Vicenda intricata e dolorosa quella che,terminata la guerra, richiese alcuni anni affinche' si districasse la matassa costituita dall'ipotesi di restauro dell'antica,amata e gloriosa, imponente Sinagoga da una parte e dal progetto di un nuovo edificio dall'altra.
Rimandando agli scritti in proposito,nel 1958 il dado venne tratto ,ovviamente non senza grande rimpianto per l'antico Tempio il cui ricordo e' ancora vivo e "venerato" dagli ebrei livornesi: "durante l'ultima guerra, bombardamenti e saccheggi rovinarono completamente l'antica Sinagoga di Livorno - monumento nazionale - la più' bella d'Europa", scrivono in un appello (1960), gia' nell'incipit pieno di nostalgia, il Rabbino Capo Alfredo S.Toaff, il Presidente della Comunita' Prof. Renzo Cabib ed i membri del "Comitato per la ricostruzione del Tempio" (Rabbino Prof. Roberto Menasci, Avv. Guido Bedarida, Dr. Renato Liscia, Sig. Cesarino Rossi e Rag. Adolfo Toaff), appellandosi a donatori affinche' si integrasse, come necessario, l'ammontare per la costruzione del nuovo luogo di culto messo a disposizione dal Governo.
L'incarico di progettare la nuova Sinagoga, anche dietro indicazione di un nome importante nell'architettura nazionale quale quello di Bruno Zevi, viene affidato ad un architetto ebreo romano, Angelo Di Castro.
Incarico assai complesso e delicato, senza contare il peso del coinvolgimento emotivo anche alla luce di un passato ancora assai vivo e caratterizzato dalla Shoa e delle leggi razziali,quello che Di Castro riceve.
Certamente e' anche un'avvincente sfida professionale ed in poco tempo,si sottolinea in vari testi, si affino' il progetto,in cemento armato, di una tenda a pianta ellittica con relativa volumetria piena di simboli e richiami sia interni che esterni (le Tavole della Legge visibili all'interno seguendo il loro contorno posto in evidenza,i triangoli sul retro per dare più' luce,le vetrate rosse per ricordare la tragedia della Shoa,le finestre esagonali che ne richiamano alcune ottagonali della vecchia Sinagoga,la teva' - il pulpito - realizzata con marmi recuperati fra le macerie dell'antico Tempio,ecc) affiancata da una palazzina con abitazioni e uffici.
Nel ricordo di Leone Di Castro, uno dei figli dell'architetto Angelo,intervenuto ad una trasmissione di Telecentro1 che ho avuto il piacere di condurre, le problematiche pratiche del progetto,affrontate dal padre,furono tante ed essenzialmente riconducibili ai limitati e limati fondi a disposizione (forte comunque l'impegno del Ministro Togni).
Le difficolta' di quei lavori erano anche ben presenti e narrate da quanti lavorarono nel cantiere dell'odierna piazza Benamozegh, come ricordava spesso Italo Contini che a quei lavori prese parte,divenendo poi il custode di quei luoghi,amato da generazioni di ebrei livornesi.
Quale sia il giudizio estetico che si puo' avere sull'ardita e ancora oggi avveniristica Sinagoga,si tratta di un'opera studiata e commentata,anche a livello internazionale,in tanti testi di architettura.
La cerimonia inaugurale, ispiratrice per buona parte di quella che si terra' il 28 ottobre, venne celebrata da tre Rabbini : Alfredo S. Toaff, suo figlio Elio Toaff (da anni gia' Rabbino Capo di Roma) e Bruno Polacco,giunto nel 1960 ad affiancare A.S.Toaff al quale poi succedera' quale Rabbino Capo).
Grande il lavoro preparativo per l'inaugurazione, protrattosi in pratica sino all'apertura,come ricorda Piero Cassuto allora giovane Consigliere della Comunita' (della quale poi diverra' Presidente e oggi alla guida del Bene' Berith locale), svoltasi alla presenza di tante autorita' e che vide anche i discorsi del Presidente Renzo Cabib e del Sindaco Badaloni.
Attivissimo,come sempre, il Parnas Guido Novelli che sovraintendera' poi a tante cerimonie ebraiche livornesi,rimane storica la fotografia che immortala il taglio del nastro, con il vassoio delle forbici che viene presentato da Cinzia Servi, allora bambina, che ancora oggi ricorda l'emozione di quel momento.
A dirigere il coro (alcuni coristi di allora canteranno anche per il 50mo) con il Maestro Lattes all'armonium, anche un giovane Antonio Bacchelli, poi stella del firmamento musicale prematuramente spentasi.
Tanti altri sarebbero i personaggi, molti dei quali non più' tra noi,da ricordare ma che saranno tutti presenti nel ricordo di quel giorno.
Alcuni testimoni sono oggi anche in Israele dove torno' pure,dopo un periodo da educatore trascorso a Livorno, il Prof. David Peled che si adopero' tra l'altro per quel gemellaggio tra Livorno e Bat Yam,concretizzatosi giusto tra l'estate del 1961 (delegazione livornese , guidata da Ugo Bassano, nella cittadina di mare israeliana) e lo stesso 1962 , il primo tra una citta' italiana e una israeliana.
Confidiamo,analogamente a quanto augurava nel primo Kippur nel nuovo Tempio il Rabbino Toaff, che questo "giro di boa" dei primi 50 anni della Sinagoga per tutti "sia auspicio di vita,salute,felicita' ".
Gadi Polacco
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