione armata. Posto questo materiale in paralello con i filmati israeliani,il quadro è assai chiaro ed altrettanto assai poco pacifico;
- la televisione egiziana Dream TV , creando scandalo in Egitto,riporta le dichiarazioni di Mohamed Baltagi, parlamentare dei Fratelli Musulmani egiziani, che era a bordo della flotta filo-palestinese che cercava di forzare il blocco anti-Hamas su Gaza.  ,il quale testimonia che “i militanti pacifisti erano riusciti a prendere in ostaggio tre soldati israeliani, rubandogli le armi”. La stampa egiziana, ecco dove sarebbe lo scandalo, lo accusa di aver fatto con le sue parole “un regalo alla campagna di informazione israeliana”;
- il capitano della Mavi Marmara ha detto agli israeliani di aver cercato di impedire violenze a bordo ordinando il sequestro di sbarre e catene in mano agli attivisti turchi dell'IHH.: se è vero ha fallito l'obbiettivo ma ad ogni modo testimonia della premeditata presenza a bordo di materiale per azioni ostili e non certo "gandhiane". Ciò  è quanto appare in un video del suo interrogatorio, diffuso dall'Intelligence and Terrorism Information Center israeliano.;
- la nave seguente, la "Rachel Corrie", dimostra come sia possibile compiere azioni pacifiste e,comunque,se il puro scopo è quello di far pervenire aiuti umanitari ai palestinesi,cosa encomiabile, basta rivolgersi all'United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees che, peraltro non senza sconfinare spesso nel politico mentre quale braccio delle Nazioni Unite dovrebbe fare esclusivamente il proprio lavoro, si adopera da decenni per assistere i palestinesi;
- da ultimo ma non da meno, foto ed immagini dei soldati israeliani feriti (anche gravemente) dimostrano quanto per niente pacifica sia stata la spedizione della "Marmara".
Ora, non me ne voglia qualche amico che reputo di avere nel Tavolo stesso, non mi meraviglio della totale  e voluta ignoranza di questi fatti  e di simili testimonianze : purtroppo appartiene ad una certa corrente politica il rifugiarsi in dogmi e parole d'ordine antisraeliane, affidandosi ai miti invece che ai fatti.

Reputo quindi grave non tanto l'unilateralismo pregiudiziale contro Israele,ormai tradizionale in certe aree di pensiero, bensì l'ignorare l'essenza terroristica ed integralista di Hamas che continua a bersagliare Israele con lanci di razzi premeditatamente rivolti contro civili , che cerca di compiere azioni terroristiche in territorio israeliano, che ha inquietanti legami con dittature quali quella iraniana e siriana ed amicizie con quegli stinchi di santo che sono gli Hezbollah insediatisi,a danno dei libanesi,in Libano.

Drammatico però , proprio per chi abbia a cuore le sorti dei civili palestinesi, è il voler ignorare che Hamas ha insediato a Gaza una dittatura integralista vessatoria dei diritti dei cittadini e delle minoranze, per costruire e mantenere  la quale non si è andati per il sottile nell'espellere fratelli palestinesi o passarli rapidamente per le armi dopo "processi" farsa sommari di qualche minutio.

Dicono gli americani ,anche se citare proprio loro potrebbe dare noia a qualcuno,che "o si è parte della soluzione o si è parte del problema" : sono convinto che simili amici,per i civili palestinesi, siano più un problema che un supporto

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